Non è una storia qualunque: uno dei più grandi cestisti europei degli anni ’90 (e oggi Vicepresidente del Comitato Olimpico della sua nazione) scopre che una delle più importanti stazioni radiofoniche nazionali, col cambio di proprietà, decide di mandare al macero gran parte del suo archivio, s’incazza, corre al centro di raccolta di rifiuti presumibilmente usato, cerca e trova i container in cui è finito il materiale e fa il diavolo a quattro per salvare i vinili e le musicassette dalla distruzione. Riuscendoci. Se volete cimentarvi col serbo, trovate la notizia qui.
Il tutto diventa ancora più divertente ed interessante pensando alla figura specifica di Žarko Paspalj: qui trovate un bellissimo ritratto, a farvela breve vi diciamo che era un cestista tanto geniale quanto amabilmente cialtrone. Fumatore incallito (quando giocava nella NBA, gli Spurs lo portarono da un ipnotizzatore per provare a fargli togliere il vizio: funzionò anche, solo che le sigarette vennero rimpiazzate da chili di cioccolata, quindi tanto valeva tornare al tabacco), insospettabilmente agile per la sua altezza e stazza (era 2,07), faceva parte della generazione d’oro dei Kukoč, Radja, Danilović – con loro rivaleggiava in termini di talento, solo che ahilui era molto più amabilmente cialtrone e meno pervaso dal sacro fuoco dell’etica lavorativa e della vittoria, diciamola così. Lo sanno bene i tifosi della Virtus Bologna, visto che arrivò da quelle parti a fine carriera ormai imbolsito e meravigliosamente pigro (e per nulla pentito di essere tale). Tuttavia, negli anni d’oro, è stato uno dei grandissimi del basket europeo. Nella NBA non sfondò (6 minuti e meno di 3 punti a partita di media), ma pur invisibile come contributo sul campo era però amatissimo sia dai compagni che dai tifosi (che gli dedicarono addirittura una canzone personalizzata, “The Mark Of Zarko”: assurdo, per un panchinaro cronico).
Ora, ritiratosi, dopo aver superato brillantemente tre (!!) infarti, investimenti d’affari sbagliati, ruoli ornamentali da team manager, ha trovato pace ed equilibrio e svolge bene compiti di rappresentanza per il Comitato Olimpico della Serbia. Di sicuro non gli manca l’amore per la cultura, la comprensione su quanto sia importante mantenere degli archivi storici, la sensibilità nel percepire il valore della musica. Speriamo che anche molti atleti attuali, una volta ritiratisi, si ritrovino con le stesse qualità. Speriamo, va’.