A Thom Yorke – e ai Radiohead – bisogna dare atto di essere stato il primo a intuire che le regole del gioco stavano cambiando. Il primo a capire che quelli normalmente ritenuti come i media ideali per la diffusione e la promozione di un prodotto musicale avevano ormai fatto il loro tempo, che la partita si era ormai da un bel pezzo spostata sul campo di Internet e che quel mezzo poteva essere utilizzato, sfruttato anche, e non solo combattuto.
Non solo: ai Radiohead tocca pure un altro primato. Quello dell’effetto sorpresa.
In epoca social la notizia shock vale tutto. Vogliamo la bomba. Inseguiamo la bomba.
L’onda anomala capace di inondare le bacheche, le timeline, le sezioni dei siti dedicate alle news (hey!) e catalizzare l’attenzione per un paio di giorni.
O una settimana, quando va bene.
Prepariamoci quindi, perché non parleremo d’altro: Thom Yorke ha appena fatto uscire un nuovo album da solista. Giuro. È già uscito. Detto/Fatto. Boom.
Mentre veniva battuta la notizia c’era già chi partiva con i track by track.
Il seguito ufficiale di “The Eraser” – di cui era già seguito ufficiale “Amok”, l’album degli Atoms for Peace, per altro – è arrivato in un lampo, mentre stavate uscendo dall’ufficio o affrontando l’ennesima pausa caffè. Si chiama “Tomorrow’s Modern Boxes” e contiene otto nuove canzoni realizzate, al solito, da Yorke con l’aiuto del fidatissimo Nigel Godrich e l’artwork di – indovinate un po’ – Stanley Downwood.
La notizia che farà discutere riguarda, ovviamente, le modalità di questa nuova uscita: ancora non si è placata la polemica per l’invasione dei supporti Apple messa in atto dagli U2, che Thom risponde subito a modo suo. Vuoi ascoltare “Tomorrow’s Modern Boxes”?
Bene: devi scaricarlo da BitTorrent. Il nuovo BitTorrent. Quello a pagamento.
Funziona così: sul popolare client Torrent, fresco fresco di restyling (guarda caso), trovate il video clip di “A Brain in a Bottle” e un bundle da scaricare gratis che contiene: il brano in questione, il video e due link che servono per comprare il vinile e l’edizione deluxe.
Se invece volete scaricare tutto l’album dovete pagare sei dollari.
Inutile dire che neanche il tempo di fare refresh e il disco è già comparso in tutti gli anfratti della rete dove è possibile procurarsi musica illegalmente (no, su Spotify e Deezer, ovviamente, non c’è e non ci sarà), ma appare palese che la discussione sui supporti fonografici (ormai vero e proprio materiale per pochi) e le nuove modalità di distribuzione della musica sta entrando sempre di più nel vivo, basti vedere il clamore suscitato dalla notizia di una nuova etichetta discografica lanciata dal celebre portale porno PornoHub.
Tocca ammetterlo: Thom ci ha inculato ancora.