Ve lo ricordate quando era il “nemico”, Skrillex? Vi ricordate di quante polemiche fece nascere la sua inclusione nella line up del Sónar Festival? Noi sì. E bene. Ed è divertente, ma anche istruttivo, tornare a pensarci oggi, che si festeggia il suo trentesimo compleanno e che da più parti si vedono omaggi e tributi. Attenzione: non è questione di fare il solito freestyle da haterismo (o il solito freestyle da hater del supposto haterismo, altra faccia della stessa medaglia, buona per chi fa il tifo invece di ragionare). No. Il discorso è più complesso. Perché la si aveva tanto con Skrillex? Non per lui, no; ma per quello che si intuiva potesse rappresentare. Cosa che poi è effettivamente ha preso piede, ha dispiegato i suoi effetti.
Skrillex nel campo da gioco dell’elettronica è partito, ironia della sorte, da un rigoroso genere di nicchia come la dubstep e ne ha estremizzato violentemente tutti i lati più spettacolari in modo iconoclasta, cercando (senza calcolo all’inizio, ne siamo convinti, ma per puro istinto innato) la “gratificazione immediata”: molto concreto, molto americano. Ha dato il via ad un processo di spettacolarizzazione musicale che poi è stato abbracciato alla grande nei suoi fondamenti da tutti quelli che sono saliti sul carrozzone EDM, a partire da gente che era considerata un’onesta mestierante della house (David Guetta, tutta la cricca Swedish House Mafia, giusto per fare gli esempi più ovvi). Cosa che ha cambiato la vita di molte persone. Ecco: Skrillex non è stato certo l’unico che ha operato questo processo di imbastardimento+spettacolarizzazione adrenalinica della dubstep, di sicuro però è quella che se l’è giocata meglio. Con più senso della spettacolo. Con più capacità (e volontà) di farsi icona. Soprattutto, con la furbizia di ammorbidire il proprio suono al momento giusto, introducendo della striature daftpunkiane piuttosto decise nel suo modo di vedere l’elettronica.
E qui, di nuovo, è stato il suo sesto senso per la “gratificazione immediata”. Non crediate sia facile. Ci vuole un talento vero, e Sonny Moore ce l’ha, l’ha sempre avuto, disonesto non riconoscerlo. Le critiche e gli scetticismi che gli sono piovuti addosso erano per altro: stava preparando la strada, come poi è avvenuto, per una fruizione della musica molto gioiosa, spettacolare e allegra, ma al tempo stesso bulimica: la “gratificazione immediata” significa non solo azzeccare la via più veloce per colpire nel modo più diretto il maggior numero di persone (pregio), ma anche mettere dichiaratamente in gioco questa modalità, spingendo tantissimi ad una produzione (se artisti) o un ascolto (se pubblico) bulimico, sempre alla ricerca dell’effetto speciale, del cibo pronto e commestibile, del drop e/o della melodia cantabile con successioni armoniche ben codificate e scientificamente paracule, seducenti, appiccicose radiofonicamente. Un pubblico, quello che si è fatto catturare da questa rivoluzione, che mediamente non solo non conosce il “senso di attesa” e di lenta costruzione dell’intensità emotiva che caratterizza le fondamenta di ciò che è clubbing, ma proprio non è interessato a conoscerlo. Almeno nella sua maggior parte.
Non è un problema: ciascuno è libero di fare quello che vuole, a maggior ragione di ascoltare la musica che vuole. E’ così che le cose si evolvono. Ma quando si vede che si perde un “colore”, un “sapore”, una sfumatura di una storia, ecco, quello è il momento in cui si impoverisce tutti quanti. Lecito dirlo? Chi ha guardato con preoccupazione – se non ostilità – al fenomeno Skrillex, più o meno consciamente aveva in mente questo. Ma sarebbe stato disonesto, ora come allora, non riconoscerne il talento, lo ripetiamo: la sua capacità di prevedere prima e meglio di altri il gusto di un pubblico che all’apparenza non c’era (chi pensava che le masse pop potessero evangelizzarsi al ritmo di una musica dance dai connotati molto marcati?) non è solo paraculismo, anzi, nel suo caso proprio non lo è, è proprio un’attitudine resa brillante ed efficace dal talento innato. Il paraculismo è quello di chi ha intuito lo slot per fare la cosa giusta al momento giusto, parametrandosi all'”aria che tira”: beh, quando Skrillex ha fatto tutto quello che ha fatto, era quasi sempre il primo a farlo, almeno nel suo contesto di appartenenza del momento. Una differenza non da poco.
Oggi Skrillex è ancora un “nemico”?
Una differenza che gente più attenta – vedi il famoso aneddoto della serata Four Tet back to back Skrillex, di cui parlammo con Floating Points – ha sempre colto. Facciamo allora i nostri auguri a Skrillex: buon trentesimo compleanno. Sarà curioso, ora, vedere come entrerà in un decennio in cui, almeno in teoria e secondo vecchie vulgate (ancora vere?), si “diventa adulti”. Di sicuro ha aperto molte porte, in questi anni: da queste porte sono entrati di sicuro ascoltatori entusiasti ma superficiali, opportunisti, calcolatori, gente fiera del proprio essere schiettamente ingorda a livello emozionale; ma sono entrati anche ragazzi teenager, o poco più, che sono stati scolarizzati dalla dance e alle sonorità elettroniche e hanno voluto approfondirle in modo appassionato – aggiungendo, appunto, un “colore” in più ai propri gusti e alla musica in generale.
Oggi Skrillex è ancora un “nemico”? Macché. Non ci si accapiglia più (tanto) attorno al suo nome, nelle galassie più legate al clubbing techno e house ortodosso. C’è ancora molta ostilità diffusa verso l’EDM, ma i motivi sono sempre gli stessi (e stanno anche nel fatto, aggiungendo un elemento oltre a quelli elencati sopra, che molta EDM com’era forse naturale che fosse si è “seduta”, trovando sbocchi nel vedere l’anima al pop tout court: una scelta fruttifera sul brevissimo periodo ma che non capisce che, nell’abbraccio col pop, sarà sempre tendenzialmente il pop a mangiarti, non il contrario, come del resto ha fatto vedere anche la parabola dell’hip hop nell’ultimo decennio – tolte ovviamente alcune splendide sacche di resistenza, che sono quelle con cui solidarizziamo sempre e comunque, di qualsiasi genere musicale si tratti, perché sono comunque viscerali, passionali).
Una percezione meno isterica, meno condizionata dall’hype (in negativo o in positivo), può fare del bene a Skrillex stesso e a chiunque segue la musica elettronica. E allora è per questo che ci piace festeggiare il trentesimo compleanno di Sonny Moore così, riproponendo un filmato che ci ha fatto ridere un sacco (e che, siamo abbastanza sicuri, fa sorridere ancora oggi Sonny stesso). Uno scappellotto in testa te lo tireremmo pure noi, per come hai un po’ trasformato il mondo della musica elettronica in un circo molto americano; ma sarebbe uno scappellotto amichevole. I musicisti di talento sono sempre e comunque i benvenuti. Si possono discutere e criticare, ma sono sempre i benvenuti. Auguri!