Questo geniale DJ quando andava all’Università inizia uno show radio in cui passa la musica che gli piace e che suona nei locali di New York. Poi entra nel giro DFA e la selection musicale cresce di livello, fino ad accogliere guest via via più prestigiosi che settimanalmente propongono la loro musica in podcast resi disponibili sul sito beatsinspace.net. Ad oggi il sito conta quasi 200.000 download mensili e ospiti del calibro di Nicolas Jaar, Soul Clap, Four Tet, Carl Craig. Si trovano in studio, suonano tutti insieme, ridono, si scattano foto polaroid. Tim è stato anche spalla degli LCD in tour…Grossa ammirazione. Vediamo di trasmetterla in questa intervista…
Iniziamo parlando di te, del tuo background di artista. Come è avvenuto il tuo primo contatto con il mondo della musica elettronica?
Ho iniziato a fare il DJ un’estate a Baltimora, nel Maryland. Mio fratello aveva iniziato a masticare musica elettronica (un sacco di roba della Warp Record, tra cui i primi dischi di Aphex Twin, The Black Dog, e le compilation Artificial Intelligence), e dopo averlo odiato un pò, ho iniziato a pensare che invece era un figo. Così ho iniziato ad ascoltare la musica che portava a casa. Mi ricordo che un giorno tornò a casa con un giradischi; qualche mese dopo ne comprai uno anche io, e lo abbiamo combinato con un terribile mixer Gemini per iniziare a suonare nel basement di casa nostra. Da quel momento iniziai a frequentare i rave, dove ballavamo per tutta la notte. E’ stato un periodo molto divertente della mia vita. Credo fosse più o meno il 1995.
Beats In Space radio, la tua “creatura”. Per dare un idea ai nostri lettori, 175.000 download delle playlist ogni mese, live broadcasting (nell’area di New York) e un roster eclettico e pregiatissimo di ospiti, fra i quali James Murphy, Four Tet, Visionquest, Wolf & Lamb, Soul Clap, Nicolas Jaar, Carl Craig, Superpitcher, solo per citarne alcuni. Come è nato questo progetto e quale stimolo/esigenza ti ha spinto a dargli vita?
Quando ero al liceo, ho fatto il DJ per un paio di programmi radio. Uno di questi era lo show di mio fratello, trasmesso live dalla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, mentre un altro era trasmesso dall’Università del Maryland. Ricordo che sgattaiolavo via dal corso di spagnolo per fare questo show, poiché era fatto in day-time. Credo che siano state queste esperienze, oltre alle ore spese ad ascoltare gli show radio di Baltimora e le radio pirata di Londra, ad avermi fatto desiderare di avere uno show tutto mio. È divertente fare una radio perché più o meno è come ricreare lo stesso ambiente che c’era quando suonavo dischi nella cantina di casa mia. Solo io, i miei giradischi, la mia musica. Nel 1999 mi sono trasferito a NY per seguire un corso alla NY University, e sapevo che là avevano una stazione radio, perché avevo partecipato l’estate precedente ad uno show trasmesso proprio da lì. Ho contattato la radio esattamente appena ho saputo che sarei andato alla NYU, chiedendo di iniziare un mio show. Poco dopo iniziai a farlo, tutte le settimane, e da quel momento non mi sono più fermato. È come una dipendenza. La mia settimana non ingrana bene senza.
Agli inizi (1999-2004) erano principalmente tutti tuoi podcast, ma in poco tempo sei riuscito a coinvolgere guest sempre più prestigiosi e di diversa estrazione musicale. Come hai percepito l’evoluzione dello show? Quando hai capito che il riconoscimento del mondo della musica elettronica stava crescendo sempre di più?
Ho sempre provato a portare guest nel mio show, ma riuscire a fare questo richiede tempo. Devi conoscere le persone, sapere con chi parlare e costruire qualcosa di credibile per i DJ da ospitare. Ma diventa via via più semplice da quando coinvolgi un primo guest. Lavorare con DFA, a partire dal 2001, ha decisamente aumentato la velocità di crescita. Riuscivo a far ascoltare un sacco di preview della label in anteprima nel mio radio show, e la gente si sintonizzava per sentire i nuovi beats “made in DFA”. È stato davvero fantastico vedere come cresceva il pubblico del mio show. È sempre bello ricevere email o incontrare persone da tutto il mondo che lo apprezzano…
Come scegli gli artisti che ospiti nel tuo radio-show? Hai sempre un contatto diretto con loro nel tuo studio di NY? Abbiamo visto un sacco di foto sul tuo sito. Scambio e confronto musicale ai massimi livelli…
La maggior parte delle volte verifico quail artisti sono di passaggio a NY per gig schedulate in qualche club. Se c’è qualcuno di mio interesse, cerco di contattarlo in qualsiasi modo (direttamente, mediante il manager o il booking agent, contattando l’etichetta, i promoter, qualsiasi mezzo possibile!). Ogni tanto qualcuno mi fa sapere spontaneamente che passerà in città e organizziamo qualcosa durante la loro permanenze; in altri casi contatto io gli artisti per email e chiedo di registrare un mix per BIS. Sto comunque cercando di ridurre al minimo i mix pre-registrati: amo lo spirito di fare radio show live a New York City, e voglio che ciò si traduca nei mix che mando in onda. E poi è molto più divertente farlo di persona in studio, mettere musica, cazzeggiare… Ho iniziato a scattare fotografie polaroid a tutti gli ospiti a partire dall’anno scorso. Avrei voluto farlo dall’inizio.
Riesci a conciliare perfettamente il tuo lavoro in radio con le gig a spasso per il mondo? Any given tuesday, costi quel che costi, tu sei in studio?
La maggior parte delle volte si, riesco a gestire tutto. Viaggio verso l’Europa nel WE e torno in tempo per fare lo show il martedì notte, e parto il giorno seguente per andare a suonare da qualche altra parte. Mi piace avere un calendario di impegni così. Mi tiene collegato. In un paio di occasioni l’anno, pre-registro gli show radio perche so che non potrei essere presente in studio. Questo capita quando devo suonare molto lontano come in Australia o Asia. Ma a parte questi casi, ci sono sempre.
C’è ancora qualcosa che vorresti migliorare o fare diversamente nel tuo radio-show?
Ci sono ancora moltri altri ospiti che vorrei avere nello show. Un sacco di DJ di Detroit come Jeff Mills, Theo Parrish, Derrick May, Omar S, etc. O anche Francois K, Danny Krivit o David Mancuso, sono praticamente impossibili da portare live nello show a NY. Credo che in futuro lavorerò più spesso con le band e utilizzerò più i video.
Tornando alle tue influenze musicali, questa “ecletticità” dei tuoi ospiti si riflette anche nei tuoi set?
Si, assolutamente. Mi piace ogni genere di musica e spero che sia lo stesso per il mio pubblico. Ogni tanto capita che il pubblico non apprezzi quello che stai suonando e devi cambiare un po’ il tuo set per tenere alto il livello della festa. Io faccio radio show da 12 anni: se mi fossi fermato sullo stesso genere di musica tutte le settimane per 12 anni consecutivi, questa roba mi avrebbe rotto le palle!
Come sei entrato nel network DFA e com’è stato lavorare a stretto contatto con gli LCD Soundsystem?
Stavo mettendo i dischi in un piccolo bar dell’East Village chiamato Plant Bar. Luke dei Rapture faceva il barista in quel locale e apprezzò la musica che stavo suonando, dicendo che avrei dovuto incontrare uno dei ragazzi che produceva la sua band (“Out Of The Races And Onto The Tracks”). Stava parlando di Tim Goldsworthy dell’etichetta DFA; in quel periodo suonavo un sacco di dischi della Mo’Wax records e lui era uno dei fondatori di quell’etichetta e della UNKLE insieme a James Lavelle. Ero abbastanza spaventato di doverlo conoscere quando venne a NY; così una voltà si presentò al Plant Bar e io gli chiesi se aveva bisogno di un aiuto nel loro studio. Stavo studiando Music Technology alla NYU, e avevo bisogno di fare pratica in qualche studio per guadagnare crediti universitari. Tim G mi disse di venire dalla settimana seguente e da quel momento sono stato la quasi tutti i giorni, per circa 3 anni. A quel tempo non avevano ancora avviato l’etichetta, ma erano in produzione i primi dischi. È stato davvero emozionante.
Scusa, ma perche si sono sciolti, all’apice della notorietà? Qual’e il tuo punto di vista?
Lascio questa risposta a James Murphy .
Sembra un pò assurdo chiederlo a uno che ha già tirato su un progetto del genere ma… piani per il futuro? Sia riguardo BIS radio che le tue gig…
Ho finalmente avviato la BIS Record, con un primo release di Paradis. Mi voglio focalizzare molto sull’etichetta e farla crescere. L’industria musicale non è propriamente il miglior business dove gettarsi in questo momento in cui i negozi di dischi scompaiono uno dopo l’altro. Ma amo i vinili, e voglio ancora produrli! Ho pronte altre releases di Paradis, Secret Circuit (Los Angeles) e Lauer (Germany). Ho anche organizzato un party a NY per il nostro dodicesimo anniversario, e mi piacerebbe molto poter replicare party BIS in giro per il mondo.
Grazie Tim, è stato un piacere, e davvero complimenti per BIS. Credo che da oggi in poi avrai qualche follower in piu.
Grazie a voi!
English Version:
This guy once student started a Radio show in which he used to play the music he loved. Then he became part of DFA records, and the show keep growing to meet important guests which release weekly their music in special exclusive podcast on the website “beatsinspace.net”. Nowdays the website count almost 200.000 monthly download and guests like Jaar, Soulclap, Four Tet, Carl craig. They meet themselves in BIS studio, the play music all together, the laugh, they make Polaroid photos. And Tim has been support DJ of the LCD during a tour… I have an enormous admiration. Let’s see if he get that in the interview…
Let’s start talking about you and your background as an artist. Can you tell us how and when did you first meet the world of electronic music?
I started DJing the summer between 8th and 9th grade when I was living in Baltimore, Maryland. My older brother had somehow started getting into electronic music at the time (lots of old stuff from Warp Record like early Aphex Twin, The Black Dog, and the Artificial Intelligence compilations) and I finally started thinking my brother was cool after hating his guts, so I started listening to the music he was bringing home. I remember he bought one turntable then a few months later I bought one turntable and then we combined them and got this terrible Gemini dj mixer and started playing records in the basement of our house. I went to some raves around that time as well and just got
hooked on dancing all night. It was a fun and exciting time! I guess that was around 1995 or so.
Let’s talk about your “creature”, Beats in Space radio. Just to give a rough idea to our readers: 175.000 playlists downloaded every month, Live broadcasting (in the NY area) and an eclectic, outstanding roster of guests: James Murphy, Four Tet, Visionquest, Wolf+Lamb, Soulclap, Nicolas Jaar, Carl Craig, Superpitcher, to name a few. Can you explain us how did this project born and what was the need that pushed you to give life to it?
When I was in high school I had been on a couple different college radio shows to DJ. One of which was my brothers show at Carnegie Mellon University in Pittsburgh and then another was at the University of Maryland. I remember sneaking out of Spanish class to get to that University of Maryland radio show because it was during the day. Anyways, I think those radio experiences, listening to the club radio shows in Baltimore and hearing tapes of the pirate radio shows happening in London at the time just got me hooked on wanting to do a radio show myself. It’s fun doing radio because it’s almost like recreating that same experience when I started DJing in my basement. Just me, my turntables and my music. The radio show now is in the basement of a building too. I guess that’s just my vibe. Basement style. So when I moved up to New York to go to New York University in 1999, I knew they had a radio station because I had been up to New York the summer before and played on a radio show there. I contacted the station as soon as I knew I was going to NYU and told them I really wanted to start a show and how could I get started. Then I started doing my weekly show and never stopped! It’s like an addiction. My week just doesn’t feel right without it.
At the beginning (1999-2004) all was pretty much about your podcasts, but in a very short time you were able to get involved more and more prestigious guests, with a different musical extractions. How did it feel to see the show growing?
I was always trying to get guests on the show, but it just takes time to build something. You have to meet people, know who to talk to and build something credible for people to come on and DJ. But it makes it really easy one you get one guest on to build from there. It also grew a little more quickly once I started working with DFA in early 2001. I was able to premiere a lot of new music of theirs on the radio show, so that got people tuned in to check out what was coming next from DFA. It’s been really amazing to see the growing response to the show though. It’s always amazing to get emails or meet people from different parts of the world who are listening in.
How do you choose the artists you host in your radio-show? Do you always have a direct contact with them in your NY studio? We saw a lot of great pics on your website… I’m thinking about a place where musical “debate” and creativity reach very high levels.
Most of the time I’m just checking out the schedules at different clubs around New York and seeing who is coming to town. If it’s somebody I’m interested in, I try and get in contact one way or another (through them directly, a manager, booking agent, record label, promoter, whatever way I can!). Occasionally someone will let me know they’re coming to town and we’ll set something up while they’re here and then other times I might email someone who is not coming to New York anytime soon and ask them to record a mix for BIS. I’m trying to get away from doing too many prerecorded mixes though. I like the feeling of doing live radio in New York City and I want that translated across the mixes. It’s usually just a fun time hanging out, playing music, talking shit and just going from there. I started talking polaroids of all the guests in the studio last year. I wish I had started doing that in the beginning though!
Is it always possible to you to deal with your radio work and with all the gigs all over the world? Are you always in the studio “any given Tuesday”, no matter what happens?
Most of the time, yes, I am able to manage it. I’ll go to europe for the weekend and come back in time to do the radio show on Tuesday night, then leave again the next day or day after to go somewhere else and DJ. I like having a set schedule like that. It keeps me grounded. There are many one or two times a year when I might prerecord the whole radio show and not be there in the studio to present it live. It’s usually if I have to go somewhere really far away like Australia or Asia. But besides that, I’m always there.
Is it there something that you’d still love to improve or do differently in your radio show?
There are lots and lots of guests that I’d still love to have on the show. Lots of the detroit guys like Jeff Mills, Theo Parrish, Derrick May, Omar S, etc. And people like Francois K, Danny Krivit or David Mancuso here in New York have been near impossible for me to get on the show as well. I think doing some more stuff with bands and with video in the studio is where I could see things going as well.
Back to your musical influences, does the music versatility of your guests reflect in your sets and live performance as well?
Yeah, for sure. I like all kinds of music and I hope the crowd will be the same way. Sometimes the crowd isn’t and you just have to change your set a bit to reflect that and still have a good party going on. I’ve been doing the radio show for 12 years now. If I stuck to the same music every week for 12 years I think it would bore the shit out of me!
How did you get into the DFA network and how was working close with LCD Soundystem?
I was DJing at this small bar in the East Village called Plant Bar. Luke from The Rapture was the bartender there and liked the music I was playing and said I should meet one of the guys producing his bands record (“Out Of The Races And Onto The Tracks”). He was talking about Tim Goldsworthy from DFA because at the time I was playing a lot of Mo’ Wax Records and Tim Goldsworthy was one of the founders of Mo’ Wax and UNKLE with James Lavelle. I was pretty psyched to meet Tim G when Luke told me about him being in New York, so the next time Tim G came into Plant Bar I introduced myself and then asked if they needed any help in the studio. I was studying Music Technology at NYU, so I needed to work at a studio anyways to get credit for some classes. Tim G told me to come by the following week and then I was there almost everyday for about 3 years. At that time they hadn’t even started the record label yet, but were just starting to produce the first few records. It was really exciting.
By the way, why did they split on the edge? What’s your opinion on the matter?
I’ll leave that one to James Murphy to answer.
It might be a bit weird to ask it to someone who built such a project but, plans for the future? Both regarding BIS radio and your gigs?
I’ve finally started the BIS Record label with the first release from Paradis: the label is something I want to focus on more and help grow. We’ll see though. The record industry isn’t the best thing to get into at this point in time with record stores disappearing every few days. But I love vinyl and still want to keep making them! I’ve got more upcoming releases from Paradis, Secret Circuit from Los Angeles and Lauer over in Germany. I also did a big 12th anniversary party recently in New York and I’d really like to bring a real BIS party to more places in the world.
Thank you Tim, it’s been a huge pleasure. And congrats for BIS. We’d like to think that you’ll have even more followers from now on.
Thank you!!