L’anno scorso c’era stata una notevole edizione zero, che volendo era solo un test in scala minore. Come però sia andato questo test, lo fa capire bene quello che succederà questo weekend, il 14 e il 15 settembre, al Postwar Cinema Club (PWCC) di Parma, una venue / hub culturale che vi consigliamo a prescindere di tenere nelle vostre mappe quando siete da quelle parti. Partiamo da un presupposto importante: dietro all’ottimo team che dà vista a SUPERFLAT, questo il nome dell’evento di cui vi stiamo parlando, c’è primus inter pares anche un dj di notevole livello, noto anche ben oltre i confini di casa (i più attenti avranno intuito chi). Ce ne aveva parlato ancora mesi fa, di ‘sto nuovo festival in arrivo, e subito ci eravamo detti: “Ah. Ehi. Però!”.
Come mai? Beh, leggendo la line up appare subito chiaro che dietro c’è una bella, bella, bella mano curatoriale. Una mano curatoriale di persone che sanno qual è l’accezione più nobile del deejaying, nelle faccende di club culture. Vladimir Ivkovic e Marco Shuttle difficilmente li vedrete mai tra i fuochi d’artificio e i getti di CO2 (…oddio, mai direi mai), ma sono i classici “dj’s dj”: i dj più rispettati dagli altri dj, lì dove non contano le pugnette nel marketing ma il giudizio di chi ne sa davvero e sconti non ne fa. Digger, creativamente liberi, incredibilmente inventivi, sempre attenti ad essere eleganti, sistematicamente coinvolgenti – senza mai ricorrere a trucchetti facili, alle vie più ovvie. Loro due da soli valgono un weekend a Parma, se vi fidate di noi.
Non è tanto da meno Dj Plead, australiano di origini libanesi con una visione musicale di grande spessore ed originalità. E ci piace da morire anche l’accoppiata “quasi-del-tutto-romana”, ovvero GNMR da un lato (bravissimo, da tempo ha dimostrato che il sangue non è acqua e che la stima che suo padre aveva in lui era riposta non bene ma benissimo) e i Front De Cadeux dall’altro (la joint venture dell’italiano Hugo Sanchez col belga Dj Athome, bpm in quattro rallentati, avvolgenti, velenosi, sensuali). Qui il programma completo, diviso per giorni:
A parte i nomi che abbiamo evidenziato noi nelle righe più su (ah: occhio anche al “mistero” Tammur, o a Samuel Organ), il consiglio è di godersi proprio l’intero flusso di SUPERFLAT. È esattamente il tipo di festival che è bello veder nascere, e in cui è bello tuffarsi: ha nel suo DNA consapevolezza, conoscenza, una direzione molto precisa (non dal punto di vista stilistico ma da quello invece più importante: quello attitudinale). Non è un festival schiavo delle agenzie di booking e management, è un festival schiavo semmai della competenza e della voglia di (ri)creare un approccio puro ed “orizzontale” per quanto riguarda sia il dancefloor, sia la curiosità intellettuale.
Se Parma è la vostra città o non è troppo distante dalle vostre traiettorie, beh, SUPERFLAT è il festival dove stare questo weekend. Noi saremo a Roma, per quell’altra cosa bella – ma diversa, per mille motivi – che è Spring Attitude, maledetti calendari che si sovrappongono, ma accidenti se vogliamo già un sacco di bene a SUPERFLAT. Fatelo anche voi. Biglietti, qui. O anche alla porta.