Tommaso Cappellato non è certo un nome nuovo, se seguite queste pagine. Non potrebbe essere altrimenti: il suo approccio “moderno” al jazz, che lo ha portato a flirtare con l’elettronica e a collaborare col grande Rabih Beaini ma al tempo stesso a farsi seriamente le ossa pure col jazz tradizionale, è quel tipo di traiettorie che ci piacciono, quella voglia di avere una visione “aperta”, rifacendosi comunque ad alcuni momenti storici che sono caposaldi per chiunque ami la musica da dancefloor evoluta (non insomma pre-confezionata per scalare le classifiche di Beatport e i gusti di chi più di tanto non si sforza).
“Il progetto, che include oltre a me Alberto Lincetto e Nicolò Masetto (e vogliamo veramente essere sullo stesso piano, con una dinamica creativa “orizzontale”), si concentra sull’estetica italiana degli anni ’70, con reminiscenze di compositori quali Piccioni ed Umiliani ed echi di Lonnie Liston Smith, Herbie Hancock ed Azymuth”: ci presenta così l’ultima versione del suo Collettivo Immaginario, che alla fine di questa settimana – il 23 settembre – farà uscire l’album “Trasforma” (veicolato dalla Domanda Music, la label personale di Tommaso, che vuole quindi un totale controllo sull’operazione).
Abbiamo potuto sentirlo in anteprima e il risultato è gradevolissimo. Uno di quei dischi che, senza chiedere e pretendere l’impossibile o il difficile, ti fa stare bene e lo fa con notevole mestiere. Siamo quindi felicissimi di avere la possibilità di presentare, a due giorni dalla release, un’anteprima: la “Salice” che vi facciamo sentire tra l’altro è una composizione non del band leader ma di Lincetto, a dimostrazione di come l’interscambio nel Collettivo Immaginario sia regola aurea. Buon ascolto e se come crediamo vi soddisfa, dal 23 settembre tenetevi pronti ad ascoltare, acquistare, sostenere “Trasforma”. E se tra un mesette volete farvi una gita a Milano, in quel posto meraviglioso che è il Biko, il 29 ottobre il Collettivo Immaginario lo trovate lì.