Sono passati due long play da quando, nel 2009, al Neapolis Festival, sentii per la prima volta questo gruppo dalle invidiabili capacità empatiche, nonché dotati di un impressionante vitalità sul palco. A quei tempi i Chk Chk Chk avevano pubblicato, da un paio d’anni, “Myth Takes”, album i cui modi musicali altalenanti, tra la stagnazione sonora di alcune tracce e il forte dinamismo di altre, hanno fornito il pane per i denti della critica – in quel gioco a tira e molla -, fra approvazioni e discrediti.
Il 2010 è stato l’anno di “Strange Weather, Isn’t It?”, che in un certo senso cominciava a delineare una transizione verso un sound più orecchiabile, danzereccio, e perché no, chiaramente pop. A chiudere il cerchio, ecco questo ultimo lavoro in uscita su Warp Records: “THR!!!ER”. Dell’auto-referenzialità sonora di “Myth Takes” che appiattiva tutto l’ascolto, è rimasto ben poco; mentre, sotto certi aspetti, la continuità sonora riscontrata con “Strange Weather, Isn’t It?” resta evidente e rappresenta un elemento più che valido. Che dire, mi pare lampante l’intenzione dei !!! di schiacciare il tasto “reset” seguito da un “come back to the roots”. Lo scopo? Costruirsi una nuova identità sonora.
Questo nuovo inizio porta con sé, tangibile in forma ancora più densa, quella devozione per la musica dance tanto rincorsa in questi ultimi due LP, che guida a un nuovo assetto sonoro il quale si caratterizza cercando, a detta del frontman della band, Nic Offer, di trarre spunto dalla vita reale dei membri del gruppo. Se da un lato, la ricerca di quest’onestà musicale, vede la sua piena espressione nelle sonorità solari, immediate (soprattutto nella costruzione, basti pensare che l’album offre circa quarantacinque minuti d’ascolto) – a differenza di buona parte delle tracce dei precedenti album – e, a conti fatti, particolarmente coinvolgenti; dall’altro, si accusa una carenza di contenuti, sia nelle liriche, che nell’originalità delle tracce – diretta conseguenza di uno stile che diventa più impersonale, perdendo personalità, ogni qualvolta si cerca di dare una scossa all’ordine preesistente. Fatto sta che, ogni buon artista sa cosa rischia azzardando in questa maniera, e vale lo stesso per Offer: “We knew the lyrics had to be better, the choruses had to be better, it had to be more original. We went for everything. Everything was pushed.”
Aldilà di queste sbavature, è impossibile frenarsi quando dalle casse vengono fuori i riff arricciati, i choir lavorati col reverb, sovrastati dalla voce di Offer – in cui, indubbiamente, c’è qualcosa dei Talking Heads e di Byrne -, di “Even The Water’s Cold”. E ancora, il tenue sax che cavalca la ritmica ondulata dai tom di “Get That Rhythm Right”, in un gioco di alternanze con la parte vocale, non fa altro che ravvivare un ascolto tutt’altro che noioso. A completare la serie “One Girl / One Boy”. Sfido chiunque a resistere al suo ritornello accattivante, e al giro di basso che a me porta alla mente qualche reminiscenza dei “Ragazzi della Spiaggia”. Come si fa a non concedergli un ascolto spensierato? Aggiungerei che la data di pubblicazione dell’album non poteva essere scelta in modo migliore, visto che si presenta a ridosso della stagione estiva, in cui si cerca un posto privilegiato nella corsa alla hit. A spingere in alto le quotazioni di questo lavoro c’è un fascio di influenze che si incontrano tra il cantato in falsetto degli Empire of the Sun (“Fine Fine Fine”) e i coretti irresistibili del Tom Tom Club (“Slyd”), chiudendo con la rievocazione dal passato rockeggiante della band: “Station”.
I presupposti per accontentare e divertire un target più vasto ci sono tutti, a me l’album è piaciuto, e mi ha genuinamente divertito, dall’inizio alla fine. E, se c’è da lavorare su alcuni punti che non hanno pienamente convinto – le lacune nel song-writing ne sono un esempio -, è pur vero che la nuova via presa dai !!! è, almeno dal punto di vista delle sonorità, feconda e pronta a essere ulteriormente sviluppata.