Negli ultimi anni ci siamo abituati a pensare a Ryan Crosson e alla Visionquest in generale come a una piattaforma per musica danzabile sì, ma dal respiro un po’ più pop, magari addirittura con dei cantati, in generale di quella che non ci stupiremmo troppo di sentire in radio; in realtà però, tutta la famiglia di artisti associati al gruppo e lo stesso Crosson in particolare nascono come animali da dancefloor.
Fin dagli esordi su Telegraph e su Trapez, e poi come Berg Nixon su Minus, quando ancora Visionquest non esisteva, Ryan Crosson è sempre stato sinonimo di di tracce letteralmente devastanti sulla pista, non tanto per il design dei singoli suoni quanto per la costruzione sapiente dell’intero discorso contenuto in ogni traccia: non dei semplici tool, ma vere e proprie “canzoni”, passateci il termine, in cui di continuo succede qualcosa di nuovo.
Con l’arrivo di Visionquest per un attimo avevamo temuto di perdere quel Ryan Crosson, di vederlo ormai lanciato nell’olimpo dei produttori pop superstar, ma per fortuna non è andata così, ed è con questo “Bricolage EP” che il ragazzo originario di Detroit ma ormai cittadino del mondo ce lo ribadisce.
In particolare, in “Spoons”, la traccia che vi presentiamo in anteprima, i vocal ci sono ma sono ridotti all’osso, sono suoni distanti che comunicano senza parlare, mentre a farla da padrone sono un giro di basso scuro e ossessivo e degli accordi di violino, che appaiono quando meno te lo aspetti, a dare giusto un flebile raggio di luce che dura solo un istante, come una strobo in un club buio.
Quello che ci dice Ryan Crosson con questo EP, in sostanza, è “so farle, le canzoni pop, ma nel profondo del cuore voglio sempre far esplodere la pista”.