L’avevamo lasciato un po’ di tempo fa con “Berg”, ultimo EP su New Kanada, ma stavolta si parla di un album (il primo per la precisione), quindi potete immaginare quanto sia importante a livello artistico un lavoro del genere. Mi stavo appunto chiedendo quando sarebbe giunto questo atteso momento e nemmeno il tempo di trarre alcune considerazioni personali che nella sezione presale del mio “store di fiducia” mi ritrovo in primo piano due tette in bianco e nero. Neanche m’avesse letto nel pensiero (e non sto parlando delle tette). “Guarda guarda chi sta per debuttare col primo album”, mi dico.
La label è quella di sempre, Vakant, e il titolo dell’album è “We’re Strangers Now”. Il titolo lascia ampio spazio a teorie e viaggi mentali. La cosa reale è che quest’album, a detta dell’artista stesso, è uscito in concomitanza con la fine di un’era, e quasi certamente questa fine è dovuta anche ad una rottura di tipo sentimentale.
L’album si apre con “Dogs & Bones”, traccia scritta in collaborazione con Jaw (dOP) e caratterizzata da un vocal sensuale e passionale che avvolge, sinuoso, l’ascoltatore trascinandolo in un turbine di sentimenti forti e per nient’affatto felici. Cogliendo la strofa “I wrote this song just after you left me” si può comprendere il romanticismo e la malinconia che stanno a caratterizzare la traccia ed anche il perchè questa segni una rottura. A spezzare quest’atmosfera cupa ci pensa “Seduction”, traccia che vede il featuring di Atilla Fidan, fratello dell’artista. Probabilmente la vostra mente si è gia messa in moto ed ora sta viaggiando presa a pensare ai retroscena, a come sia finita la storia che ha dato la vita a quest’album e via discorrendo. Bene, accantonate per un momento tutti questi pensieri e lasciatevi andare perchè il calore di questa traccia è davvero irresistibile.
Siamo a metà album, i keys di piano fantastici che tanto rappresentano Tolga si sposano a meraviglia con il basso pieno e il vocal della traccia. Dopo una decina d’ascolti posso pienamente affermare che “Torega” è proprio una gran traccia!
Dopo una parentesi alla “luce del Sole” ci immergiamo di nuovo nel buio, Jonny Cruz e Tolga danno vita a “Esprit Perdu” la cui chitarra rabbiosa ci afferra per le orecchie e ci trascina di nuovo coi piedi al suolo quasi a ricordarci la fonte d’ispirazione che marca inevitabilmente parte di questo lavoro. Siamo quasi alla fine e gli accenni di riff di “Softly”, incastrati a pennello con gli string e i pad, rendono il viaggio più “lieve”. Il basso suonato tipico degli ambienti jazz e blues rende ancor più raffinata quella che è una traccia davvero ottima.
“The opening of a fresh era”, così si chiude quest’album, accompagnati dalla, solo strumentale, “Strip”. Una festa di synth, arpe e chitarre che ha come unico compito quello di farci dimenticare tutto ciò che c’è prima…
..dicevo?