Oggi su Soundwall presentiamo in esclusiva il nuovo video dei Concerto, in collaborazione con Godblesscomputers. I Concerto sono Alessandro e Bianca Maria, un duo giovanissimo di base a Roma che, abbandonati gli studi jazz e le serate annesse, si è buttato nel lato più pop dell’elettronica. Ci siamo fatti raccontare qualcosa in più da loro, per farveli conoscere e per presentarvi al meglio “Keep on’n’on”
Allora ragazzi, benvenuti su Soundwall! raccontateci un po’ di voi: chi siete, da dove venite ?
Ci siamo conosciuti a Roma, quindi diciamo che di base veniamo da Roma, però Alessandro è di Bari e Biancamaria è dell’ Aquila.
Il progetto Concerto è iniziato circa 5 anni fa inizialmente ero solo io (Alessandro, NdA) ed è nato un po’ per gioco, perché in quel modo inizialmente mi sono avvicinato all’elettronica. Dopo un po’ di tempo la cosa ha iniziato a farsi un pochino più seria e circa due anni fa abbiamo iniziato a collaborare insieme, fino ad arrivare al nostro primo album che è uscito a fine Aprile.
E come sta andando ?
Bene! presto ci saranno novità, nuove collaborazioni, stiamo scrivendo ovviamente nuova musica e facendo date in giro.
Veniamo al video che presentiamo oggi “Keep on’n’on”. Nel pezzo ci sono vari riferimenti oltre ad un immaginario che con quel guitar synth riporta a gli anni ’80, anche se non mi sembra poi che voi ci andiate così a braccetto…
Con l’età sicuramente no, perché siamo del ’90 e del ’93, siamo piccolini. C’è comunque questa cosa del retrò che ci è sempre piaciuta, al di là del sound. Entrambi abbiamo studiato jazz, per cui il vecchio ci piace sempre più del nuovo. Ci piace molto prendere dal vecchio per portarlo al nuovo.
Si sente nel pezzo che avete studiato musica, i giri armonici non sono per nulla banali…
Grazie! Per noi questo è il miglior complimento, questa affermazione per noi è un punto d’arrivo.
Come siete finiti poi a collaborare con Godblesscomputers ?
Ci siamo conosciuti due anni fa al Baci Festival, quello all’eremo giù a Molfetta. Lui ha sentito le nostre cose, gli sono piaciute molto per cui è nata questa collaborazione molto spontanea.
Cosa porta Lorenzo in questo pezzo?
Beh, Lorenzo ha portato questa bellissima parte ritmica in un pezzo in parte già pronto, alzandone molto di più la qualità.
Voi arrivate in una scena elettronica in questo momento in grosso fermento anzi, per alcuni versi si potrebbe quasi pensare sia una scena forse satura. Voi che cosa vi aspettate, che posto vi vorreste ritagliare al suo interno?
Bella domanda. È difficile! Le nostre fonti di ispirazione vengono sicuramente più dall’estero che dall’Italia, ci piacciono le cose francesi e tedesche, un ponte sospeso tra le cose di EdBanger e quelle dei Moderat, un mondo che si avvicina molto alla forma canzone. Se ci fai caso, credo si noti anche nel nostro lavoro, sono tutti brani con una stesura abbastanza classica che si rifà poi al pop. Tornando alla tua domanda, sicuramente ci rivolgiamo ad un pubblico che ama il pop e che segue il pop, un pop però fatto con quelle sonorità particolari e armonie molto semplici.
Quanto è difficile fare e mettere insieme il primo disco?
E’ stato un parto, abbiamo partorito dieci figli. Se sei un fissato come Alessandro, che è sempre alla ricerca della perfezione, rischi di non uscirne. Arrivavamo a riaprire progetti mille volte senza concluderli mai perché hai quell’ansia che il primo disco deve essere perfetto. Però una volta che l’hai concluso ti rimane una soddisfazione incredibile. E’ un ibrido tra piacere, bellezza e sofferenza.
Mi raccontate che siete molto giovani, riuscite già a viverci con la musica?
Diciamo che si stanno aprendo belle strade. Provenendo dal jazz entrambi, abbiamo avuto buone possibilità di suonare a livello lavorativo tra matrimoni, serate… Sai, quelle cose lì. Con l’esplosione degli Speak Easy a Roma abbiamo lavorato molto. Certo, quando cominci a sentire il bisogno di fare cose tue originali e invece sei lì a suonare per un pubblico che spesso non è lì a sentire te, dopo un po’ ti prende un forte senso di frustrazione. Ad un certo punto abbiamo preferito rinunciare ad un po’ di lavoro sicuro per portare avanti questo progetto, che per ora tra grandi difficoltà ci consente di vivere di musica, sì.
Ho sempre visto a distanza il mondo del jazz come un mondo molto chiuso, venendo proprio da lì come vi rapportate ad esempio con i vostri amici che vivono in quel mondo e che fanno una musica molto diversa dalla vostra ?
In realtà ci confrontiamo, in maniera molto positiva. Tra tutti gli amici musicisti abbiamo raccolto un sacco di sensazioni giuste, forse perché non sono persone così legate al mondo classico del jazz, in parte magari anche grazie a noi si sono aperti a questo genere di musica.
In questi ultimi anni in cui si è vissuta una nuova ondata di jazz o, più semplicemente, il jazz è finito in mano a gli hipster, voi vi siete mai detti “facciamo jazz”? Oppure avete seguito il cuore e avete detto “no, andiamo verso l’elettronica”?
Pensiamo sia una cosa molto più di cuore, ovviamente non è paragonabile il nostro trascorso jazz a quello di Kamasi o di Thundercat, personalmente non è un mondo in cui ci ritroviamo all 100%. Nel campo artistico io credo uno debba lasciarsi andare. Io (Alessandro, Nda) stavo male fisicamente in queste serate jazz dove non suonavo cose mie. Per noi esisteva solo l’idea di andare a fare qualcosa che appagasse il nostro lato artistico e non fosse mero lavoro nella musica.
Nei prossimi mesi trovi i Concerto qui:
– 30 Settembre / Noicattaro / Ex Viri
– 6 Ottobre / Terlizzi / MAT
– 21 Ottobre / Treviso / Dump Club
– 26 Ottobre / Palermo / Fabbrica 102
– 27 Ottobre / Barcellona Pozzo di Gotto / Perditempo Club
– 24 Novembre / Latina / Sottoscala 9
– 30 Novembre / Milano / Ohibó
– 1 Dicembre / Lamezia Terme / Cafè Retro