Avremmo potuto fare i furbi e tuffarci con tutte le scarpe in quello che è indubbiamente il tema della settimana: Halloween e il carrozzone di feste, festini e festicciole che caratterizzeranno una delle notti, al pari di Capodanno, più attese dell’anno. E invece no, perché il suono catramoso e spettrale dei dischi che vi presentiamo in questa nuova puntata di Suoni & Battiti è il nostro pane quotidiano, non provate a dire il contrario. E così eccovi qualche riflessione sui nuovi lavori di Paula Temple, Francois X e Markus Suckut, sui bellissimi various usciti su Token e Stroboscopic Artefacts e sulla techno tutta italiana che porta la firma dei Modern Heads, di Distant Echoes e di Kiny.
Non abbiate paura, non è niente che non abbiamo già toccato con mano.
[title subtitle=”Paula Temple – Deathvox (R&S Records)”][/title]
R&S Records non poteva scegliere settimana più adatta per pubblicare il nuovo EP di Paula Temple, che torna sulla label belga a un anno di distanza dal bellissimo “Colonized”. “Deathvox” è un’uscita che punta diretta al nocciolo della questione: la title-track è il vostro peggiore incubo, quello più violento e sanguinario, quello più tetro e imprevedibile; sul lato opposto l’artista britannica piazza invece “Ful”, una cavalcata coraggiosa e senza sosta perfetta per le ore più buie della notte. Chiudete gli occhi, correte il rischio: se è vero che il nuovo di Paula Temple vi farà suoi senza pietà, noi siamo comunque convinti che non ve ne pentirete.
https://soundcloud.com/paulatemple/deathvox-deathvox-ep
[title subtitle=”V.A. – Aphelion (Token)”][/title]
“Abbiamo iniziato la nostra avventura quando il nostro genere era poco popolare e in fin dei conti questo si è rivelato un vantaggio per noi: dove gli altri mollavano, noi iniziavamo la nostra missione”. Le parole di Kr!z, leader carismatico e mente di Token, suonano quantomai doverose ora che la sua creatura si avvicina veloce alla soglia dei dieci anni di vita (“Identify Yourself” di Inigo Kennedy è, infatti, datata 2007) e ora che la sua piattaforma può vantare quella crescita che l’ha elevata a vero e proprio punto di riferimento del movimento techno. Il fatto che non solo i big del movimento la supportino (oltre ad alimentarne il catalogo) è, poi, un’ulteriore ragione di vanto, sinonimo infatti di scelte mirate e pressoché perfette, capaci sia di conferire a Token un’identità solida, coerente e al tempo stesso sempre più popolare. Merito dei vari Ø [Phase], Inigo Kennedy (“dominatori” dei primi anni di vita della label), Oscar Mulero e Go Hiyama, certo, ma anche di Ben Klock, Sigha, Planetary Assoult System e Peter Van Hoesen, che con i loro tre EP di remix di “Binary Opposition Reprocessed” (2012) hanno fatto sì che Token divenisse uno dei cardini della techno contemporanea. Da lì un crescendo inarrestabile che culmina, oggi, con l’uscita della compilation “Aphelion”: Kr!z non bada a spese e non va assolutamente per il sottile arricchendo il roster della sua label con alcuni dei nomi più influenti della scena techno britannica (Surgeon, James Ruskin e Luke Slater) oltre a Lucy e al duo Karenn. Inutile dire che si tratta di una release massiccia, autoritaria e incazzatissima, in altre parole: imperdibile.
[title subtitle=”HISS:1292 – VéVé EP (Dement3d)”][/title]
Il remix di Franois X è il tunnel dell’orrore da cui non vorreste mai uscire. Bellissimo.
[title subtitle=”V.A. – V – 5 Years Of Artefacts Chapter 2 (Stroboscopic Artefacts)”][/title]
Stroboscopic Artefacts, così presa dai festeggiamenti dei suoi primi cinque anni, non ci ha lasciato nemmeno il tempo di finire di gustare il primo capitolo della serie “V – 5 Years Of Artefacts” che eccola pronta a rilasciare il “Chapter 2”. Questa volta tocca al padrone di casa Lucy e a Speedy J, che riuniscono le forze nel progetto Zeitgeber a un anno di distanza dall’omonima racconta e dall’EP “body Out Body In”, e a Luke Slater, che torna ad indossare i panni di L.B Dub Corp dopo averci deliziati con il suo bellissimo “Origin Unknown”. Il Il risultato è una release se vogliamo meno diretta della precedente, ma non per questo da sottovalutare: la techno spettrale e dal retrogusto acido di “Totenism” e l’ipnotismo suadente di “Take It Down Again In Dub” hanno, infatti, tutte le carte in regola per bissare il successo di Perc & Co.
[title subtitle=”Kiny – Damaged Memory (Last Drop Records)”][/title]
“Damaged Memory”, la prima release a firma Kiny su Last Drop Records (di cui è co-owner insieme a Roberto Bosco), è un EP dai colori scuri e dal carattere malevolo, un lavoro che rivela l’attitudine dell’artista a esplorare soundscape tetri e poco accomodanti con una sensibilità e una padronanza tipica di chi certe sonorità ce le ha dentro da una vita. Noise spettrali (la sirena di “Unknown”), riverberi ghiacciati (“Pain Is Full”) e i vuoti graffianti (“Damaged Memory”) sono i tratti distintivi di una release che sceglie coscientemente di voltare le spalle ai più comuni canoni della techno da dancefloor, per sposare quelli più vicini al sound design che all’edonismo della danza. A ben vedere, infatti, con il nuovo Last Drop si balla ben poco – questo non è assolutamente un punto a suo sfavore – anche se in ultima battuta Iori prova a piazzare un beat in quattro sotto le dilatatissime atmosfere della title-track: non male, ma nemmeno veramente bene, perché a ben vedere il giapponese non riesce a replicare la spigolosa emotività dei lavori originali con un remix che, purtroppo, si appiattisce troppo presto, senza sbocciare mai.
[title subtitle=”Markus Suckut – MS1987 (MS1987)”][/title]
Techno ruvida, asciutta e dalle tinte acide, il tutto secondo il verbo di Markus Suckut: un vinile che gli amanti del genere non possono lasciarsi sfuggire.
[title subtitle=”Modern Heads – Chapter II (Outis Music)”][/title]
A quattro anni di distanza dagli ultimi due EP pubblicati, usciti rispettivamente su Prologue e Stroboscopic Artefacts, Dino Sabatini e Gianluca Meloni tornano all’opera e presentano il secondo capitolo della saga Modern Heads, un’avventura nata tredici anni fa a Roma e transitata per label importantissime come Elettronica Romana, Dozzy Records e Mental Groove. “Chapter II” (non poteva chiamarsi diversamente) esce su Outis Music, etichetta dello stesso Sabatini, ed è composto da due lavori dov’è tangibile la propensione del duo a riempire spazio e groove con echi percussivi/tribali (ricordate “Shaman’s Path”?) e dove non mancano i richiami a quel suono spacy-acid che ha fatto la fortuna di tantissimi artisti dopo che Elettronica Romana ha chiuso i battenti nel 2006. Si tratta di un EP che sembra esser stato pensato proprio per i nostalgici di un certo tipo di suono, quello originalissimo, o per tutti quelli che non sanno dire di no a tool avvolgenti e ipnotici come quelli a cui i Modern Heads ci hanno abituati.
[title subtitle=”Distant Echoes – Fury Road EP (Dystopian)”][/title]
Distant Echoes, talento tutto italiano ora di casa a Berlino, rappresenta l’ennesima conferma del contributo che l’Italia sta dando alla scena techno europea, sia in termini di “bontà” che di quantità dei lavori prodotti. La sua prima uscita su Dystopian, la richiestissima label di Rødhad, è infatti un EP dal carattere deciso, dove groove solidi e melodie malinconiche e avvolgenti mettono in evidenza le idee chiare che fanno da basamento alla musica prodotta da Distant Echoes. Il risultato è un’uscita che non ha nulla da invidiare alle prime otto del catalogo della label tedesca, anzi…