Ok: i festival in giro sono tanti. Sempre di più. E per fortuna, sempre di più anche in Italia (…anche se resta quel gap per cui il pubblico italiano si lamenta di questo e di quello, e preferisce spendere un po’ di meno per vedere un artista solo che spendere poco di più per vederne dieci, con la scusa magari che su quei dieci ne conosce solo tre – il che dovrebbe essere un incentivo, non un dissuasore). Comunque ecco: i festival in giro sono tanti. Ma qualcosa come Terraforma resta una esperienza molto, molto sui generis ed affascinante.
Lo è fin dalla line up: molto personale, molto particolare. Perché se Helena Hauff ormai la vediamo un po’ ovunque (ma è sempre un bel vedere, anzi, soprattutto un bel sentire) e Dozzy e Morphosis / Rabih Beaini non sono certo una sorpresa e sono da tempo sulla bocca di tutti, sarà per molti una (ri)scoperta arrivare magari per questi tre nomi e sentirsi anche santoni come Adrian Sherwood, Charlemagne Palestine o Biosphere, gente che ha meritatamente fatto la storia della musica, non tizi che hanno imbroccato tre ep e sono finiti in una delle tre, quattro agenzie di booking “giuste”. C’è la qualità vera (Lee Gamble, Beatrice Dillon, la collaborazione di quelle due volpi di Atom Tm e Tobias), c’è il giusto spazio per gli artisti di casa nostra (da Claudio Fabrianesi ai Primitive Art passando per Paquita Gordon, per prendere tre nomi che rappresentano tre visioni sonore diverse). E c’è una visione musicale sì a trecentosessanta gradi, ma molto legata al concetto di “ambiente”, inteso non come musica ambient ma come musica che ti faccia entrare in modo armonico in sintonia con gli spazi e i flussi emotivi del contesto in cui ti stai trovando.
A Terraforma, infatti, c’è un’atmosfera unica. Fin dalla prima edizione il festival che si svolge nei boschi che circondano Villa Arconati, alle porte di Milano, ha saputo attrarre un pubblico non solo italiano e soprattutto con una sensibilità ben precisa. Terraforma, se si guarda alla gente che lo popola, è il festival dell’eleganza: ma non parliamo della vacua e fatua attenzione ad acchittarsi bene come vestiti, parliamo invece dell’educazione, del rispetto reciproco, dell’attenzione a rispettare gli spazi, parliamo della voglia di “entrare” dentro la musica e non solo di usarla come chiassosa colonna sonora dei propri degradi e “sbocciamenti”. Terraforma è un festival da maneggiare con cura, ma appena si entra nei suoi perimetri viene spontaneo farlo: la natura davvero ti circonda, chi organizza lo fa palesemente prima di tutto per un’idea prima ancora che per un tornaconto. Idea così forte che molta gente di Milano, che potrebbe quindi tranquillamente tornarsene a casa a serata finita, decide comunque di stare in campeggio (che infatti è praticamente sold out). Si vive un’atmosfera magica, a Terraforma. Quando sei lì, non vuoi separartene. E sono pochi i festival in Europa con una personalità così definita, e così “avvolgente” senza ricorrere agli effetti speciali (…non c’è mai una fiumana di folla, allestimenti e luci sono essenziali per quanto fatti con molto gusto ed originalità; le particolarità sono altre, ad esempio che non il venerdì ma il sabato e la domenica la musica inizi fin dalle 10 del mattino).
In tutto questo, è veramente un piacere per noi come Soundwall poter dare un piccolo contributo: abbiamo infatti l’onore, unici assieme a The Wire, di curare i talk presenti. A noi toccherà gestire quello che vedrà coinvolti Donato Dozzy e Claudio Fabrianesi: due persone con – da sempre – una visione molto personale e molto tagliente sulla club culture, e il nostro compito sarà fargliela raccontare e spiegare nel modo più approfondito ed interessante possibile. L’appuntamento è per la giornata di sabato 2 luglio, alle ore 15. E’ la giornata centrale, calendario alla mano: il festival inizia infatti venerdì 1 lugio e finisce domenica 3. Se non è troppo distante chilometricamente, il consiglio davvero è quello di non perdere l’occasione di esserci. Terraforma è ancora un best kept secret: esserne al corrente e farne parte è una delle esperienze più intense e particolari che l’Italia possa fornire oggi, a livello di festival. Le info sui biglietti e pacchetti? Eccole qui.