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[tab title=”Italiano”]Il Giappone è una terra ricca di talenti enormi in ambito house e techno, che però troppo spesso, salvo rari casi, faticano a imporsi anche qui nel vecchio continente: vuoi per l’effettiva distanza geografica, vuoi per un po’ di barriera linguistica (per un giapponese imparare l’inglese non è semplice come per un europeo, anzi), vuoi perché il popolo giapponese è generalmente piuttosto schivo, i dj e i produttori giapponesi di successo internazionale si contano sulle dita di una mano, e sono tutti di altissimo livello. Tra di loro, uno di quelli saliti alla ribalta più di recente è Tomoki Tamura, che con la sua Holic Trax sta portando una bella ventata di freschezza in quella scena sulla linea di confine tra house e techno: in occasione della sua presenza al Bauhaus di Bergamo abbiamo avuto modo di scambiarci quattro chiacchiere.
Leggendo la tua biografia ho scoperto che la tua carriera è iniziata nel 2004, quando ti sei trasferito a Londra. Ma com’era il tuo rapporto con la musica prima di allora, all’inizio,quando vivevi ancora in Giappone?
Lavoravo come barista in un piccolo club underground di Osaka, il “Club Flatt”, quando ero un teenager. Sono cresciuto con la house americana lì, in quel periodo c’era una gran passione per quel tipo di house. Ho conosciuto anche un sacco di persone fantastiche e ho avuto la grande fortuna di vedere grandi nomi come Larry Heard, Ron Trent, Jovonn, Theo Parrish, Moodymann, Francois K e Joe Claussell in un club tutto sommato piccolo. Quel periodo è stato uno dei più importanti per la mia carriera da dj.
Dopo il periodo a Londra sei tornato in Giappone, per diventare un resident del Womb di Tokyo, e adesso vivi a Berlino: penso si possa dire, quindi, che hai una certa conoscenza del mondo del clubbing sia in Europa che in Giappone. Cosa vedi di simile e cosa di diverso tra i due mondi? L’approccio al clubbing della gente è lo stesso che abbiamo qui, in Giappone?
La club culture è più comune in Europa che in Giappone, ci sono più persone che sono interessate alla musica, ed è per questo che di solito l’atmosfera qui è così positiva. Però a Tokyo c’è una scena molto forte, hanno molti top dj internazionali ogni weekend e molti grandi festival, esattamente come una grande città europea.
Anche se la musica elettronica è molto popolare in Giappone, credo che il numero di artisti giapponesi che raggiungono il successo in Europa sia ancora piuttosto basso, o almeno non alto quanto ci si aspetterebbe pensando alla quantità di artisti giapponesi di talento che si scoprono cercando anche solo un po’. Perché pensi succeda? E c’è qualche artista giapponese che non ha ancora ottenuto successo internazionale che ti senti di consigliarci?
Credo che il cuore della club culture sia in Europa in questo momento, e il Giappone è piuttosto lontano da qui, anche se internet avvicina tutti i paesi e permette di ottenere in fretta informazioni da qualunque posto, per cui le cose stanno migliorando per i dj e i produttori giapponesi. Penso che quello di cui abbiamo bisogno per portare la club culture giapponese al livello successivo siano delle buone agenzie e dei media che spingano gli artisti giapponesi nel mondo. Inoltre, in genere i giapponesi non sono bravi a parlare inglese come chi proviene da altre nazioni, abbiamo bisogno di studiare molto per imparare la lingua.
Parlando di somiglianze e differenze tra paesi diversi, a breve suonerai in Italia, al Bauhaus di Bergamo. Hai già suonato in Italia? Cosa ti aspetti dal pubblico italiano?
Sì, ho già suonato diverse volte in Italia. Penso che l’Italia abbia una forte storia legata alla musica house di qualche anno fa, per cui mi piace sempre suonare dei classici tipo i dischi della UMM. Il pubblico italiano ha sempre un sacco di energia, quindi devo assicurarmi di dormire bene prima del party per essere in grado di tenere il passo.
E sempre a proposito di Italia, ho letto che a breve suonerai al Womb per la festa di compleanno di un artista che all’Italia è particolarmente legato, Satoshi Tomiie. Siete amici? Che rapporto hai con una leggenda della house music come lui?
Sì, suonerò con lui al Womb il 22 novembre. Siamo buoni amici e lui è come una divinità per me. Mi ha dato dei buoni feedback quando ero agli inizi, per la mia prima release su Four:Twenty, e poi ho stampato due EP sulla sua Saw recordings, e da allora siamo sempre rimasti in buoni rapporti. Inoltre, un mio carissimo amico nonché il mio maestro di djing, di nome Yoku, è un suo amico molto stretto, quindi abbiamo molti legami in comune.
Anche tu hai un legame molto forte con l’Italia, credo, grazie al tuo progetto Doublet assieme a un artista italiano, Tuccillo. Come vi siete conosciuti? E come descriveresti il progetto?
Ho fatto un remix per una sua traccia su Kings Street tanto tempo fa, poi finalmente ci siamo incontrati a Londra grazie a Daniel Kyo e da allora siamo diventati ottimi amici. Non saprei dirti come è stato che siamo diventati amici, è una cosa molto organica. Tu sapresti dire come sei diventato amico dei tuoi amici quando andavi a scuola? Siamo ancora come dei bambini e ci divertiamo molto a giocare e fare musica insieme, questo è Doublet. Se devo parlarti della musica che facciamo, abbiamo più o meno lo stesso background, siamo entrambi appassionati di house music classica con quella vibe soulful e funky. Siamo molto contenti di avere molte bombe ancora non uscite ufficialmente, le vedrete nel 2015, siamo pronti!
Di recente di sei unito al roster di artisti di Inground Booking. Come sei entrato in contatto con loro? E quanto pensi che sia importante avere una buona booking agency, oggi? Qual è esattamente il loro ruolo nella tua vita di tutti i giorni e nella tua carriera in generale?
Conosco Val, che gestisce Inground Booking. Ha un buon numero di anni di esperienza nell’organizzazione di party e nella gestione degli artisti, acquisiti quando viveva a Londra. Ho suonato ai suoi party Select*Elect molte volte, prima a Londra e ora a Berlino e mi sono sempre divertito molto. Mi ha chiesto di unirmi al roster di Inground, e mi sono detto “perchè no?”. L’agenzia è ancora giovane ma finora si sono comportati molto bene. Vedo una struttura ben definita dietro iI loro lavoro: si prendono cura della mia immagine, mi organizzano interviste e podcast per magazine di tutta Europa. Ci sono anche molti altri dj davvero bravi che sono felici di far parte del team Inground.
Hai iniziato la tua carriera come dj e promoter per i party Holic, e solo in seguito ti sei spostato anche sulla produzione e sul label management. Ti consideri più un dj o un produttore, oggi? Cosa pensi del fatto che un dj debba produrre le proprie tracce per poter avere successo come dj?
Penso di essere più un dj che un produttore, e purtroppo i bravi produttori non sempre sono buoni dj; tuttavia, è molto importante stampare delle tracce di successo per ottenere delle date oggi, ed è importante che lo capiamo. Ascoltare un sacco di musica e cercare di produrre la propria basandosi sulla propria esperienza, dovrebbero essere cose divertenti.
E parlando di Holic, come descriveresti i party e l’etichetta? Qual è il loro stile musicale, e come scegli gli artisti per uno e per l’altra?
Ho avviato gli eventi Holic a Londra con una piccola crew di amici all’AKA (The End), abbiamo invitato molti bravi dj, dalle leggende agli artisti nuovi. Cerchiamo di non seguire l’hype e le mode del momento e ci concentriamo su artisti che hanno uno stile unico e originale, e credo valga lo stesso per la policy di Holic Trax.
Ultima domanda: quali sono i tuoi piani per il 2015, sia da solo che in progetti come Doublet, e con Holic?
Usciranno alcuni miei EP da solo, una nuova etichetta gestita dai Doublet e molti EP fantastici sono pronti per Holic Trax, quindi sarà sicuramente un ottimo anno.[/tab]
[tab title=”English”]Japan is a land very rich in house and techno talents, but too often these talented artists remain confined to their homeland: be it for the actual geographical distance, for the language barrier (learning English for a Japanese is not as easy as it is for a European), or be it simply because Japanese people tend to be quite shy, the number of internationally acclaimed Japanese dj and producers can be counted on a single hand, even if all of them are true stars. Among these artists, one of the most recently acclaimed is Tomoki Tamura, who is bringing some really fresh air in the scene that blurs the line between house and techno with his own Holic Trax; thanks to his presence at Bauhaus in Bergamo we had the chance for a quick chat.
Reading your bio, I learned that your musical career got to a start when you moved to London in 2004. But what was your relationship with music before that, at the very beginning, when you were still living in Japan?
I was work as bartender at small underground club which was called “Club Flatt” in Osaka, when I was teenager. I was glow up with Underground US House there, that time there was strong culture of this kind of house music. I met a lot of great & beautiful people there. I was very lucky to see a lot of great names such us Larry Heard, Ron Trent, Jovonn, Theo Parish, Moodyman, Francois K, Joe Claussell at such a small club. That time was one of the most important time for my dj career.
You also came back to Japan later, to become a resident at Womb in Tokyo, and now live in Berlin, so I assume you are quite knowledgeable about clubbing both in Japan and in Europe; what similarities and what differences do you see between here and there? Do people approach clubbing the same way in Japan?
Club culture is more common in EU than Japan, specific and limited people who are interested to club culture & dance music go to there, that’s why the atmosphere is pretty good. There is very strong scene in Tokyo, they have a lot of international top djs every weekend and big festival also happening like big city of EU.
Although electronic music is very popular in Japan, I’d say that the number of Japanese artists who reach success here in Europe is quite low, or at least not as high as one would expect considering the amount of talented artists discoverable in Japan after digging a bit. Why do you think this is happening? And are there any Japanese artists that haven’t yet achieved international acclaim that you recommend?
I think the heart of club culture is in EU these days and Japan is a bit far from there but internet things make all country very closed as they can get any information on time form everywhere so things going better for japanese dj & artists too. I think what we need to bring japan to next level is to have good, strong agency & media to push japanese artists to the world. And a more, japanese people is not good to speak english than other country, we need to study hard language too.
Speaking of similarities and differences between countries, you will play in Italy in November, at Bauhaus in Bergamo. Have you ever played in Italy before? What do you expect from the italian crowd?
Yeah I have played in Italy for many times. I think Italy has got strong history of house music in the back days like big classic label UDM etc so I always enjoy to play some house classics tunes there.Italian people always have full of energy to dance so I need to make sure to sleep well before the event to rock them hard.
And speaking about Italy, I learned you recently played at Womb for the birthday party of an artist who is particularly connected to Italy, Satoshi Tomiie. Are you friends with him? What’s your relationship with such a legend of house music?
Yes I will play at Womb with him on 22nd of November. Yes I am good friend of him and his is my god you know that. He gave great feedback for my first release with noon from Four: Twenty long time ago and then I have releases 2 EPs from his Saw Recordings, since then I have good relation with him. Also my very good friend & teacher of djing, his name is Yoku, he is very closed friend of Satoshi so we have many of connections between us.
You also seem to have a strong connection with Italy due to your Doublet project that also involves an Italian artist, Tuccillo. How did the two of you meet? And how would you describe the project?
I did a remix for his tune from Kingstreet NY for long time ago and then we finally met in London through Daniel Kyo and since then we have became very good friend. I do not know why we become good friend but I think it is very organic thing to become like that. Did you know the reason how you made good friend when I was in school? We are still children and just having fun to play & make music together, that’s Doublet. If I need to talk about music of between us is that we have kind of same background, we both love classic house music with soulful funky vibe. We are pretty exciting that we have so many unreleased bombs, you will see them in 2015, we are getting ready for it now!
You recently joined Inground Booking‘s roster. How did you get in contact with them? And how important do you think is to have a good booking agency today? What’s exactly their role in your day-to-day life and in your career in general?
I know Val who runs Inground Bookings. He has quiet few years of experience in planning parties and manage artists when he was living in London. I’ve played at his parties called Select*Elect many times in London and now in Berlin and we always had good fun. He asked me to join Inground and I did, why not. The agency is pretty young in the business but they are doing well so far. I See work structure behind it: they care about my image, fixing interviews and podcast on magazine of all Europe. There are other really good djs happy of being part of Inground team.
You started your career as a dj and promoter for the Holic parties and only later moved to production and label management. Do you consider yourself more a dj or a producer now? What do you think of the current need for a dj to produce his own tracks in order to boost his djing career further?
I think I am more dj than producer and sadly good producers are not all great djs as you see but it is very important to make big tune to get gigs these days we need to understand it. Listen a lot of music and try to make your own tracks from your experience, it should be fun & amazing things.
And speaking about Holic, how would you describe the parties and the label? What’s their musical style, and how do you pick artists for both of them?
I have started Holic London Event with small crew & friends at AKA (The End), we have invited many of good djs from legend to new young artists, we do not follow the hype & trend and always focus artists who has unique & original style, I think I can say something for music policy of Holic Trax too.
Final question: what are your plans for 2015, both solo and in collaborations like Doublet, and with Holic?
Some of my solo EP will be out, new record label by Doublet & many of amazing eps are ready to go from Holic Trax so it will be great year for sure.[/tab]
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