Parecchie etichette nascono senza avere progetti ben definiti alle spalle, senza costruirsi una vera e proria identità musicale attingendo quà e là da quello che è il trend di mercato del momento. Altre, come nel caso di Visionquest, sembrano prendere vita per lasciare il segno. Dopo una release di lancio coi fiocchi a cura di Benoit & Sergio ed il seguito, a mio parere una perla di bellezza più che rara, confezionato dal duo Footprintz (per chi non ne fosse al corrente o l’avesse persa noi di Soundwall li abbiamo intervistati), è in uscita il terzo EP della label della premiata ditta Troxler-Curtiss-Crosson-Reeves.
Autori di ottimi lavori anche in solo (“Grubjo” di Karm è un tool di efficienza estrema!), Matteo Milleri e Carmine Conte partoriscono il progetto Tale Of Us in occasione di “Tales Of The Mediterranean”, EP uscisto su Esperanza, label spagnola di Kasper & Papol, e poi una più che buona “prima” su Barraca. Tutta roba buona per carità, ma davvero nulla a che vedere con il successo che li ha travolti negli ultimi mesi (e che, siamo pronti a scommetterci su, sta per investirli definitivamente). Per quello ci sono voluti una label neonata (Life And Death), artisti già collaudati (Holmar Filipsson e Greg Oreck aka Thugfucker) e un remix che prima di ascoltarlo era una scommessa, se non fosse che l’originale “Disco Gnome” (in cui compare un campione vocale dei Naughty by Nature) si è rivelata come una traccia superba già di suo. La “Tale Of Us Version”ha rappresentato il valore aggiunto di una release che già prima dell’uscita ufficiale era attesa come una hit a livello mondiale.
Dopo un boom del genere è davvero difficile mantenere alti gli standard qualitativi dei proprio lavori, fattò sta che meritatamente Life and Death consegna ai Tale Of Us il compito di remixare un nomignolo da niente, ovvero la band danese degli WhoMadeWho. Per capirci meglio quelli di “Keep Me In My Plane”, e se ancora non ci siamo intesi probabilmente vi trovate sul blog sbagliato. Gli WhoMadeWho non sono roba da poco, aggiungerei.
“Every Minute Alone” viene praticamente adottata dalla cricca Troxler, Jones & co. che la piazza ovunque, stile “parmigiano sulla pasta”. Questo feeling sonoro tra Tale Of Us e Seth Troxler si evolve ben presto in collaborazione concreta, al punto che il baffuto Seth decide di farli debuttare con tre original su Visionquest. L’EP dal nome “Dark Song” è composto da tre tracce: “Dark Song”, “Circle Of Love” e “Valiant”.
Passando in esame la prima penso che non è un caso se è stata scelta come main side del disco: le note malinconiche si respirano fin dai primi secondi dopo il play, la voce, che asseconda quest’atmosfera, non fà altro che elevare all’ennesima potenza la sensazione di calma e tranquillità che questo sound è in grado di infondere. Da provare in alternativa alla camomilla.
“Circle Of Love” ha una marcia in più in quanto a ritmica rispetto a “Dark Song”, più veloce il groove accompagnato da percussioni e lead ultra-deep. Avevo tralasciato un “piccolo dettaglio”, in questa traccia c’è la collaborazione della cantante Fadila Demirtas…e che collaborazione! Una performance vocale da brividi lungo la schiena, una droga che provoca assuefazione già dal primo ascolto.
A chiudere l’EP c’è “Valiant”, una via di mezzo tra techno e Detroit che non ha nulla da invidiare alle altre due tracce. Non ci sono vocal di fondamentale rilevanza per la traccia, questa volta a cantare è direttamente il corposo synth soprano che accompagnato da un basso acid che ci rassicura sul fatto che non bisogna per forza essere dei “campioni di Singstar” per poter fare una traccia.