Ci risiamo, anche quest’anno, come ogni anno. Finché le ginocchia reggeranno, gli impegni lavorativi ce lo permetteranno e sarà viva la voglia di mischiarci tra quelli che, come noi, amano calcare i dancefloor, questo resterà un “periodo musicale” tanto interlocutorio quanto stimolante. Cosa ci lasciamo alle spalle? Quanto abbiamo ballato e adorato terrà botta? Cosa ci aspetta?
Certo è che i mesi caldi sono alle porte, ce lo dicono a chiare lettere Paul Johnson, Rio Padice e Riccardo, così come è chiaro che non si può tagliare fuori del tutto quella techno che da un paio d’anni è diventata il “must dance”, anche per i più housofili – chiedete a Deniro, ai Cassegrain e Skee Mask. Intanto Ricardo Villalobos non smette di produrre piccoli grandi capolavori.
[title subtitle=”Niro – Sidewalk Stories (Fortezza Records)”][/title]
Dopo due V.A. riuscitissimi (andatevi a ripescare le tracce dei Nightdrivers, di Speakdeep e di ÈF per farvene un’idea), l’umbra Fortezza Records si appresta a pubblicare la sua terza relase, affidata per l’occasione al solo Niro Perrone e alle caldissime mani di Alli Borem, chiamato in causa per remixare “Don’t Play With Cactus”. È probabilmente la sua versione, la traccia più “tesa” dell’EP, quella più incisiva tra le quattro inserite in “Sidewalk Stories”: il kick appesantito, la ritmica veloce e i frammenti della linea vocale del remix firmato dal giovane romano, trasformano l’accattivante e suadente versione originale in una marcia da pista irresistibile. Da segnalare, inoltre, anche la dolce e sognante “Sidewalk Stories”, che con la sua voce appena accennata e le sue atmosfere eteree chiude nel migliore dei modi un EP riuscitissimo.
[title subtitle=”Deniro – The Penal Colony (Tape Records)”][/title]
In perfetto equilibrio tra il suono di Detroit e quello della techno contemporanea, Deniro è indubbiamente uno degli artisti più interessanti in circolazione. Con le sue uscite su Tape Records – ricordate “Atavism”? – e ТРИП, che da sole basterebbero a far suonare più di un campanello di allarme, l’artista olandese ha saputo trovare un convincente compromesso tra melodia e groove profondi ed energici. “The Penal Colony” è un EP imperdibile: tutto, dal primo all’ultimo colpo di cassa, dal primo all’ultima nota di synth.
[title subtitle=”Rio Padice – Looking To The Sky / Summer Season (Housewax)”][/title]
Di ritorno su Housewax a tre anni di distanza da “Moon Phases EP” (“Urania EP”, sulla sorella Rawax, è sempre del 2012) il partenopeo Dario Di Pace torna sulla label di Francoforte con un nuovo 12”. Sia “Looking To The Sky” che “Summer Season”, con i loro echi funk, la loro pasta analogica e il calore delle bassline, rappresentato il ponte ideale verso la stagione estiva. Rio Padice ci porta in costiera: cappotta aperta, sole alto e capelli al vento.
https://soundcloud.com/dbh-music/h1002-rio-padice-looking-to-the-sky-summer-season-housewax
[title subtitle=”Cassegrain & Tin Man – Window Window (Infrastructure New York)”][/title]
Dopo esser stati inseriti da Function nella compilation numero sette della collana Berghain 07 (e nella relativa “Part II” dei suoi estratti), Tin Man e i Cassegrain riprendono il discorso lasciato in sospeso due anni fa con “High And Low” (Killekill, 2013) con un EP proprio per la label di Dave Sumner. “Window Window” è una release riuscitissima (notevole la title-track) che ha tutte le carte in regola per dare un’accelerata alla loro collaborazione. La TR303, al solito, guida il canovaccio della release, un disco che fornisce una fotografia nitida della visione che i tre hanno dell’acid “moderna”. Duro, ma al tempo stesso elegante e contemplativo, il nuovo Infrastructure New York sposa alla perfezione gli Acid Test migliori.
[title subtitle=”Riccardo – Melody Haunts My Reverie (Imprints Records)”][/title]
Riccardo (Buccirossi) becca i groove giusti, quelli che rimandano tanto alla minimal quanto all’house ben fatte, e piazza sulla sua Imprints Records un EP divertente, solare e divertente. Buona “Real”, molto buone sia “Lapiuta” che “Frogs Misterious”: questo è quel genere di dischi che potete sentire da Zip, Raresh e soci.
[title subtitle=”Insanlar – Kime Ne (Honest Jon’s Records)”][/title]
La capacità di Ricardo Villalobos di rendere estremamente “pop” i suoi lavori, nel senso di coinvolgenti, trascinanti e sensuali, pur costruendo un’infinità di micro-sistemi musicali complessi, non è di questo pianeta. Non è di questo pianeta.
[title subtitle=”Paul Johnson – I Like To Get Down (Bosconi Records)”][/title]
Otto minuti, una sola traccia, un viaggio incredibile tra Chicago e la campagna toscana: Paul Johnson porta tutta la sua classe su Bosconi con un lavoro, “I Like To Get Down”, che trasuda funk e sensualità. Bello, così bello che in un sol colpo è già estate e splende il sole.
[title subtitle=”Dan Curtin – Selfish EP (Turquoise Blue)”][/title]
C’è tanta sostanza nella nuova release di Dan Curtin, produttore americano nato a Cleveland e trasferitosi da qualche tempo (indovinate un po’?) a Berlino. “Selfish EP”, questo il titolo della nuova uscita prodotta da Turquoise Blue, è infatti un disco dalle linee di basso grasse e invadenti e dai groove compatti che, oltre a tre versioni originali di tutto rispetto, può contare su un remix dei The Analogue Cops davvero di grande spessore. La ritmica più marcata scritta del duo veneto, unita per l’occasione alla linea vocale tagliata a dovere, fanno di “Selfish” un’arma letteralmente vincente.
[title subtitle=”Skee Mask – Junt (Ilian Tape)”][/title]
Vero e proprio mattatore della serie “X” di Ilian Tape, Skee Mask torna sulla label dei fratelli Zenker con “Junt”, un EP torbido e conturbante. Il bavarese con la maschera da sci, a distanza di pochi mesi da “Serum”, ci presenta una release le cui tracce confermano la sua passione per i groove meccanici e per le atmosfere sospese, dove pad e riverberi formano un immaginario e ipnotico “campo magnetico” trascinante, lo stesso costruito dai sui dj set. Boiler Room docet.
[title subtitle=”Claudia Anderson – Liquid Forms (Singular Records)”][/title]
“Liquid Forms” è il secondo EP a firma Claudia Anderson per Singular Records, la label del parigino Cédric Bros che abbiamo incontrato più volte su Deeply Rooted House (prima) e Tresor (negli ultimi mesi) con il suo moniker Marcelus. Il disco è molto vario e proprio grazie a questa caratteristica accresce il suo valore: la loopy-dub di “Neutral State” e la techno percussiva di “Be One”, così come le incursioni ritmiche sul tappeto ambient che caratterizzano “Makron”, fanno di “Liquid Forms” un disco versatile e suonabile nei più svariati contesti, nonostante la musica di Claudia Anderson sia tutt’altro che “semplice”.
[title subtitle=”V.A. – All (Dial Records)”][/title]
Nonostante la lodevolissima apertura a una serie di nomi non necessariamente al centro dell’immaginario legato a Dial, la release celebrativa per i quindici anni della label di Amburgo non può non colpire grazie ai lavori di chi, per davvero, da sempre ne alimenta il motore. Si tratta di Carsten Jost (“My Confession”), di Lawrence (“Chez Dupont”, bellissima), di Efdemin (“No Exit”), John Roberts (“Paloma”), Pantha Du Prince (“Timeout On The Rocks”) e Roman Flügel (“In Your Wardrob”). Inutile dire che, di fronte a un roster simile, i giochi si fanno inevitabilmente semplici…ma voi più di un decennio fa l’avreste detto che questi giovanotti avrebbero fatto tutta questa strada?
[title subtitle=”Distant Memories – Distant Memories (Wunderkammer Recordings)”][/title]
Il meglio del nuovo, e omonimo, EP a firma Distant Memories è tutto nel B-side dove “Mentale” e “Fino Alla Fine”, con le loro fredde e profonde atmosfere, trascinano l’ascoltatore in uno stato di sospensione per nulla “comodo”, ma non per questo resistibile.
[title subtitle=”Trevino – Eclipse (Klockworks)”][/title]
Non è esattamente il disco che vi sareste aspettati da Klockworks e nemmeno il miglior EP di Trevino in assoluto, eppure “After The Rain” è una traccia con un suo perché.
https://www.youtube.com/watch?v=2PJaB1trB_Y