Che con Spring Attitude sia nato da tempo un feeling speciale è ormai un fatto assodato. Il rapporto di stima reciproca, culminato con la partnership che ci ha permesso di presentare durante la rassegna dello scorso anno Jolly Mare, Illum Sphere e Populous per festeggiare i nostri cinque anni, è figlio di un confronto e un dialogo costanti che hanno tagliato trasversalmente le diverse edizioni, seguendone la crescita e l’evoluzione. L’ambizione di riportare Roma in una posizione di prestigio all’interno del “sistema festival” italiano è solo una delle ragioni per cui ci sentiamo legati a Spring Attitude; ciò che veramente conta a nostro avviso, abbiamo provato a raccontarvelo con i nostri report nel corso degli anni, è il percorso intrapreso nel cinque anni fa e che si è sviluppato eterogeneamente di edizione in edizione, di esibizione in esibizione.
Oggi proviamo a raccontarvi la storia di Spring Attitude attraverso quindici dischi, flash musicali in grado sì di riavvolgere il nastro dei ricordi, ma anche di prepararci a ciò che ci attende.
[title subtitle=”WhoMadeWho: WhoMadeWho – Satisfaction“][/title]
La cover più infiammabile dinnanzi a uno dei pubblici più effervescenti d’Italia. Riuscite a immaginare l’effetto tra i tanti ex seguaci di Benny Benassi?
[title subtitle=”Busy P: Kavinsky feat. Lovefoxx – Nightcall“][/title]
Tutto l’eclettismo del buon Pedro nella scelta di suonare “Nightcall”. Come dargli torto?
[title subtitle=”XXYYXX: XXYYXX – About You“][/title]
Il giovane americano si è affidato a uno dei suoi pezzi forti per fare breccia nel pubblico romano e accendere l’edizione 2013 di Spring Attitude.
[title subtitle=”Slow Magic: Slow Magic – Girls“][/title]
Momenti di isteria collettiva tra il pubblico femminile. Quello maschile a ruota.
[title subtitle=”John Talabot: John Talabot – When The Past Was Present“][/title]
“When The Past Was Present” ha rappresentato a lungo uno dei pochi momenti più “dancefloor” del live di John Talabot, per questa ragione viene sempre accolta, più che a braccia aperte, come una manna dal cielo.
[title subtitle=”Blackbird Blackbird: Diplo – Express Yourself (Gent and Jawns Remix)“][/title]
Paura e delirio nel Back Room Stage.
https://www.youtube.com/watch?v=lvEhO-Nak7k
[title subtitle=”Tensnake: Tensnake feat. Syron – Mainline“][/title]
Pensate questa e, di lì a poco, “Coma Cat”.
[title subtitle=”Disclosure: DJ Le Roi feat. Roland Clark – I Get Deep (Late Nite Tuff Guy Remix)“][/title]
Per molti dei presenti, quella volta fu la prima al cospetto dei giovanotti inglesi. Hanno tenuto botta, eccome se hanno tenuto botta.
[title subtitle=”Cosmo: Cosmo – Ho Visto Un Dio“][/title]
Proviamo per “Ho Visto Un Dio” un affetto incontrollabile e sentirla suonare non può che averci riempito di gioia.
[title subtitle=”Gold Panda: Gold Panda – Vanilla Minus“][/title]
Con le sue due presenze, l’inglese è uno degli ospiti speciali del festival romano. “Vanilla Minus” ha fatto il suo dovere in entrambe le occasioni.
[title subtitle=”Jolly Mare: Pino Daniele – A Me Me Piace O’ Blues (Jolly Mare Lifting)“][/title]
Sole ancora alto e la pista della Pelanda gremita e presa davvero bene. Al lifting del pugliese per Pino Daniele, ovviamente, buona parte del merito.
[title subtitle=”Jon Hopkins: Jon Hopkins – Abandon Window“][/title]
Abbiamo ascoltato Jon Hopkins e il suo live praticamente ovunque, ma la sua esibizione è stata in grado di restare sempre emozionante e imprevedibile. Su una cosa, però, avemmo potuto scommettere senza paura di perdere la puntata: ad “Abandon Window” il compito di far prendere fiato al pubblico.
[title subtitle=”Four Tet: Four Tet – Pinnacles“][/title]
I meno “pratici” in tema Kieran Hebden hanno dovuto far ricorso a Shazam per riconoscerla; tutti gli altri hanno goduto e basta.
[title subtitle=”Go Dugong: Sangue Misto – Nella Luce Delle 6:00“][/title]
Conosco ragazzi che hanno parlato per mesi del set di Go Dugong come di uno degli show più divertenti a cui abbiano mai assistito. La chiusura con “Nella Luce delle 6:00” è, effettivamente, un colpo a effetto da vero campioncino.
[title subtitle=”Giorgio Gigli: Moderat – Bad Kingdom (Head High Remix)“][/title]
Luci già accese e Giorgio Gigli con il disco appena tolto tra le mani che sorride alla pista. Braccia in alto e i reduci in pista a cantare il testo di quello che, già da tempo, era diventato un vero e proprio inno.
https://www.youtube.com/watch?v=TPpeHKehn5M