Si torna a giocare sporco e duro, questa settimana su Suoni & Battiti. Si torna a parlare di quel suono che, durante tutto l’anno, è stato il filo conduttore della rubrica e che, in buona sostanza, ha rappresentato il collante tra tutte e cinquantadue le sue puntate. Torna la techno, quindi, e lo fa proprio quando è il grigio a colorare in modo compatto il cielo e a diventare tutt’uno col cemento: è il suono della nostra quotidianità, del periodo difficile che tutti, chi più chi meno, stiamo vivendo e la scelta a cui scegliamo di aggrapparci quando l’edonismo dell’house non basta ad evadere.
Sul Suoni & Battiti di questa settimana si respira l’odore della pioggia e della polvere da sparo. È buio pesto, ma noi ci stiamo da Dio.
[title subtitle=”V.A. – The Deviant Octopus (трип)”][/title]
Scura, trippy e totalmente avvolgente, la prima uscita di трип (si legge “trip”) è un doppio EP che fotografa in pieno il gusto di Nina Kraviz, la sua fondatrice. “The Deviant Octopus” è pronto ad essere distribuito per la gioia di quella Nina Kraviz che ha scelto di vestire i panni della mecenate per dare spazio a nomi (più o) meno conosciuti, ma che oggi incontrano al 100% il suo gusto. Così, messe da parte le sue due tracce (molto buona “IMPRV”), escono fuori nomi e lavori inaspettati, una scelta che va in controtendenza con la tendenza delle alte label di creare “coalizioni” e sinergie con lo scopo di rafforzarsi vicendevolmente. Nina Kraviz, quindi, punta su Steve Stoll (la sua “Pop Sondg” è, con tutta probabilità, la traccia migliore del doppio 12”), gli islandesi Bjaki e Exos, l’olandese Parrish Smith e Terrence Dixon, che consegna alla siberiana due lavori sotto l’alias di Population One. “The Deviant Octopus” è un insieme di tool, niente di più, e, trattandosi di un V.A. e non di un album, questo non rappresenta assolutamente un problema. Nina Kraviz delinea in modo netto quelle che saranno le linee guida della sua nuova piattaforma: drum e synth polverosi e dal retrogusto analog al servizio della costante e ossessiva ricerca dell’ipnotismo.
[title subtitle=”Overall Severity / Fabrizio Lapiana – 1003 (M_Rec Ltd)”][/title]
Ancora Fabrizio Lapiana, presenza costante della serie di 10” che rappresenta una sorta di joint venture tra M_Rec Ltd e la sua Attic Music, a dettare legge nel nuovo EP della label di Max_M. Sebbene al lato A, affidato al misterioso progetto Overall Severity, abbia davvero il “tiro della festa”, quello che ti prende a sberle nelle ore calde della notte, è il lavoro del produttore romano a fare ancora una volta centro. Al pari di “1002B” (una delle tracce techno che più ci sono piaciute nell’ultimo anno), anche qui le atmosfere si dilatano, poggiandosi leggere su un groove presente e veloce: “1003B” abbraccia mente e gambe, “1003B” fa semplicemente la differenza.
[title subtitle=”V.A. – V – 5 Years Of Artefacts Chapter 3 (Stroboscopic Artefacts)”][/title]
Passate (più o meno in scioltezza) i primi due EP della serie celebrativa di Stroboscopic Artefacts, in attesa del rush finale che vedrà protagonisti, tra gli altri, anche i nostri Chevel e Donato Dozzy, Luca Mortellaro ci consegna quello che è probabilmente uno dei V.A. più belli usciti sulla sua label. Merito dei solidi e muscolosi lavori di Xhin, che confeziona una traccia spacca dancefloor con un synth “motosega” e un noise in reverse (è uno snare?) capaci di resuscitare i morti, e di Tommy Four Seven, che con “FFFFF” dimostra di essere completamente a suo agio anche lontano da CLR. Chiudono il pack Kangding Ray e, soprattuto, i francesi DSCRD: il quintetto parigino è molto probabilmente, al pari dei Dadub, la vera arma segreta del roster capitanato da Lucy.
[title subtitle=”Sterac – The Hypnoticus (Remixes) (Delsin Records)”][/title]
Dopo il convincente ritorno, presentando due EP di primissimo livello su Klockworks e Delsin, Steve Rachmad continua a cavalcare l’onda lunga dell’hype proponendo, sempre sulla label olandese, i remix di “The Hypnoticus”. Affidati a VRIL, Mike Dehnert e al duo formato da Anthony Parasole e Phil Moffa, i rework hanno un unico comune denominatore: la cassa nuda, spessa e durissima. Mentre il giovane di casa Delsin e il duo newyorkese ci danno dentro come se si stessero giocando il premio “Incazzato 2014” (a cui arrivano ovviamente a pari merito), è Mike Dehnert a reinterpretare nel migliore dei modi la versione originale. Quello dell’olandese è un remix pulsante e ruvido che, grazie al crescendo impetuoso e all’articolarsi delle synthline, non annoia praticamente mai. Se cercate il “disco peak time” l’avete trovato.
[title subtitle=”Deep’a & Biri – Basement Cuts EP (Jaunt Records)”][/title]
Dopo essersi barcamenati a lungo tra label buone più per prendere dimestichezza con il mercato discografico che per fare il salto di qualità vero e proprio, e dopo aver inaugurato con buoni feedback la loro Black Crow Records, gli israeliani Deep’a & Biri sono pronti a pubblicare quello che sembrerebbe essere il lavoro migliore della loro discografia. A ben vedere, infatti, “Basement Cuts EP” è davvero un’ottima release, anche più di “Hope” (prodotta al fianco di Aril Brikha), e questo perché le tre originals contenute al suo interno riescono a colpire sia per l’emotività e l’intensità delle linee melodiche, che per l’effettiva presa sulla pista dei groove costruiti (le due cose, specie nei dischi fatti bene ma non benissimo, vanno quasi mai di pari passo). Questo è indice di un lavoro sopra la media: le tracce hanno tiro e al tempo stesso si permetto il lusso di intersecare synthline intelligenti e ben articolate. Si balla, si balla tanto con “Basement Cuts EP”, tanto che questa coppia di producer di Tel Aviv ci sembra finalmente pronta per entrare nel salotto buono dei produttori più rispettati del Vecchio Continente.
[title subtitle=”Marco Zenker – 2626 (Ilian Tape)”][/title]
Portavoce autorevole di uno dei progetti familiari più riusciti dell’odierna scena elettronica, Marco Zenker torna sulla sua Ilian Tape con il primo EP in solo dell’anno. “Geezin”, la traccia che più vi consigliamo, è il saluto perfetto dopo una notte memorabile, la colonna sonora ideale del sole pallido che sorge in questo autunno grigio e piovoso. Le sue melodie battono i beat adrenalinici che completano l’EP e che, comunque, non possono passare inosservati (“Lubiana” è irresistibile isteria). Sì, non c’è dubbio, l’attesa è stata ampiamente ripagata.
[title subtitle=”Simone Gatto – Holzwege EP (Out Electronic Recordings)”][/title]
Giunto alla sua seconda release sulla sua Out Electronic Recordings, Simone Gatto dimostra di aver raggiunto la piena consapevolezza dei suoi mezzi e delle potenzialità in suo possesso, presentandoci un lavoro equilibrato e ricco di sfumature. All’interno di “Holzwege EP”, dove possiamo trovare il bel remix di un decisissimo Legowelt (il suo lavoro è notevolmente più teso e nervoso della versione originale), l’artista salentino da prova di sapersi muovere senza grossa fatica tra piani melodici interessanti e mai scontati, facendo leva su di un groove che non passa mai il segno e che permette all’emotività dei suoi lavori di venir fuori nel migliori dei modi. Bella la placida “Maseo”, sfiziosa la ben più rigida “It Comes Back”.
[title subtitle=”DJ Red – Duality EP (Electric Deluxe)”][/title]
Dopo avervi presentato in anteprima lo streaming esclusivo di “Double Vision” qualche giorno fa, non possiamo esimerci dal tornare a parlare di “Duality EP” di Dj Red. Come già ampiamente anticipato, Simona Calvani approda su Electric Deluxe con un disco convincente in cui viene messa in risalto, in modo molto maggiore rispetto al seppur validissimo “Eyes Are Blind” su BPitch Control, la sua capacità di far convivere la sensualità dark che trasuda dalla sua selezione musicale e l’intensità di quella techno di matrice teutonica, con cui ha sempre dimostrato di avere dimestichezza, ma che ora l’ha assorbita in pieno dopo il suo trasferimento da Roma a Berlino.