“Detroit Techno without the techno part”, questo dice della sua musica Andreas Tilliander, artista svedese che da oltre dieci anni delizia gli amanti della musica elettronica con album di indubbio valore che hanno trovato casa su etichette prestigiose quali Type Records e Raster-Noton. Suona strano, perché Hassleholm (prima) e Stoccolma (oggi) sono lontanissime dalla capitale dell’auto, non solo geograficamente. Se poi spostiamo l’attenzione da Mokira, lo “pseudonimo dei grandi successi”, al nuovo moniker TM404, questa affermazione assume le sembianze di una vera e propria provocazione. Ma facciamo un passo indietro.
La carriera ultradecennale di Andreas Tilliander, come detto, ci ha regalato tantissimi spunti (il numero di raccolte è davvero sproporzionato) che hanno visto il loro culmine in “Cliphop” (datato 2000) sulla label di Frank Bretschneider, Carsten Nicolai e Olaf Bender, e “Album” su Type Records tre anni dopo. Diversi e per certi versi in aperto contrasto tra loro, i due lavori rappresentano l’espressione di due sfumature dello stesso artista, sfumature che oggi hanno saputo vincere i loro contrasti e convergere in unico lavoro. Unico per l’appunto. In “TM404″, infatti, convivono il ritmo (ed il suo studio) di “Cliphop” e le atmosfere algide di “Album”, dove era la tripletta pads-delay-riverberi a dettar legge. Il risultato è un lavoro incredibilmente inteso e vibrante, registrato interamente in presa diretta mettendo mano su buona parte dell’hardware a disposizione di Andreas Tilliander all’interno del suo arsenale. Roland 303 (vera protagonista del long play), 606, 808, 707 e 202 sono gli attori che, senza la possibilità di correzioni in post produzione, hanno dato vita a oltre cinquanta minuti di visioni e brividi. E’, in qualche modo, un omaggio alla casa di Osaka e la scelta del nome, in questo senso, non lascia dubbi – il codice 404 è stato l’unico non usato dalla Roland Corporation in quanto la sua pronuncia, in giapponese, è troppo simile a quella della parola “morte”.
Alla luce di tutto questo, ora che ho ultimato l’ennesimo ascolto, perdonatemi se mi permetto di contraddire Andreas: per me “TM404″ non sa di Detroit, piuttosto io ci sento dentro il sound space-acid che ultimamente ha trovato casa dalla parti di Prologue, per dirne una. Quest’ultima è di Monaco di Baviera e da quelle parti fanno la BMW. Altro che Ford, t’è andata bene.