La collaborazione tra i produttori olandesi Erwin Van Moll e Gijs Janssen, rispettivamente TJ Kong e Modular K, ha portato ad un album uscito su Poker Flat ad aprile. E’ il loro secondo lavoro per la label berlinese, per la quale avevano già creato un brano dal sapore funky come ‘Jack Shit’, inserito nella compilation ‘Forward To The Past’. Il loro nuovo lavoro è invece un’alchimia di passato e futuro, dove reminiscenze vintage si mescolano a visioni e considerazioni futuristiche.
Diteci qualcosa in proposito del vostro background artistico, come vi siete avvicinati alla musica e come si è poi evoluto il vostro percorso?
TJ Kong ha prodotto per varie label negli anni Novanta, sotto il nome di Max 404. Io sono un poco più giovane di TJ, e ho iniziato a fare musica alla fine degli anni Novanta invece. TJ è sempre stato più orientato verso il cantato, mentre io sono quello dall’approccio molto astratto. Io mi rifaccio alle tracce, ai suoni e il più delle volte inizio un brano proprio focalizzandomi su questi.
Vi conoscete da molti anni ormai, ma come vi siete incontrati e come nasce la decisione di iniziare un progetto insieme?
Sì, ci conosciamo da diverso tempo, saranno dodici anni ormai. Negli ultimi sei anni ho collaborato sporadicamente a dei progetti di TJ. A volte iniziavamo ad improvvisare insieme musicalmente e ad avere diverse buone idee, poi ci siamo detti ‘Facciamo un brano insieme’. Una traccia ha portato a farne un’altra e così via, fino ad arrivare a parlare di fare un album insieme.
Come vi sentite a lavorare insieme ad altri artisti? Pensate che sia anche un’occasione di crescita personale ed artistica?
Oh sì, per me è una cosa positiva collaborare con gli altri artisti. Le cose possono farsi davvero interessanti quando si combinano insieme delle ottime idee. Ovviamente ciò è possibile su vari livelli, come lavorare insieme ad un buon vocalist, ad un produttore o ad un bravo tastierista. Sì, decisamente uno può sempre imparare molto musicalmente dagli altri. Può contribuire ad una propria crescita.
Com’è stato lavorare insieme sulle tracce per ‘Forward To The Past’ della Poker Flat?
E’ stato divertente. Abbiamo preso in prestito da un amico un trasandato TB303. Era passato molto tempo da quando ne avevamo maneggiato uno, ma abbiamo messo su una bella composizione un po’ acid, che poi abbiamo registrato abbastanza velocemente. E’ una traccia molto funky. Abbiamo apprezzato molto l’iniziativa della Poker Flat Recordings di una compilation del genere. Anche la seconda ci piace.
Potete dirci qualcosa del vostro nuovo album ‘Dream Cargoes’ su Poker Flat, quali sono le idee e i concetti dietro? A proposito della descrizione di questo lavoro ho letto ‘…guarda un un futuro più luminoso… rispettando ed omaggiando il passato’, cosa significa esattamente?
Beh lo scopo è quello di un omaggio alla musica del passato. Si possono sentire molte influenze di Detroit techno, e anche dei Kraftwerk alla metà degli anni Settenta. Abbiamo anche usato della specifica attrezzatura vintage e creato suoni che richiamassero queste citate influenze. Siamo entrambi cresciuti con esse e vogliamo portarci dietro queste influenze nelle nostre idee future.
Mi piacciono molto i titoli delle tracce dell’album, sono curiose, potete spiegarcene qualcuna? C’è una specie di storia dietro?
La traccia di apertura, chiamata ‘Chronopolis’, significa ‘città del tempo’. L’idea di questo titolo si rifà alle città immaginarie ed altamente tecnologiche, dove il tempo, come noi lo concepiamo, non è importante: lì le persone creano in modo atemporale, totalmente svincolate da esso. E poi ovviamente c’è una sottile ironia, dato che nella vita reale viviamo nel modo opposto, incatenati ai ritmi della giornata. Il titolo ‘Memories of the space age’ evoca il ricordo dell’era pionieristica della NASA e del concetto delle persone spedite nello spazio, non visto dall’occhio presente, ma da un presente futuro. Il titolo dell’album ‘Dream cargoes’ è stato scelto perchè siamo del parere che qualcuno può portare la sua idea o il suo sogno con sè in un qualsiasi futuro, finchè queste non si realizzano.
Quali sono state le vostre influenze per questo album?
Oh, ogni tipo di musica, ed anche i libri e le storie che abbiamo letto.
Possiamo aspettarci altre collaborazioni tra voi due?
Certamente, è possibile. Abbiamo ancora altro materiale da parte. Per quanto mi riguarda adesso però sono impegnato a fare musica da solo.
Cosa ci riservate per i prossimi mesi?
Siamo sempre impegnati a creare e a sviluppare musica e suoni, ma non siamo sicuri di cosa verrà fuori a breve termine. E’ una sorpresa anche per me. Come ho già detto ci sono ancora un paio di cose da parte. In questo momento io sono impegnato a fare delle tracce da culb molto deep.
English Version:
The collaboration between the Dutch producers Erwin Van Moll and Gijs Janssen, respectively TJ Kong and Modular K, led to an album released on Poker Flat in April. This is their second work for the Berlin label, for which they already created the funky track ‘Jack Shit’, included in the compilation ‘Forward To The Past’. And their new work is an alchemy of past and future, where vintage reminiscences are mixed with futuristic visions and considerations.
Can you tell us something about your artistic background? How did you approach the electronic music and how did your path evolve?
TJ Kong produced on several labels in the Nineties under the name Max 404. I am a bit younger than TJ and only started making music in the late Nineties. TJ always has been song oriented, while I always been a lot abstracter with my approach. I am more oriented with tracks, sounds and sequences and mainly start a track with doing that.
You know each other since many years, how did you two meet and how did the decision of a collaboration together start?
Yes, we know each other for quite some time. Over twelve years at least. The past six years I occasionally worked on several of TJ’s projects, and then we sometimes started jamming around and thought of many good ideas. Ideas and bit that we kept till the point we said ‘Let’s do a track together’. One track lead doing a second, and even started talking of doing a whole album together.
How do you feel about working with other artists? Do you think that is important for an artistic and personal growth?
Oh yes, I am positive about working with other artist. Things could get really interesting when you combine the best of ideas. It can be done on all levels of course, like working with a good vocalist, producer or great keyboard soloist. Yes, one can always learn from other musical influences or knowledge. It can contribute to personal growth.
How was working together on the tracks for the ‘Forward To The Past’ serie for Poker Flat?
That was fun. We borrowed a sweaty and wasted TB303 from a friend. It was a long time since we even touched a 303. But we had a nice little acid jam going that we recorded quite quickly. It is a really funky track. We really liked the initiative from Poker Flat Recordings of doing a compilation like this. We also like second one.
Can you tell us something about your new album ‘Dream Cargoes’ on Poker Flat, what is the idea and the concept behind it? I read in the album description that this work ‘…looks towards a brighter future… while respectfully paying homage to the past’, what does this exactly mean?
Yes, that goal is actually that we pay homage to the music of the past. You can hear a lot of older Detroit techno influences. Also Kraftwerk from the mid-seventies. We even used specific vintage equipment and drawn sounds that are very reminiscent of both mentioned influences. We both grew up with these influences and are taking these influences with us for our future ideas.
I like the titles of the tracks in the album, they are very curious, can you explain us some of them? Is there something like a story behind?
The opening track called ‘Chronopolis’ means ‘city of time’. The idea behind this title is actually an idea of cities that are fictive and highly futuristic, time, as we know it, is not of importance: people are making limitless creations and are free from time. And then, of course, it is a little ironic to think that in our real world we really live the opposite, were we are all bonded by time and our day to day business. The title ‘Memories of the space age’ is a title that evokes the idea of reminiscing to the pioneering days of Nasa, and the idea of taking humans to space destinations, not seen from our present but from a different present in the future. The album title ‘Dream cargoes’ was chosen because we kind of had the concept of one taking his / her idea and dream with him to whatever future, until the idea or dream is realized.
What were your inspirations for the new album?
Oh, all sorts of music and even books and stories that we ever read.
Can we expect other collaborations between you?
Yes, both could be possible. We still have some material on the shelf. Right now I am focused doing tracks on my own.
What is coming for you in the next months?
We are always creating and developing music and sounds, but not sure what will come out on the short term. That is a surprise even for me. As I said there are still a few things on the shelf. This moment I am busy doing some deep club tunes.