Dopo la pausa estiva ripartiamo con la nostra rubrica dedicta ai podcast e lo facciamo nel migliore dei modi, ospitando Rorschack fondatore di Closer, daytime party meneghino, che sta per inaugurare la nuova stagione. Un mix techno pronto a raccontare le emozioni che questo party regala iniziando dal pomeriggio con le vetrate del Masada illuminate dal sole per finire nel buio e nell’intimità della notte. Abbiamo approfittato di questo podcast per intervistare i ragazzi di Closer e discutere dei loro primi quattro anni di attività, della loro mission e della nuova stagione alle porte che prenderà il via il prossimo 21 settembre portando a Milano un produttore che non ha bisogno di presentazioni… scopritelo nell’intervista. Buon ascolto.
Closer si appresta a festeggiare i quattro anni di attività, un party che stagione dopo stagione si è affermato nella scena techno nazionale e milanese senza vendersi alle mode del momento, restando fedele a format e mission iniziali. Pensando a questi primi quattro anni quali sono secondo voi i motivi che portano fedelissimi e non a frequentare i vostri party al Masada?
Il motivo principale credo sia da ricercare proprio nella nostra mission ovvero celebrare il bisogno più profondo dell’uomo che è la condivisione. Closer, nello spazio familiare e caldo di Masada, ci porta più vicini a chi non conosciamo e ci arricchisce nel suo essere altro da noi, a dj e immagini visual che caricano di nuovi imput la nostra sensibilità, a persone che per poche ore sul dancefloor saranno le nostre anime gemelle.
Masada appunto circolo che da sempre vi ospita dalle 14 a mezzanotte, di sabato, due volte al mese. Orario insolito per un party che vuole dare spazio ad un certo tipo di sonorità, è stato difficile portare avanti una scelta di orario e di location così inusuale?
Orario insolito all’inizio soprattutto per Milano e l’Italia ma, a distanza di 4 anni, e grazie all’eccellente lavoro di Masada, si sta riscoprendo il ballo di giorno. Inoltre è indubbiamente una esperienza particolare: Masada con la luce del giorno che entra dalle vetrate assume qualcosa di magico e unico, indubbiamente da provare.
Nel corso dell’ultima stagione avete esordito con una one night notturna abbandonando gli spazi di Masada per ospitare il live inDASHtrial di Dasha Rush e il dj set di Keith Carnal. Un maggiore sforzo produttivo, una location con spazi più grandi, un guest che si rivolge ad un pubblico più ampio: com’è andata? La nuova stagione di Closer sta per iniziare, potrebbero esserci nuove one night?
È stata una esperienza che ci ha arricchito molto e fatto accrescere il nostro bagaglio, spesso per poter crescere ed evolversi è necessario uscire dal proprio porto fidato. Sicuramente se ci saranno le giuste opportunità sarà una cosa da riproporre; nel frattempo abbiamo iniziato anche un altro percorso, quello di portare il nostro format anche in altri luoghi, fuori Milano. Il 23 agosto infatti siamo stati ospiti del Cura Festival in Valle d’Itria con i nostri resident, i nostri visual e un ospite d’eccezione: Héctor Oaks.
Manca meno di un mese al inizio della nuova stagione fissato per il 21 settembre, qualche anticipazione a riguardo? La grande squadra Closer capitanata dal padrone di casa Rorschack vedrà nuovi nomi al suo interno?
Per la prima di stagione abbiamo pensato di invitare una vera e propria leggenda che non ha certo bisogno di presentazioni: CJ Bolland! Insieme a lui i nostri resident Rorschack, Youngerbros e DCMBR. Per quanto riguarda la squadra avremo a bordo anche i RVDE, dando così il giusto spazio ad artisti di grande esperienza e ad altri con grande talento da far crescere.
Abbiamo deciso di ospitare un podcast di Rorschack non a caso, volevamo fosse il pilastro portante di Closer a raccontarci in musica il suo party. La direzione musicale e artistica di Closer è da sempre stata chiara e, volendo, di rottura con la scena milanese e nazionale che tende sempre a scoprire quale sarà la prossima onda da cavalcare. L’ultima stagione, a mio avviso, è stata molto interessante come ricerca e come proposta musicale, nel “Closer che vorrei” quali sarebbero i nomi irrinunciabili per quella che sta per iniziare?
Ti ringrazio innanzitutto per i complimenti sull’ultima stagione. Dopo aver sperimentato e spaziato molto crediamo finalmente di aver trovato la nostra strada. Per quanto riguarda i nomi si tratta di attendere solo qualche giorno in cui comunicheremo tutta la prima parte di stagione; inoltre posso dirti che il nostro obbiettivo anche quest’anno è quello di portare a Milano artisti che si esibiranno in città per la prima volta più una serie di artisti che hanno fatto la storia della techno fino a concludere con graditi ritorni di artisti che ci hanno già emozionato a Masada.