Loop infernali, partenze e break secchissimi; suoni acri che raschiano i condotti uditivi e chiamano il beat più incazzato e rotolante, altri che sembrano un’inchiodata – di quelle che, all’ultimo istante, ti salvano la vita evitando la caduta dal precipizio o dalla cima di un palazzo. Roba avventurosa e selvaggia, musica da ballo “coraggiosa e spavalda” come James Bond, materiale dal sapore polveroso e nostalgico ma al tempo stesso rivolto al futuro prossimo. Retrofuturismo? Ma chi se ne importa. Si tratta di musica da ballo dall’indole inglese, fatta col grugno e la mascella serrata dei giovanotti vestiti con anfibi, jeans attillati e camicia Ben Sherman a quadri. Techno-punk, ecco (non ce ne vogliano i rockettari che tanto non ci leggono).
Si parte, ci si incazza, si urla e si scalcia. Poi ci si ferma, all’improvviso, all’ultimo secondo. I pad – sì, tra tanto trambusto ci sono anche loro, da qualche parte e in qualche modo vengon fuori – placano l’impeto, ma poi ancora a testa bassa finché ce n’è. Come le ultime battute di gamba per tornare in superficie dopo un’apnea lunga e azzardata. E’ così “Nancy’s Pantry”, è così “Horizon” ed è così la bellissima “Gateway”.
“Nancy’s Pantry” è un lavoro di una bellezza graffiante, una bellezza stronza e letale.
Il tutto, però, si esaurisce in meno di quindici minuti, troppo poco onestamente. Eppure questo nuovo ruvidissimo EP di casa R&S mi piace da morire, bravo Tessela. Bravissimo.