Quest’anno regna la Gran Bretagna al MIT, infatti oltre alla presenza dei scozzesi Primal Scream ci saranno anche gli Stateless. Una doppietta che mi fa contare i minuti che ci separano dall’evento. Se non li conoscete mi basta dirvi che il loro suono è paragonato spesso a quello dei Radiohead e dei Portishead, un rock alternativo anche piuttosto psichedelico. Se invece li conoscete, saprete già che presenteranno l’ultima fatica che hanno creato su Ninja Tune. Abbiamo chiesto a Chris James proprio di raccontarci qualcosa su quest’ultima collaborazione…
Com’è cominciata la vostra collaborazione con la Ninja Tune? Questo ha in qualche modo influenzato il sound del vostro nuovo album?
Sì è stata una decisione di comune accordo con la Ninja Tune quella di dare all’album un suono più elettronico. Avevamo le canzoni e avevamo anche Damian Taylor interessato. Lo abbiamo scelto per il lavoro che ha svolto con Bjork e quando abbiamo firmato con la Ninja, l’etichetta, a sua volta, ha siglato un accordo con Damian per la produzione del disco. Lavorare con Damian è stato molto divertente. Gli abbiamo mandato tutte le nostre canzoni, i beats ed ogni tipo di idea e lui ha aggiunto alcune parti elettroniche.
Raccontaci ancora qualcosa della vostra collaborazione con Damian Taylor, che tra l’altro ha prodotto, oltre a Bjork, anche i Prodigy.
Come vi dicevo ci siamo scambiati del materiale con Damian e lui ha provveduto ad aggiungere dei layer elettronici ai beats e a rielaborare alcune cose. Poi sono andato a Vancouver per terminare l’album insieme a lui. Abbiamo passato due settimane nel suo studio che si trova in una foresta sulla Sunshine Coast. Un posto bellissimo in cui lavorare dove non ci sono distrazioni, solo la musica a cui devi pensare, e così ci siamo potuti concentrare sul lavoro e ci siamo ritrovati con l’album fatto e finito. poi sono tornato a casa mentre Damian finiva il missaggio.
Il vostro ultimo album “Matilda” sembra essere un tentativo di produrre un concept album. Si tratta di questo? E’ ancora possibile, in un epoca dominata dalla rivoluzione degli mp3 e dell’i-pod che hanno portato le persone a scaricare singole tracce per crearsi le proprie personali playlists, produrre un concept album?
Non è stato un vero e proprio tentativo di realizzare un concept album. Diciamo che quando abbiamo finito di scrivere le canzoni ci siamo resi conto che c’era un minimo comun denominatore, un filo che legava tutto insieme. Sembra come se l’album sia in qualche modo teatrale e che tutte le storie e i personaggi vengano da un altro mondo.
So a cosa ti riferisci, invece, quando parli della difficoltà di realizzare un concept in questi giorni considerando mp3 e playlists, ma credo anche che questo non dovrebbe impedire agli artisti di realizzare gli album che vogliono. Io personalmente preferisco ancora ascoltare un album nella sua interezza, piuttosto che una compilation di tracce sparse. Così mi viene abbastanza naturale scrivere tutto l’album pensando ad una cosa unica e se poi la gente vuole prendersi solo la loro traccia preferita, per me va bene, ma spero davvero che ci siano ancora persone là fuori che continuino ancora ad ascoltare un album per intero e penso che ancora ci siano.
L’Orbit è stato a Leeds, la città da cui provieni, il più importante club per la scena techno negli anni’90. Questa scena ha in qualche modo influenzato la tua musica oppure in generale la scena dello Yorkshire, penso a band come LFO di Sheffield, agli inizi degli anni ’90? Ritieni di aver vissuto quel momento in qualche modo?
A dire la verità no. Mi sono avvicinato alla musica elettronica attraverso l’ascolto piuttosto che frequentando i club e inoltre penso di essere un pò troppo giovane per essere stato in qualche modo parte di quel mondo. In ogni modo DJ Shadow e la Warp sono stati la mia personale introduzione alla musica elettronica, e anche Bjork. Ascoltavo un sacco di roba come Boards Of Canada e Aphex Twin e questo è quello che realmente mi ha portato ad un certo tipo di suono. E da allora non ho mai smesso di ascoltare musica elettronica. Anche LFO mi piace parecchio, ma conosco meglio Mark Bell per i lavori realizzati con Bjork.
Raccontaci qualcosa del vostro live set a Meet In Town. Che cosa vedremo?
Suoneremo la maggior parte dei pezzi di “Matilda”. Aspettatevi samples elettronici e drums elettroniche con il basso e la chitarra suonati dal vivo e la voce su tutto. Qualcosa di assolutamente dinamico, alcune canzoni molto delicate ed altre che invece saranno molto più aggressive!
English Version:
How your collaboration with Ninja Tune started and has it changed the sound of your last album? If so, how?
Yeh, it was a joint decision with Ninja to take the album in a more electronic direction. We had the songs, and we also had Damian Taylor interested, we targeted him cause of the work he’d done with Bjork, and when Ninja signed us they also did a deal with Damian to produce the record. Working with Damian was fun, we sent him all our songs and beats and ideas, and he brought an electronic element to the sound.
Tell us something about your work with Damian Taylor (Bjork and Prodigy producer).
We sent ideas back and forth, and Damian added an electonic layer to all the beats, and reworked certain things, then I went over to Vancouver to finish the album with him, we spent 2 weeks in his studio in the forest on the sunshine coast, it was a beautiful part of the world and a great place to work, cause there were no distractions, only music to think about, and we got loads of work done and pretty much finished the album. Then I came home, and Damian Mixed it.
Your last album “Matilda” seems to be an attempt to produce a concept album. Is it right? Is it possible nowadays to produce a concept album considering the mp3 and i-pod revolution and people trend to download single tracks to create their own playlists?
It wasn’t really an attempt to produce a concept album, it’s more that when we finished writing the songs we could see a kind of pattern or story emerge which seemed to tie everything together. It sort of felt like the album was quite theatrical, and all the stories and characters came from another world… I know what you mean about the difficulty revealing concepts nowadays with mp3s and playlists, but I don’t think that should stop artists from producing proper albums, I personally much prefer to listen to a complete album, than a collection of tracks. So it comes naturally to me to want to write full albums, if people want to pick their favourite tracks, that’s fine, but I do hope there are people out there who will still listen to the album as a whole, and I think there are.
The Orbit was the most important club in Leeds, your own city, for the techno scene during the ’90s. Has this scene, or in particular the Yorkshire scene with bands like LFO in Sheffield at the start of the ’90s, influenced your music? Have you lived that moment in some way?
Not really, I got into electronic music, but by listening to it, rather than going to clubs, I think I was a bit too young to really get involved in that scene. For me, DJ Shadow and Warp records were my introduction to electronic music, and Bjork, I used to listen to stuff like Boards Of Canada and Aphex Twin alot, and that’s what really got me into it, and I’ve never really stopped listening to electronic music since. I do really dig LFO too, but I know more of Mark Bell’s work through his work with Bjork.
Tell us something about your live set at Meet In Town Festival. What shall we expect?
We will be playing mostly new songs from “Matilda”, expect electronic samples, and electronic drums, live bass, live guitar, live vocals. Expect dynamics, some songs are very quiet and some are really really LOUD…