Nuova settimana e nuovo carico pesante lanciato sul piatto di 42 Records: dopo l’album di Cosmo, accolto in maniera trionfale (anche da noi!), è arrivato il momento del nuovo EP del talentuoso e poliedrico Go Dugong. Lasciatosi alle spalle il clash multiculturale di “Novanta” e con la nuova esperienza parallela di Balera Favela – la festa che nell’ultimo anno ha incendiato Milano a colpi di baile funk – dalla sua, Giulio Fonseca si butta in quella che è una retrospettiva sulle radici primordiali e culturali del Pianeta Terra.
Per celebrare l’uscita del nuovo lavoro oggi ne presentiamo in première esclusiva la seconda traccia “Mandragora” (la prima è “Vivida”, che dà anche il titolo al cinque tracce: ci sono infatti altri tre interessanti remix). Un pezzo dal sapore – ça va sans dire- esotico ma anche medioevale, dedicato ad una delle tante fascinazioni del buon Go Dugong. La mandragora è una pianta officinale, con una radice dall’aspetto antropomorfo di uomo bambino e dalle qualità magiche e stupefacenti (protagonista tra le altre cose anche di un’opera di Machiavelli, “La mandragola”). E’ capace di portare i suoi azzardati assuntori prima alla pazzia e poi alla morte.
Nei trattati medievali, in modo un po’ esoterico si diceva che l’unico modo per tenere a bada gli effetti nefasti della pianta era, come scrive anche Machiavelli stesso, legarla al guinzaglio di un cane che una volta libero l’avrebbe tirata e quindi tolta dal terreno, uccidendola velocemente e impedendone quindi anche l’impianto successivo. Go Dugong fa per certi versi qualcosa di simile, giocando con un synth irriverente che altro non è che l’effetto della radice: per come la vediamo noi, un suono vertiginoso che irrompe su un ritmo ipnotico, quasi a denigrare e sbeffeggiare traccia, produttore ed ascoltatore stesso, tra un up velocissimo e un ancor più delirante down che è perdita di equilibrio e – infine – pazzia. In realtà, Go Dugong ha seguito nella sua testa una scansione ben precisa, molto legata appunto alla “leggenda del cane” (e all’“urlo” della mandragora una volta estratta – un urlo dopo il quale la pianta diventa non più pericolosa).
A noi ha divertito molto e non c’è verso di non esserne assuefatti. Provate anche voi. Ma con le dovute precauzioni.
(Foto di Luca Orsi)