Quello russo è uno dei movimenti musicali – si parla di musica da ballo, ovviamente – più in salute degli ultimi tempi. Merito di un’estetica sofferente e decadente, che ben si sposa con gli stati d’animo cupi e introspettivi tratteggiati dalla techno che oggi “va di moda”, è chiaro, ma anche (se non soprattutto) grazie all’abnegazione e la preparazione con cui molti dei suoi artisti sono riusciti a definire un loro suono caratteristico. Tra questi rientrano, senza ombra di dubbio, Anton Zap e Stanislav Tolkachev, così come Nina Kraviz, croce e delizia dell’odierna scena techno che oggi sta girando il mondo con la sua valigia dei dischi – molti dei quali in uscita su ТРИП, la label che ha da poco inaugurato.
Si tratta di una fotografia certamente sommaria – non neghiamo di avere un debole anche per Unbalance e Philipp Gorbachev -, ma Suoni & Battiti sceglie di far partire la sua esplorazione proprio da qui per poi parlavi del nuovo LP di Fabio Monesi, del nuovo Token di Antogone, del primo “Different Seasons” di Out Electronic e dei lavori di Marcos Cabral, Dana Ruh, Eomac e Vin Sol. Si tratta di un’altra puntata ricchissima, perdonateci se ci siamo fatti un po’ attendere.
[title subtitle=”TRP002: De Niro Is Concerned (ТРИП)”][/title]
Live recordings e sonorità acid sono i tratti distintivi di ТРИП, la label di Nina Kraviz che in questi giorni si appresta a pubblicare la sua seconda release, ancora una volta un doppio 12”. Se da un punto di vista stilistico la scelta dell’artista siberiana di virare sul suono delle 303 (e synth affini) è legata prevalentemente all’affinità che l’etichetta deve avere con lo stile dei suoi dj set, il selezionare brani le cui parti sono state registrate live è figlio esclusivamente del suo desiderio di proporre musica estremamente “spontanea” e organica, quasi umana – ce lo aveva detto nella sua intervista: “ho catturato il momento e fatto nascere un’emozione. Ed è molto meglio che pulire la traccia fino a farla diventare sterile”. Per questo non aspettati da “De Niro Is Concerned” alcun tipo di artificio o “trick”, piuttosto affidatevi alle sue otto tracce se desiderate dare una bella scossa alla vostra selezione: “Barcode Population” e “Organezized” fanno davvero al caso vostro.
[title subtitle=”Anton Zap – Subculture EP (Apollo)”][/title]
Dopo il suo bellissimo album d’esordio, “Water”, Anton Zap torna su Apollo (la sub-label ambient di R&S Records) a distanza di due anni con un EP in cui riesce a concentrare l’essenza della sua musica e dare sfogo tutto il suo estro. Chi ha amato i suoi vecchi lavori, prendete per esempio “Road Trip Song” (Ethereal Sound, 2011) o “Capitain Rush” (Underground Quality, 2014), riconoscerà in “Pauspapier” l’eleganza e la delicatezza del produttore russo. Anton Zap, poi, non ha paura di esplorare in “Subculture EP” anche territori più lontani dal dancefloor, riscrivendo più volte il beat dei suoi lavori e confermandosi uno dei nomi più originali della musica da ballo.
https://soundcloud.com/apollo-records/anton-zap-pauspapier
[title subtitle=”Stanislav Tolkachev – All Night Vigil (M_Rec Ltd)”][/title]
Dopo la delicata e spinosa “questione Confucio”, che ha portato al ritiro dal mercato dell’uscita numero duecentosettantasei di Tresor, l’ucraino Stanislav Tolkachev torna al centro dell’attenzione degli amanti della techno con un nuovo EP, “All Night Vigil”. Il nuovo M_Rec, le cui quattro tracce sono alimentate da una tensione quasi psicotica, ribadiscono ancora una volta l’amore di Tolkachev tanto per le sonorità old-school, quanto per quelle più sperimentali, fissando il suo obiettivo artistico nella ricerca di un utopico equilibrio tra passato e futuro. Il risultato è una release emotivamente ondivaga, che sembra indicare all’ascoltatore la danza quale unico contraccettivo che lo domina.
[title subtitle=”Fabio Monesi – Parasol Dance (Wilson Records)”][/title]
“Parasol Dance” è un long play divertente e vitale, una raccolta in cui cut grezzi, suoni analogici, echi jazz, funk e disco convivono e danno vita alla personale visione di house music di Fabio Monesi, talento italiano da qualche anno trapiantato a Londra. I groove compatti e omogenei – prendete la title-track oppure “Give Me A Break” o “Acid Madness” – sono il vero punto di forza di questa raccolta di lavori che non possono fare altro che confermare il milanese, se mai qualcuno si fosse perso le prime dieci uscite della sua Wilson Records, come uno degli artisti più interessanti della nostra scena.
[title subtitle=”V.A. – Different Seasons Vol. 1 (Out Electronic Recordings)”][/title]
La prima uscita di “Different Seasons”, la serie con cui Out Electronics intende aprirsi a nuove collaborazioni e a cementare il rapporto con gli artisti di maggior spessore tra quelli già transitati all’interno del suo catalogo, è un EP tutto da scoprire. Davvero, è il merito è tutto dei lavori a firma Regen e Fabrizio Lapiana, uno per lato. Il pupillo serbo degli Zenker Brothers (e della loro Ilian Tape), con la sua dub swingata, scrive “Reduct” lasciando che questa si articoli seguendo con naturalezza il synth-portante. Semplice, ma mai banale. Lapiana, invece, da prova con “Aubergine” di saper scaldare il suo suono, assemblando un groove dal retrogusto house che ben bilancia le melodie ipnotiche tipiche della sua musica: la traccia funziona, confermando l’ottimo momento che sta attraversando il boss di Attic Music.
[title subtitle=”Vin Sol – Memory Scan EP (Delft)”][/title]
“Memory Scan EP”, il nuovo disco di Vin Sol, il compagno di merende di Matrixxman, è un disco spaccapista come non se ne sentivano da qualche tempo: “Just Whisper”, su A2, è un vortice di sei minuti scarsi letteralmente dominato da una bassline trascinante (e dalle tinte acid); “Rhythm 124”, sul lato opposto, è invece un bellissimo esercizio di beatmaking house, dove trionfano tom, cowbell e snare ruvidissimi. Come far felice il vostro pubblico, senza scadere nella banalità.
[title subtitle=”Steve O’Sullivan – Interchangeable Patterns Part. 2 (Sushitech Records)”][/title]
Dopo avervi parlato (ed esserci innamorati) della prima parte, ecco la seconda. In “Untitled 1”, su A1, c’è tutto Steve O’Sullivan: bellissimo!
https://soundcloud.com/sushitech/sets/steve-osullivan-interchangeable-patterns-part2
[title subtitle=”Eomac – Frozen Souls EP (Inner Surface Music)”][/title]
Batteria distorta, linea di basso ruggente in continua mutazione e synth arpeggiato che dona finalmente uno spiraglio di luce a un lavoro che, fino a quel momento, era stato totalmente avvolto nell’ombra. È “Heretic”, da “Frozen Souls EP”, la nuova uscita dell’irlandese Eomac su Inner Surface Music, un disco letteralmente travolgente.
[title subtitle=”Dana Ruh – Yardang (Brouqade)”][/title]
A diversi mesi dall’uscita di “Naturally”, il suo album d’esordio per la mitica Underground Quality, Dana Ruh torna sulla sua Brouquade con un EP profondo, avvolgente e sensuale. Provare “Case Sensitive” per credere.
[title subtitle=”Antigone – Cantor Dust (Token)”][/title]
Grazie all’invidiabile sensibilità che gli permette di coniugare astrazione a funzionalità, il parigino Antonin Jeanson è riuscito a conquistare la stima di molti illustri colleghi, attirando su di sé le attenzioni delle label più importanti della scena techno. Non è un caso, infatti, che dopo due anni attivissimi, durante i quali ha saputo inanellare una serie di release decisamente convincenti su Concrete Music (“The Astral Traveller EP”), Taapion Records (“Various Artists”, al fianco di Shlømo, Roman Poncet e PVNV) e Indigo Aera (“The Day The Sky Fell In EP”), abbia bussato alla sua porta Kr!z con la sua Token per commissionargli un doppio EP che sa davvero di “battesimo tra i grandi”. Decisamente più elegante e suadente dei lavori a cui i vari Inigo Kennedy, Ø [Phase] e Ctrls ci hanno abituati, pur non mancando assolutamente di vigore ed energia, “Cantor Dust” è la riprova di come Antigone riesca a plasmare la sua musica a seconda del messaggio da comunicare: percussioni meccaniche, droni, synthline tese e linee di basso muscolari, qui, si intrecciano in strutture calibrate al millimetro e danno vita un EP intenso e dalle molteplici sfumature.
[title subtitle=”Marco Cabral – The Conversation (Crème Organization)”][/title]
La distopica visione della musica da ballo di Marco Cabral, che si tratti di house, disco o techno, trova in “The Conversation” il suo manifesto più esplificativo: synth distanti, ritmiche da darkroom e suono compresso fino alla distorsione fanno di questo nuovo Creme Organization un lavoro al limite dell’indigeribile. “The Conversation”, così come molti dei suoi altri lavori, non è la cosa più semplice da infilare nei vostri dj set, ma l’americano non sembra curarsene più di tanto e, ancora una volta, tira dritto per la sua strada. La stima di label come L.I.E.S. (su cui ha anche prodotto due album) e Crème Organization, comunque, sembra dargli pienamente ragione.
[title subtitle=”Eric Cloutier – Raxeira (Wolfskuil Ltd)”][/title]
Dopo aver speso gran parte della propria carriera a metter musica in giro per il mondo e a prestare i suoi servigi come talent scout Bunker New York, Eric Cloutier ha deciso di dedicarsi alla produzione in modo serio e costante. Così, dopo l’uscita sulla Mosaic di Steve O’Sullivan, eccolo sulla Wolfskuil Ltd di Darko Esser con un EP percussivo e profondo in cui il beat deciso trova il suo contrappunto perfetto (e perfettamente complementare) in linee di synth ipnotiche, tremolanti (“Rexeira”) e liquide (“Palimpsest”). Chiude la release, sul B-side, Donato Dozzy: la tensione cresce, le insidie non mancano, ma il tutto ha un fascino tale da risultare comunque un richiamo irresistibile. Il remix del romano è, per forza di cose, il lavoro più accattivante e ricco di stile dell’intera release.