Allora, noi vi avvertiamo: il 28 settembre sta per uscire un lavoro di qualità mostruosa. Potete chiudere gli occhi, e ascoltare: chiaro, dovete essere un minimo abituati a percorrere i territori più accidentati dell’elettronica, quelli per intenderci in area Autechre, ma se questo non vi spaventa, beh, avrete di che essere soddisfatti. Eccome. “Kepler”, questo è il nome dell’album, è un’uscita piuttosto atipica per la !K7, un’etichetta che è leggenda ma che raramente si era tuffata in traiettorie così irregolari e sperimentali.
E’ ancora più atipica se pensiamo che i due titolari del progetto, Davide Tomat e Gianluca Petrella, sono italiani. Italiani al cento per cento. E nemmeno cervelli emigrati a Berlino (la !K7 è berlinese), no, zero. Il primo è leader dei Niagara, storica band di nostrana di, uhmmm, avant-synth-rock, anche se la definizione è molto approssimativa; il secondo, pugliese trapiantato a Torino ma visto il suo calendario lavorativo cittadino del globo, è molto semplicemente da almeno un decennio uno dei trombonisti jazz più quotati al mondo (ma con una curiosità a trecentosessanta gradi: tant’è che in cv ha anche una bellissima uscita di ambient “avanzata” per la label dei nostri amici di Electronique).
In realtà il loro progetto non prende nulla dal rock più o meno avant e praticamente nulla dal jazz, almeno quello da intendere canonicamente: è molto di più, è molto più “a lato”, si prende molti più rischi e coraggi, scompone e destruttura digitalmente ma lo fa con un controllo sotterraneo e con una ricchezza e sapienza armonica davvero di alto, altissimo livello. Non è insomma un “famolo strano” fine a se stesso, ma è davvero la documentazione di un interplay ad altissimo livello, dove i due musicisti con grande entusiasmo ed umiltà “rinunciano” a se stessi – al lato più conosciuto di se stessi – per dare vita a qualcosa di nuovo e per nulla accomodante. Ma secondo noi veramente bello. Ne siamo così convinti che abbiamo voluto assolutamente farvi ascoltare qualcosa in anteprima: ecco qui due tracce, “Trappist 1 E” e “Koi 4427 B” (un po’ autechriane anche nel titolo, volendo…).