Sono uno di quelli che nell’annosa disputa tra Oasis e Blur non ha mai saputo dire se preferisce il gruppo dei fratelli Gallagher o quello capitanato da Damon Albarn. Forse perché non mi è mai interessato esprimere un giudizio, ma c’è una cosa che però non posso assolutamente negare: guardando gli artisti da un punto di vista più alto, che esuli dalla competizione tra le due band “britpop” per eccellenza, il londinese è indiscutibilmente il mio preferito, e non solo per la sua visione della musica più completa ed eterogenea. Per questa ragione ho accolto con piacere e grande curiosità la notizia dell’uscita del suo primo album solista, “Everyday Robots”. Le dodici tracce della raccolta ti prendono e ti tirano a se, con delicatezza è vero, ma ti immergono senza troppa premura nella malinconia che Albarn tesse grazie a lavori bellissimi come “Lonely Press Play”, “The Selfish Giant” e “Photographs (You Are Talking Now)”.
Ma non è, e non potrà mai essere, Damon Albarn e il suo album il tema di un Suoni & Battiti: oggi si parla di alcune delle label capaci, con le loro uscite, di tirarci fuori dagli stati d’animo autunnali con cui “Everyday Robots” c’ha avvolto il cuore. Le vie di fuga, insomma.
[title subtitle=”Soundstream”][/title]
Il fatto che a partire dal 1999, anno in cui venne pubblicato “Good Soul”, siano usciti solo sei dischi firmati Soundstream ha ovviamente accresciuto l’hype intorno alla label della famiglia Hard Wax, ma è indubbio che lavori come “All Night”, “Dance With Me”, “Inferno” e “Love Jam” rappresentino uno dei migliori compromessi per chi ama l’house, ma non sa rinunciare al tocco leggero e sensuale della disco. Questo è un dato di fatto incontrovertibile, reso valido dal numero di dischi che ancora oggi il berlinese Frank Timm vende. I Soundstream, infatti, sono dischi divertenti, felici, disinibiti e di grande magnetismo; musica che è rimasta fedele a se stessa e che mai e poi mai si è svenduta per andare incontro alle mode che si sono alternate negli ultimi quindici anni. Sta proprio qui, è chiaro, la ragione del suo successo. Qualcuno sa quando esce il prossimo? Dovremmo esserci quasi..
[title subtitle=”Full Pupp”][/title]
Attiva dal 2005, Full Pupp è un piattaforma inaugurata e gestita da Prins Thomas e Stevie Kotey (Chicken Lips). La sua discografia, che annovera oltre cinquanta release tra EP e album (tra i quali spiccano tutte le raccolte di Thomas Moen Hermansen), ha giocato un ruolo fondamentale nell’affermazione del movimento disco norvegese insieme ad altre etichette meravigliose come Feedelity (la label di Lindstrøm) e Smalltown Supersound. E’ notizia di questi giorni – già anticipata sulle nostre pagine qualche giorno fa – l’uscita di “Prins Thomas III” e noi non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di segnalarvi la bellezza di lavori come “Hans Majestet“, “Åpne Slusa“ e “Trans”: musica così ha la capacità di cambiare le nostre giornate.
[title subtitle=”Edizioni Mondo”][/title]
Edizioni Mondo ha una storia piccola piccola (appena due release), ma la il cuore e l’anima di chi è immerso nella musica da una vita. Questa è una cosa che si sente immediatamente, senza il bisogno di aspettare una decina di uscite per averne la conferma. E’ la label di Francesco De Bellis, quello che avete incontrato come Francisco, Jollymusic e Mr. Cisco, e già questo dovrebbe bastarvi per capire l’imprinting dell’etichetta. “Laguna” di ROTLA, ma soprattuto “Precipizio” a firma L.U.C.A. (l’ultimo alias dello stesso De Bellis), sono lavori meravigliosi. Meravigliosi.
[title subtitle=”ItaloJohnson”][/title]
ItaloJohnson è un affascinante e misterioso progetto discografico nato a Berlino che fa della semplicità e della concretezza delle sue uscite i suoi punti di forza. Le sette release che hanno visto la luce nei quattro anni di vita della label – l’ottava è alle porte ed è assolutamente pazzesca, credetemi – rappresentano, infatti, un’immagine nitida del valore del progetto a cui ormai guarda con grande interesse il mondo dell’elettronica. I tre ragazzi che ci celerebbero dietro al progetto (il condizionale è d’obbligo viste le poche informazioni a nostra disposizione) hanno fatto un grande lavoro, non c’è che dire, consegnandoci EP da custodire in borsa come gioielli: la terza, la quinta e la settima sono davvero tantissima roba.
http://www.youtube.com/watch?v=zVrZCY9KEcs
[title subtitle=”MCDE”][/title]
Divenuto un’icona vivente dell’elettronica mondiale, Motor City Drum Ensemble è un artista eccezionale, uno di quei nomi che non ha più bisogno di presentazioni perché chiunque compri dischi da qualche anno, o sia un assiduo frequentatore di club, non può non essersi imbattuto in almeno uno dei suoi lavori. La sua cultura musicale sterminata, capace di fargli pescare dai dischi più impensabili i campioni con cui costruire la sua musica, è la chiave di volta del successo delle sue uscite. Musica dimenticata, ferma lì da decenni in attesa di un tocco di modernità, trova in Danilo Plessow il suo chirurgo plastico, quell’artigiano dell’editing musicale che taglia e cuce voce e suoni per costruire piccole grandi perle come “Raw Cuts #3”, “Raw Cuts #6” e “Monster Box”.
[title subtitle=”SSOL”][/title]
Una sola uscita e sono rimasto folgorato. E’ chiaro, per lavori così c’è sempre il rischio che si tratti di un fuoco di paglia e che la label svanisca con la stessa velocità con cui ha bussato alla porta delle nostre borse di dischi, ma è da Dicembre che l’A-side di SSOL non mi molla un attimo.
[title subtitle=”Live At Robert Johnson”][/title]
La label dello storico club di Francoforte è un contenitore incredibile: compilation mitiche (Prins Thomas, Dixon, Roman Flügel e Thomas Hammann & Gerd Janson su tutte) e EP imperdibili convivono qui, con la serenità dei lavori ben fatti e dei progetti solidi a lungo termine, segnando le tappe di una crescita discografica notevole, sia per la qualità dei lavori proposti che per la loro varietà. Nel suo catalogo, infatti, è possibile trovare alcuni dei lavori più belli e intensi di Roman Flügel – tra cui “Brian Le Bon” (per cui ho speso tutti gli aggettivi lusinghieri presenti nel dizionario), “Dishes & Wishes” e “Cookie Dust” – e buona parte della discografia di Massimiliano Pagliara, produttore leccese ora trapiantato a Berlino, il cui talento meriterebbe un focus ben più approfondito. E’ proprio per la sua musica, infatti, se nel Suoni & Battiti di oggi si parla di Live At Robert Johnson: la sua disco è moderna, avvolgente e travolgente, “Gonna Get Your Love Gonna Find You” ne è solo un esempio.
[title subtitle=”Running Back”][/title]
Plasmata dal talento e dalla creatività di quel genietto che risponde al nome di Gerd Janson, Running Back è una di quelle label che fareste bene a seguire sempre con interesse e curiosità viste le scelte mai banali che hanno arricchito il suo catalogo con artisti dall’indubbio talento. Mark E, Prosumer, Move D, Radio Slave, Todd Terje, Tensnake e Theo Parrish, oltre ai Tiger & Woods e Redshape che negli ultimi hanno pubblicato qui le loro ultime raccolte, sono solo alcune delle figure che hanno permesso a Running Back di conquistarsi le luci della ribalta e i palcoscenici più prestigiosi per i suoi imperdibili showcase.