Daniel “Stoerte” Becker, Yannick Labbé e Trickski, tre entità indipendenti che si esprimono singolarmente ma meglio se prese insieme. E’ un connubio tedesco che si è fatto strada, conquistandosi il meritato spazio per la grandezza del proprio talento. Ispirandosi al jazz, colonna sonora della città d’origine, Friburgo, fino ad evolversi verso una propria identità, che percepisco essere ancora adolescente, perché ne rispecchia un pò i tipici tumulti: uno slancio verso l’ignoto, un’irrefrenabile curiosità per ciò che è nuovo, la pulsione a migliorarsi ed il rifiuto alla noia. Ci hanno stuzzicato, fra gli altri lavori, con l’album “Unreality”, un preliminare risultato nella loro crescita, in cui ci inducono a riflettere su quali possano essere le nostre speranze, rimanendo sempre vigili su ciò che succede intorno. Ci portano ad analizzare le ambiguità o sottolineano il fil rouge che mette in connessione la nostra sensibilità nascosta con il mondo del club. Questo fa di loro dei giovani artisti che hanno si lasciato un segno ma che sospetto abbiano ancora molto da dirci. Ho incontrato Daniel, ecco a voi.
Come vi siete incontrati?
Ci siamo incontrati a Roof Down party in Freiburs, la mia città natale. E’ stato in occasione della festa di lancio della prima release di Rainer Trüby per la Compost Records. Freiburg è una cittadina universitaria di 200.000 abitanti, con un occhio per l’ecologia e con un ottimo programma musicale e molti jazz club. Root down party era il nostro tempio, in cui andavamo almeno una volta al mese e in cui eravamo I più giovani: studentelli delle scuole superiori in mezzo agli universitari.
All’inizio eravate in tre. Jack Migger era uno di voi…
Jack era l’mc, il mio coinquilino e un vecchio amico di Freiburg. Era partito come un gioco… Yannick ed io eravamo più focalizzati nel fare qualcosa di serio. E’ un ragazzo divertente e simpatico, tutt’ora un nostro grande amico ma non aveva il nostro stesso intento.
Andate d’accordo o avete qualche problema ogni tanto?
Aaah l’intero rapporto è un grande problema! Si si, siamo migliori amici. Non siamo sempre d’accordo ma andiamo avanti insieme nella stessa direzione, in modo costruttivo per trovare l’accordo. Se si andasse sempre d’accordo sarebbe noioso e non succederebbe mai nulla.
Trickski sembra uno sciogli lingua. Come avete scelto questo nome?
Ahahah! Beh i russi e i polacchi non hanno nessun problema a pronunciarlo! Trick Ski: trick come trucco e ski come sciare. E’ più facile ricordarlo e pronunciarlo così, vero? No seriamente, è un termine tedesco per uno sport olimpico: lo sci acrobatico o freestyle. Trickski comprende tre discipline: elegante figura che patina in cielo, salti acrobatici e la pendenza irregolare. Abbiamo pensato potesse fosse calzante per quello che facciamo e era totalmente fuori moda nel momento in cui lo abbiamo scoperto… a noi piace anche questo!
Com’è vivere a Berlino?
Vivo là da 14 anni, per me è una cosa normale. Non ho mai analizzato molto ma figo incontrare persone aperte con cui condividere le mie idee. Se fai caso agli altri continui a fare le stesse cose, mi piace andare in posti diversi e vedere cosa la gente fa. Qualche volta anche isolamento è altrettanto positivo come in Svezia per esempioo in Sud Africa, luoghi in cui le persone fanno le loro cose in totale indipendenza e autonomia. Mi piace anche il meltin pot di Berlino.
Vi siete evoluti dal nu jazz ad una soft techno. Com’è successo?
Per noi è prettamente musica, non siamo bravi nell’approfondire estremamente uno stile e siamo pessimi nel ripeterci. Questo può essere spiacevole per alcune persone perché magari a loro piace una traccia e vorrebbero che noi ne facessimo altre similari. Penso che se hai prosotto una traccia in un certo modo, è fatta e finita. A noi piace esplorare e fare cose nuove che ridefinire un certo suono. Non siamo interessati ad accontentare tutti anche perché rischi sempre di trovare qualcuno a cui non piace ciò che fai. Credo che questo sia un periodo complicato perché al contrario, un sacco di dj tentino di rispondere alla richiesta del pubblico. Queste ripetizioni sono noiose ma sta a loro! Possono fare quel che vogliono!
Pare che, soprattutto all’inizio voi eravate chiamati per i warm up. E’ vero?
Al nostro esordio eravamo ingaggiati all’estero ma non in Germania. Dopo questo periodo non siamo mai stati chiamati per i warm up o cose del genere. Noi però abbiamo sempre detto che i warm up sono molto importanti per l’andamento di una serata e a noi piace anche suonare nel warm up. Questo significa che per noi è fantastico quando possiamo suonare per molto tempo ed iniziare presto. In questo modo possiamo costruire la serata come ci pare, passo dopo passo, iniziando con una house più lenta fino a ciò che produciamo al momento. Un altro motivo cui si riferisce la domanda per un pezzo che abbiamo prodotto chiamato “warm up”. Quando vieni chiamato in altre città o altri paesi normalmente non è per i warm up perché le persone vogliono vederti buttar giù i muri quando il locale è pieno; non spendono soldi per vederti suonare le prime ore.
Parliamo un pò del dj set. Come vi dividete la slot?
Dipende, abbiamo provato un pò di tutto. A volte facciamo un b2b e a volte dividiamo il tempo del set: suono mezz’ora io da solo e viceversa. E’ sempre diverso, non abbiamo ancora trovato la soluzione.
Cosa puoi dirmi sull’EP “A Billion People”, per cui hai lavorato con Hollis P Monroe e Overnite?
La collaborazione con Hollis P Monroe e Overnite è iniziata via internet. Avevamo sentito qualche traccia che avevano fatto e li abbiamo approcciati via FB, chiedendogli se gli interessava l’idea di lavorare insieme e loro sono stati subito d’accordo. Per essere onesto, noi siamo rimasti stupefatti da quello che hanno fatto, specialmente i testi ci hanno colpito molto. Molti testi nel mondo della dance sono senza senso, vertono su tutto e niente: spesso non hanno nemmeno senso, la voce è solo uno strumento “samba di Janeiro”. “A Billion People” ha un senso e siamo molto contenti che tocchi molte persone. Ho appena tenuto un set a Dhaka, Bangladesh e qui un ragazzo mi ha detto che questi testi significano molto per lui, ha sentito che esprimano totalmente ciò che sente riguardo la musica. Per lui, “A Billion People” è un vero e proprio inno, non solo una traccia per club. Non è fantastico?
Lo è… E invece Unreality? Qual è il significato che si cela dietro il titolo?
Unreality per noi ha due significati: riguarda cose o situazioni che esistono ma che non vorresti fossero vere e le cose che tu vorresti ma credi non succederanno mai. Questo è il motivo per cui sulla copertina dell’album ci sono le dita incrociate. In un certo modo significa “speriamo il meglio” o “buona fortuna”, o in altro modo potrebbe voler dire “non intendo ciò che dico/ non sto dicendo la verità”. Unreality è tutto ciò che sta fra questi due significati, è diviso nel sentire il mondo.
Come scegliete le voci?
Solitamente iniziamo a lavorare sulla parte strumentale e poi abbiamo bisogno delle voci. Le voci sono importanti per noi ma non per come suonano ma per cosa esprimono. Non abbiamo una strategia nello sceglierle, succede e basta. Normalmente incontriamo persone e pensiamo “ok, facciamolo”. Non siamo alla ricerca di un certo suono o del perfetto cantante. A volte cantiamo pure noi.
Chi vi cura gli artworks?
Io sono un graphic designer quindi li faccio personalmente, anche se insieme pensiamo al concept dell’album.
Chi credi siano dj o produttori di considerevole interesse dell’ultimo anno?
Sono stato in Sud Africa un paio di volte negli ultimo 9 mesi e sono rimasto davvero impressionato dalla loro scena deep house. E’ impressionante quanto sia sviluppata e quanto grande sia la qualità della musica. Hanno una loro scena con dj, produttori, etichette ecc ecc… che qui non molte persone conoscono. Pochi riescono a farsi conoscere in Europa o negli Stati Uniti come Culoe. Ma ce ne sono molti altri come Kid Fongue, Shimza o Coebur, DJ Whisky. Credo sia importante più l’intera scena che i singoli dj o produttori. A parte questo, credo che gli svedesi siano forti in questo momento: Axel Boman o i Genius of Time. Il Messico pare abbia qualche nuovo talenti… Al momento io sono più per scoprire singole tracce.
English Version:
Daniel “Stoerte” Becker, Yannick Labbé and Trickski three independent entities that are expressed individually but better if taken together. It ‘a German union that has made its way, earning a well-deserved space for the greatness of his talent. Inspired by jazz, the soundtrack of their hometown, Freiburg, up to evolve towards its own identity, which I perceive to be still teenager, because it reflects a bit the typical riots: a bounce into the unknown, an irrepressible curiosity about what it’s new, the desire to improve and the refusal to what is boring. They poke us, among other works, with the album ‘Unreality’, a preliminary result of their growth, which lead us to reflect on what are our hopes, while remaining vigilant about what is happening around .. They lead us to analyze the ambiguities or emphasize le fil rouge that connects our hidden feelings to the club scene. This makes them one of the young artists who have left a mark but, I suspect, still have much to tell us. I met Daniel, here we are.
How did you meet each other?
We met at the Roof Down Party in Freiburg, my hometown. It was a party by Rainer Trüby for its first release on Compost Records. Freiburg is a small student town of 200.000 people, very ecological and it has a really really good music program and there are a lot of jazz clubs. Root down party it was our temple, once in a month we went there and we were pretty much the youngest kids there: we were high school students between the university students.
At the beginning you were in three. Jack Migger was one of you…
Jack was the mc, my flatmate and he is an old friend of mine from Freiburg as well. It was a fun project at first… Yannick and me were more focus on the whole things. It is a very fun guy and he still a good friend of us but he didn’t go for the whole thing as much as we did.
Do you get well together? Do you have problems sometimes?
Aaah the whole relationship is one big problem! Yeah yeah! We are best friend. We do not always agree but we always get along and we always find a constructive way to deal. If you agree all of the is boring and nothing happening.
Trickski seems to be a tongue twister. How did you choose this name?
Ahah! For russians and polish people are totally fine pronouncing it. Trick Ski. Trick like trick and ski like ski – pretty easy to remember and pronounce this way. Seriously, it its the german term for an olympic sport: acrobatic skiing or freestyle skiing. Trickski has three disciplines: elegant figure skating on skies, acrobatic jumps and the bumpy slope. We that that might fit to what we do. Plus, it was totally unfashionable at the time we found trickski. We liked that too.
How is to live in Berlin?
I’ve been living there from 14 years so it’s normal to me. I don’t analyse that much but It’s good to meet a lot of minded people to share my ideas. If you always look at the other guys you keep on doing the same, I like to go to different places to see what other people are doing. Sometimes isolation is really good like in Sweden or South Africa they are doing totally their own things. I also like the melting pot of Berlin.
You evolve from the nu jazz into a soft techno. How this happened?
For us is more mainly music, we were never good in digging deep to one stile but we are very bad in repeating ourself. This is sometimes disappointing for people cause they like one track and they want that we produce others similar. I think that if you done a track in a certain way, it’s done. We like to explore and do new things than refining a certain sound. We are not interest to please everybody cause you can always find someone that don’t like what you do. I think that right now it’s a difficult period cause a lot of djs, at the contrary, make music to answer to a the request of people… This repetition it’s so boring but … It’s up to them, they can do whatever.
It seems that, especially at the beginning, you were called for the warm up. Is that true? Why?
at the very beginning we were booked internationally, but not in Germany. After that we were never booked for or called for the warm up. we just always mentioned, that the warm up is something very important for a club night and that we truly enjoy playing the warm up too. That means, for us it is really great when we can play for a long time and start off early. This way we can build up the night exactly as we want it. step by step, starting with slow house… stuff we produced at that time a lot. another reason might be that we produced a track called “the warm up”. When you get booked to other cities or countries you normally don’t get to play the warm up. People wanna see you tear down the roof when the place is packed. they don’t spend all that money on you to play the early few hours only.
Dj set. How do you share the slot?
It depends, we try everything: sometimes is back to back or sometimes we divided the set: I play for half hour by myself. It’s always different, we didn’t find the perfect way yet.
What can you tell me about your last EP “A billion people” with Hollis P Monroe and Overnite?
The cooperation with Hollis P Monroe and Overnite happened via the internet. we heard some tracks they had done lately and approached them via Facebook. We asked them if they wanna do a little coop and they were up for it right away. To be honest, we were blown away by what they did, especially the lyrics touched us. So many lyrics in the dance world are just nonsense, are about everything and nothing, many times they don’t even make sense. the voice is just an instrument “Samba di Janeiro”… “a billion people” has a real meaning and we are very happy that it touches people too. I just come from a gig in Dhaka, Bangladesh, and somebody here told, that these lyrics mean so much to him, he felt that they totally express what he feels about the music. To him, a billion people is a real anthem, not just a club track. Isn’t that great?
It is… And what about the album “Unreality”? What is the hidden meaning?
Unreality to us can mean two things: the things and situations that are there but you don’t want them to be true and the things you wish for but do not believe in them to happen. That’s why we have the fingers crossed pic on the cover. In one way it can mean “let’s hope for the best” or “good luck”, the other way around, behind your back it can mean “I don’t mean what I am saying / I am not telling the truth”. Unreality is everything between these two, it is split feelings world.
How do you choose the vocals?
We starting to work on the instrumental and then we need vocals. Vocals are important for us but not the way they sounds but also what they say. We don’t have a strategy to choose it, it’s just happens. Normally we meet people and we think “ok we can do it”. We are not looking for a certain sound, we are not search for the perfect singer. Sometimes we sing also.
Who take care of the artworks?
I’m a graphic disegner so I personally make the design of our works. We do together the concept of the album.
Who are some significant contemporary djs and producers that you consider interesting of the last year?
I was in South Africa two times in the last 9 months and was hugely impressed by the deep house scene down there. it is impressive how big it is and what a great quality the music has. They have their own scene with dj’s, producers, labels etc. that not many people here know. A very few make it over the to Europe or the US. Julian Gomes and Culoe de Song have been here but there are more guys like Kid Fongue, Shimza or Coebur, DJ Whisky is another one. I guess it is more about the whole scene than single producers or djs. Over here I do not have a super secret hint. The swedes are pretty great these days again: Axel Boman and Genius of Time… Mexico also seems to have quite a few talents, right now it is more single tracks we dig.