In uno dei suoi libri più famosi, il comico napoletano Giobbe Covatta parlava così dell’Africa: “E’ una terra antica che trasmette sensazioni antiche. Degli africani, poi, mi ha colpito la capacità di stupirsi. Dappertutto ho incontrato persone capaci di meravigliarsi, incuriosirsi, impressionarsi e di mostrare i propri sentimenti con candore. Anzi, credo che la differenza sostanziale tra africani e europei sia proprio questa: i neri sono più disposti a stupirsi, i bianchi a stupire.”
Proprio la sua Napoli e altre 10 città suddivise fra il continente europeo e quello africano saranno nel futuro prossimo parte del progetto Ten Cities. Un esperimento organizzato dal celebre Goethe Institut di Berlino, in collaborazione con la sua sede in Kenya ed altre organizzazioni locali, volto a sperimentare le diverse influenze e correlazioni tra la musica e la club culture dei rispettivi paesi.
Il tutto vedrà la partecipazione di alcuni dei prospetti più interessanti delle diverse realtà come l’inglese Pinch, l’ucraino Vakula e il sudafricano Culoe De Song. A rappresentare lo stivale ci sarà il partenopeo Lucio Aquilina, giovane talento esploso nel periodo minimal del decennio scorso. Gli artisti europei si sono già recati e ancora si recheranno in Africa per una serie di collaborazioni produttive, volte a miscelare il suono nostrano con quello locale e vedere che succede.
Una cosa che sicuramente mi sento di dire in merito è che moltissimi dei dj che nel corso del tempo mi sono ritrovato ad intervistare, hanno speso parole di affetto ed entusiasmo per la scena africana, dove le persone dimostrano un entusiasmo che forse nel nostro Continente si è un po’ perso dietro a mode, poser djs e chi più ne ha più metta. Quello che servirà sarà aiutare le piccole realtà a trovare fiducia e continuare ad espandere i propri orizzonti, mentre loro dovranno riuscire a darci nuova linfa per rimetterci in gioco e provare a trovare nuove vie in un mercato ormai saturo di monotonia e idee scarne.
Chi vivrà vedrà!