Ferie imprevedibilmente più lunghe per Suoni & Battiti che, a distanza di qualche settimana da quel “back to ’90” che c’ha tanto divertiti nella sua preparazione, torna su queste pagine con una carrellata di EP, tutti ovviamente di pregevolissima fattura. L’indole della puntata è ancora una volta house, nonostante i tratti comuni tra i diversi dischi proposti siano davvero pochi: c’è di tutto e ogni lavoro colpisce per la sua intensità e la sua originalità; quello di oggi, insomma, è una sorta di riassunto di quanto di bello abbiamo potuto ballare negli ultimi weekend e di quanto ci attende dalla nuova stagione musicale, ormai alle porte. Ben tornato Suoni & Battiti!
[title subtitle=”The Analogue Cops – Monkey Suits (Hypercolour)”][/title]
I The Analogue Cops tornano su Hypercolour col loro suono ruvido e un po’ bastardo, fatto di drum polverose e campioni grezzi come calcinacci. Considerando anche la serie LTD, “Monkey Suits” è la loro terza release sulla label inglese, un EP in cui Domenico Cipriani e Alberto Marini si dividono i compiti assegnandosi un lato a testa. A noi piace di più il lato A, quello con le due tracce di Lucretio, quello in cui fa bella mostra di sé “Vampire Killer”: passo spedito, bassline decisa e synth 8bit che parla la lingua di Pac-Man, Tetris e Mario Bros. Buttata giù così sembra uno scherzo, ma a conti fatti c’è poco da ridere quando si ha davanti il disco del mese. Welcome back Cops!
[title subtitle=”Qnete – Lessons In Finding (Lobster Theremin)”][/title]
Un po’ Detroit, un po’ Chicago e un po’ anche New York: “Lessons In Finding” di Qnete è il miglior esordio che il produttore di Brema potesse sperare di fare sull’ormai prestigiosa Lobster Theremin. Per noi “I Might Be Wrong” su A2!
[title subtitle=”Borrowed Identity – Faith (Foul & Sunk)”][/title]
“Faith” è una vecchia traccia di Borrowed Identity, inserita all’interno di “Stimulation”, la quinta release di Foul & Sunk. A distanza di di tre anni da quella release la label svizzera, memore degli effetti che la combinazione piano-voce-percussioni, ha deciso di ristampare la versione del produttore di Friburgo e affidare i suoi remix a due membri della crew Freude am Tanzen: Thomas Stieler e Monkey Maffia. Inutile dire che continuiamo a preferire il brano nella sua veste originale, anche se il suo stile è ormai distante da quello dai suoni che hanno portato recentemente Borrowed Identity all’attenzione degli appassionati di techno.
[title subtitle=”Kat Williams – That Track By Kat (Skylax Special Edition)”][/title]
Nel 2002 “That Track By Kat” fece la sua comparsa sull’A-side della seconda relase della californiana Shadowprint Records, EP che vedeva Kat Williams alternarsi con Angel Freakin sui suoi due lati. A distanza di tredici anni dall’uscita di quell’ormai richiestissimo classico, Skylax lo recupera e lo affida a F.T.G. (Fuckthegovernment) per donargli nuova linfa. L’occasione è ghiotta e il ternano non si lascia l’occasione di metterci su le mani: i due remix sono entrambi basici, decisi e ruvidi e tengono testa alla validissima “materia prima” come meglio non potrebbero. Per questa ragione quella tra il “Reconstruction Mix” o il “Side-Dub Mix” è davvero una bella lotta.
[title subtitle=”Dona – In My Bed EP (Points Records)”][/title]
Non ce ne voglia il sempre bravo Eduardo De La Calle, ma il meglio dell’ennesimo Points a firma Dona, il quinto, sta nelle tre originals. I groove omogenei e le batterie ricche e imprevedibili delle tracce del giovane pugliese, scritte seguendo i dettami di quell’attitudine analogica che sta alla base della filosofia della label, unite a bassline dalle tinte acid e a pad ariosi, fanno di “In My Bed EP” un lavoro “finto-grezzo”: la scelta di suoni essenziali e poco raffinati non deve trarre in inganno, infatti, perché non è da tutti la scelta degli incastri sonori. Sentirselo dire farà particolarmente felice Dona, che ha nell’americano uno dei suoi idoli, ma sembra davvero che la sua musica possa essere considerata la versione “spregiudicata” di quella (deep)-house detroitiana che ha in Patrice Scott il suo miglior esponente.
[title subtitle=”Details II – Details Two (DT)”][/title]
Hanno ristampato il secondo Details, che ci eravamo colpevolmente persi: deep e dubby, ci piace tanto quanto gli Echochord migliori.
[title subtitle=”Stephen Brown – Invisible Light EP (Indigo Aera)”][/title]
I richiami di Stephen Brown a Shed e ai suoi Wax sono più che evidenti, in questo nuovo Indigo Aera, ed è forse proprio per questa ragione che sia “Hot Shoe” che “Lux” ci piacciono parecchio. Poco importa se la “botta” non arriva nemmeno da “New Waves” e se il remix di Antigone non spettina più di tanto: “Invisible Light EP”, con i suoi synth sincopati e fluttuanti e con il suo groove masticato, può rivelarsi un’arma vincente senza mai affondare alcun colpo.
[title subtitle=”Hugo Gerani – EP (Good Company Records)”][/title]
Mai sentito nominare, così come la label che lo ospita, Hugo Gerani è comparso all’improvviso sui nostri radar con un EP d’esordio assolutamente imperdibile: “Freeze Action (Desire)” è sporca, trascinata e indolente, ma anche cazzutissima! Questo Good Company è il disco che rimpiangerete di non aver comprato in tempo se non lo farete vostro immediatamente.
[title subtitle=”D-Malice – Indian Time (Don’t Be Afraid)”][/title]
Il titolo non tragga in inganno perché di indiano, in questo nuovo “dub” di Don’t Be Afraid a firma D-Malice, non c’è granché. Le atmosfere, soprattutto quelle della versione originale, sembrano infatti rimandare all’oriente e a un update 2015 della danza del ventre, un vero e proprio toccasana contro la saudade da vacanza/spiagge/cazzeggio. Eppure a noi piace di più il remix del canadese Basic Soul Unit, che sfratta il flauto e piazza un bel kick ciccione sotto il riff di chitarra, l’ultimo protagonista rimasto della versione originale.
[title subtitle=”V.A. – House Culture EP (12Records)”][/title]
Sono sei i dischi house dalle tinte pastello, come il centrino di questo nuovo 12Records, scelti da Deep88 per il quarto various della sua label (dopo i tre volumi “House Of 12”). Rhythm 2 Soul, Paul Deepnlow Moore, Reekee, GoldFinger (a lui il premio di migliore in campo), Nasty Boy e lo stesso Deep88 sono i protagonisti di “House Culture EP”, un disco paradigmatico per quanto riguarda il filone deep del genere e che, proprio grazie agli interpreti coinvolti, centra in pieno il suo obiettivo. Si tratta di un bellissimo EP, non c’è che dire, uno di quei dischi che si pone per scelta agli antipodi del dancefloor più edonista per ricercare (e trovare) un risultato senza dubbio più longevo.
[title subtitle=”Phran – 3000 Modes EP (Klasse Wrecks)”][/title]
Cavolo, “Basical” sembra un Objectivity dei bei tempi!
[title subtitle=”Jose Padilla – Lollipop (International Feel)”][/title]
Il primo singolo estratto da “So Many Colours”, l’album uscito su International Feel a fine maggio, è “Lollipop”: con le sue melodie dolci, le percussioni mai troppo invadenti e quello mood che evoca tramonti inevitabili e agrodolci Jose Padilla ci racconta l’estate che volge al termine. La sua “12 inch Version” è davvero bellissima.
[title subtitle=”Shan – Work It EP (Running Back)”][/title]
Nato e confezionato per il “dancing benefit”, per citare la descrizione che accompagna la release, “Work It EP” è il nuovo disco di Victor Shan per Running Back. Dopo aver suonato in lungo e in largo il “Piano Mix”, Gerd Janson pubblica finalmente “Work It” per la gioia di chi un posto a tracce come “Bassline Party” lo trova sempre.
[title subtitle=”Nick Höppner – Remixes (Ostgut Ton)”][/title]
Dopo aver incassato i complimenti della critica per l’album d’esordio di Nick Höppner, “Folk”, Ostgut Ton è pronta a pubblicare l’immancabile EP di remix che accompagna ogni long play. Ancora una volta distanti da quella techno scura e decisa che il producer tedesco continua a schivare senza troppe difficoltà, i quattro lavori contenuti in “Remixes” sembrano esser stati prodotti per accentuare le “soluzioni” ritmiche delle originals di Höppner, sottolineandone gli elementi percussivi. Non si tratta di un EP “tribale”, non spaventatevi, ma ciò che balza immediatamente all’orecchio ascoltandolo è come i remix di The Black Madonna, del due berlinese Liit, dell’olandese Aardvarck e del nostro Herva siano tutti decisamente “drum-centrici”. Chi ha apprezzato la varietà e la completezza di “Folk” non potrà che fare altrettanto con questa nuova release: le cose migliori prodotte utlimamente da Ostgut Ton parlano sempre meno techno.
[title subtitle=”Jimpster – English Rose EP (Freerange Records)”][/title]
Nonostante il tiro del disco sia quello tipico della deep-house ben fatta, non una novità se si conosce un minimo la discografia di Jimpster e della sua label, il basso funky e gli elementi che guidano la lenta (ma inarrestabile) evoluzione di “English Rose” fanno di questo nuovo Freerange un disco incredibilmente coinvolgente e trascinante. Il disco è essenziale, solido ed elegante…vi dirò di più: strizza pure l’occhio vintage (è un coro quello che la taglia trasversalmente?), attitudine che, oggi come oggi, sembra proprio non guastare mai.
[title subtitle=”Sebo K – Scenario #1 (Scenario)”][/title]
Inspirata al party ospitato dal Watergate fino al 2009 e curato da Sebo K, Scenario sembra essere l’ideale continuazione del buonissimo lavoro svolto dal dj e producer berlinese su Mobilee qualche tempo fa (ricordate “Diva” e “Too Hot”?). Mentre in queste ore è uscita la seconda release (una ristampa di Ian Pooley), riprendiamo il primo out prodotto da Sebo per inaugurare il suo catalogo e segnaliamo scegliamo “Nexus” e il gustoso remix firmato da Jus-Ed, che per confezionare la sua personalissima versione attinge liberamente da entrambe le originals.