[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]Per anni pregiato alfiere della scuderia Minus, Troy Pierce ha avuto un ruolo di primissimo piano nello sviluppare e diffondere l’ondata minimal che da Berlino si è diffusa a partire dai primi anni del nuovo millennio. Produzioni (dicono niente “25 bitches” o “Horse Nation”), collaborazioni importanti (Run Stop Restore, Louderbach) e serate in giro per il mondo nei club più disparati come nei festival più importanti (alcune indimenticabili a detta dello stesso Troy). L’esperienza maturata con i colleghi ed amici Magda e Marc Houle lo porta a fondare insieme a loro Items & Things, un passo verso un completo controllo del proprio percorso musicale che egli stesso definisce efficacemente con la frase “mi piace creare e suonare musica insolita per gente insolita – quelle tracce che si infilano nella tua testa come un suono da un’altra dimensione”.
In cosa sei stato impegnato recentemente?
Sto lavorando su molto materiale, un nuovo EP è uscito il 13 dicembre e ci sono alcuni remix di cui mi sto occupando.
Sei nato e cresciuto negli Stati Uniti, dall’Indiana, passando per Detroit ed infine New York, prima di stabilirti a Berlino. All’epoca del tuo trasferimento un ipotetico paragone tra Berlino e NY (per quanto riguarda ciò che un artista come te ricercava) avrebbe dato risultati decisamente a favore della capitale tedesca, ma ad oggi ti senti ancora di confermare Berlino come la città ideale per esprimere il proprio potenziale, e crescere musicalmente parlando?
Si, penso che Berlino sia ancora la città in cui trovarsi se si vuole provare a vivere creando e suonando musica elettronica. I prezzi degli affitti sono ancora abbordabili e Berlino è collocata in una posizione centrale per poter raggiungere le varie serate in giro per l’Europa. New York è ancora incredibilmente costosa e a meno che te non vinca alla lotteria ti devi fare un gran culo tutti i giorni solo per sbarcare il lunario, il che non lascia molto tempo allo sperimentare e fare musica. Un’altra qualità di Berlino poi è il fatto di vivere circondato da una concentrazione davvero alta di persone con vedute simili alle tue. Puoi incontrare grandi fotografi, produttori di video, stilisti etc., che oltretutto sono molto coinvolti nella scena musicale e nel clubbing cittadino, più di quanto io abbia visto in ogni altra città. Tutto ciò crea un ambiente davvero unico che ti porta a dare sempre il massimo, musicalmente parlando e dal punto di vista della creatività.
Quanto, la capitale tedesca, ha influenzato/influenza tuttora il tuo suono?
Sono stato influenzato dalla musica dance tedesca ancora prima del mio arrivo a Berlino. Colonia aveva la Kompakt, Areal, Studio One, Profan. Playhouse, Klang, Ongaku, erano le mie label preferite con base a Francoforte e poi Berlino… Bpitch, Basic Channel, Poker Flat, Perlon e le altre centinaia che non ricordo. Le uscite pubblicate da queste etichette negli anni Novanta hanno plasmato il mio suono più di ogni altra cosa. Oggigiorno però, a pensare da dove proviene la musica che mi ispira e chi davvero influenza il mio suono, sento come vi sia alla base una dinamica profondamente diversa. In generale comunque la Germania, e più precisamente Berlino, influenzano ancora la musica che produco.
Mai pensato di tornare negli States?
Nei primi anni in cui ho vissuto a Berlino non mi è mai passato per la testa ma, recentemente, sta diventando un problema. Mi mancano tantissimo il cibo e il sole. Inoltre il mio tedesco fa schifo, non l’ho mai studiato per davvero quindi la mia vita diurna è abbastanza isolata. Non posso scherzare con la signora dell’alimentare ed è imbarazzante in farmacia o in palestra. Ma nonostante tutto amo il mio studio a Berlino, il mio appartamento è comodo e spazioso ed inoltre viaggiando spesso non è poi così terribile. Però si, devo dire che sto considerando questa ipotesi, sempre di più, giorno dopo giorno.
Sin dall’inizio (2001 se non sbaglio) hai abbracciato l’utilizzo dei nuovi supporti digitali per dj, hai potuto osservarne da vicino l’evoluzione e la diffusione. Potresti dirci quali sono a tuo avviso i benefici che l’utilizzo di queste tecnologie hanno apportato al mondo del djing? E dove risiedono invece i pericoli più grandi derivanti dall’uso/abuso di tali innovazioni?
Sono stato abbastanza fortunato ad aver ottenuto una prima versione del software nel 2001 (grazie a Rich) e ad aver sempre potuto usare, da quel momento, alcune versioni del set up digitale. Ciò che davvero apprezzavo di Traktor (poi chiamato Final Scratch) sin dall’inizio, era la possibilità che avevo di suonare le mie tracce unitamente ai miei edit. Questo avvenne subito prima che tutti iniziassero ad usare i cds per cui, oltre a spalancarmi moltissime porte, contribuì ad alleggerire notevolmente la mia borsa dei dischi. Al giorno d’oggi la situazione è un po’ complicata; ci sono djs che davvero sembra non abbiano mai mixato manualmente due tracce (o almeno così suona) e tra i vari effetti ed opzioni per poter utilizzare molteplici decks si corre semplicemente il rischio di avere troppe informazioni da gestire. Sono completamente favorevole a sperimentare ma, in fin dei conti, il tuo lavoro è di far ballare le persone, non ostentare il tuo talento nel premere un sacco di pulsanti velocemente con effetti, loops e canali che impazziscono. Se non si riescono a trovare due fantastiche tracce da suonare insieme allora forse si dovrebbe ripensare alla selezione musicale effettuata. E’ facile perdersi in mezzo a tutte queste possibilità e, certe volte, meno vuol dire di più.
Parlando di Items & Things, la label da te portata avanti insieme a Magda e Marc Houle, quali sono i propositi alla base ed i progetti futuri?
Abbiamo creato la label quando facevamo ancora parte della Minus e lo scopo è sempre stato ed è tuttora quello di rilasciare musica che noi tre troviamo interessante. Si sta facendo più difficile ma i nostri progetti per il futuro si basano ancora su questa idea, trovare ottima musica che colpisca tutti e tre. Preparatevi a del nuovo materiale da Madato!
Dopo circa 4 anni Louderbach torna alla luce con un remix su Get the Curse Music, remix oltretutto prodotto per un volto familiare anche alla Items & Things, ossia Tomas More. Cosa ci puoi dire della rinascita di questo progetto?
Io e Gibby (Miller) occasionalmente lavoriamo su della musica ma con il fatto che lui è molto impegnato a Los Angeles è difficile arrivare ad avere qualcosa che sia finito al 100%. Quando Tomas mi chiese se fossi stato interessato a fare un remix per una sua traccia, la ascoltai e sentendo quel vocals pensai immediatamente ad un remix/cover prodotto come Louderbach. Anche Tomas apprezzò l’idea e più o meno da lì iniziò il tutto. Ho lavorato su alcune versioni della traccia a Berlino e le ho inviate a Gibby perché potesse registrare la parte vocale a Los Angeles. Abbiamo poi finito per concludere insieme l’ultimo arrangiamento e mixaggio, nel nostro piccolo studio quando sono tornato a Los Angeles. Siamo molto soddisfatti del risultato finale e tutto ciò ha in qualche modo rinnovato il nostro entusiasmo in questo progetto.
Ci sono voci circa la creazione prossima di un’ulteriore label, sempre ad opera tua di Magda e di Marc Houle? Potresti darci qualche anticipazione?
Molto brevemente… al 100% non è vero.
Facendo un piccolo salto nel passato, qual è il ricordo migliore dell’esperienza Minus? E cosa pensi ti abbia insegnato nel complesso quel periodo?
Wow, ho davvero tanti ricordi di quel periodo! Nel corso degli anni siamo stati in un sacco di posti pazzeschi, suonato in gran feste e coinvolti in progetti e collaborazioni. Il primo Sonar in cui suonai con Magda fu incredibile (c’era anche mia mamma sul palco). Tutti gli show “Kontakt” sono stati fuori di testa così come i due tour in pullman, intensi ma divertenti. Un altro ricordo è legato alla mia prima traccia, uscì su Minus e ricordo ancora la gioia e la fierezza nel vedere quelle copie nei negozi. Lungo tutti quegli anni ho imparato molto da Rich, è stato lui ad insegnarmi quanto importante sia suonare in modo appropriato tutte le volte. Non penso di aver fatto mia al 100% questa lezione ma do il meglio di me ogni volta per trovare la traccia perfetta per ogni momento. Potrà sembrare banale ma una delle lezioni più importanti che ho appreso da Rich (e da Katrin la mia agente in quel periodo) è che comunque sia, ”the show must go on”. Da malato, se hai perso il tuo volo, stanco o ancora provato dalla sera precedente… in ogni caso, trova una soluzione. Hai un obbligo verso i tuoi fans ed una responsabilità nei confronti dei promoters che ti hanno chiamato, a fare tutto ciò che è in tuo potere per essere presente e fare il tuo spettacolo. Un esempio perfetto, era ottobre ed ero a Lima per l’ultima data del tour di Items & Things in Sud America, avevo pranzato con Marc. La restante parte della giornata era stata molto tranquilla, passata a riposare in hotel. Più tardi quella sera, quando ci stavamo dirigendo verso cena, iniziai a sentirmi un po’ male ma comunque pensai sarebbe passato da lì a breve, mai pensiero fu più sbagliato. Con il procedere della cena stavo sempre peggio (il Cheviche a pranzo penso fosse il colpevole) e fui abbastanza fortunato da riuscire a trovare alcuni farmaci per il mio stomaco e tornare nella mia stanza in hotel per riposare ancora un paio d’ore prima di presentarmi a suonare. Ero ancora in condizioni terribili ma almeno non rimettevo più. Quando arrivammo al locale, la situazione al di fuori era assurda con una piccola sommossa e gente che provava ad entrare dentro. Caos totale. Anche all’interno il contesto era completamente fuori controllo (ma in senso buono). Ci misi la faccia e suonai al meglio delle mie possibilità per due ore, non so quanti altri djs l’avrebbero fatto. Sarebbe stato molto più semplice, e data la situazione anche giustificato dire “scusate, sono davvero malato”. Non è che con questo voglia dire di essere un essere umano speciale ma mi è stato insegnato a spingermi oltre ed portare avanti lo show. Le migliaia di persone che avevano pagato per ascoltarmi suonare non avrebbero mai capito la vera storia… un poco raccomandabile Cheviche. Avrebbero solo visto un ragazzo che non si presenta, il che avrebbe significato per un dj, essere uno sfigato. Quindi grazie a Rich e Katrin per tutto questo.
Cosa ritieni più interessante invece nel panorama musicale attuale?
Recentemente mi sento attratto da musica non propriamente dance, Raime, Silent Servant, Yves De Mey, Tropic of Cancer, Streetwalker. Questi sono secondo me alcuni tra gli artisti più interessanti al momento.[/tab]
[tab title=”English”]For years, Troy Pierce has been one of the finest artist of the collective Minus; he had a leading role in the development and the broadcasting of the minimal wave that came and spread from Berlin in the early years of the new millennium. Productions (nothing less than “25 Bitches” or “Horse Nation”), important collaborations (Run Stop Restore, Louderbach) and gigs all around the world in the most various clubs and in the most important festivals (some unforgettable as Troy himself admitted). The experience he got with his coworkers and friends Magda and Marc Houle brought him to found Items & Things along with them; a step toward a complete control of his own musical career that he himself describes efficiently: “I like making and playing weird music for weird people – those WTF tracks that stick in your head as a sound from another dimension”.
What are you up recently?
I’ve been working on a lot of music, new EP was released on 13th of December and there are a few remixes in the works.
You were born and raised in the United States, from Indiana, through Detroit, and finally New-York before to settle down in Berlin. When you moved out, a hypothetic comparison between Berlin and New-York (regarding what an artist like you would look for) would have elected the German capital. But today, do you still feel like saying that Berlin is the ideal city to express one’s own potential and to arise musically speaking?
Yes I still think that Berlin is the place to be if you want to try earning a living making and playing electronic music. The rents are still affordable and Berlin is centrally located for gigs around Europe. New York is still crazy expensive and unless you have won the lottery you have to bust your ass everyday just to make ends meet which doesn’t leave much time to experiment and make music. Berlin is also nice because you are surrounded by such a high concentration of like minded individuals. There are great photographers, video artists, clothing designers, etc who are also into music and club culture, more than I have every experienced in any other city. It creates an unique environment to challenge yourself musically and creatively.
To what extent did/does the German capital influence your sound?
I was very influenced by german dance music before I ever arrived in Berlin. Cologne had Kompakt, Triebstoff, Areal, Studio One, Profan. From Frankfurt Playhouse, Klang, Ongaku were my favorites and then Berlin… BPitch, Basic Channel, Poker Flat, Perlon and hundreds more I can’t remember. The releases from these labels in the 90’s really shaped my sound more than anything. Nowadays I feel like it’s a much different dynamic in terms of where music is coming from and who is really inspiring my sound. Germany in general and more specifically Berlin definitely still has an influence on the music I make.
Have you ever considered going back to the U.S.A?
In the first few years of living in Berlin it never really crossed my mind but recently it’s becoming an issue. I miss the food and sunshine a lot. Also my German sucks, I just never really picked it up so my day to day life is very isolated. I can’t joke with the lady at the grocery store and it’s awkward at the pharmacy or the gym. But I love my studio in Berlin and my apartment is comfy and spacious plus I travel often so it’s not so terrible. But, yea I consider it, more and more everyday.
From the beginning (2001 if I’m not wrong) you have embraced the new digital technology for Dj and you have been able to witness its evolution and spread. Could you tell us, according to you, what are the benefits that the use of such technology has brought to Djing? And on the other hand, what are the biggest dangers derived from the use/abuse of such innovations?
I was lucky enough to get an early version of the software in 2001 (thanks rich) and have been using some version of a digital set up ever since. What I really like about Traktor (then called final scratch) in the beginning was that I could play my own tracks and edits. This was just before everyone started using cd’s so it opened up so many more possibilities plus it lightened my record bag substantially. Nowadays it’s a bit tricky, there are dj’s who have never actually manually mixed two records together (or at least is sounds like it) and with all of the looping and multiple decks options you run the risk of simply too much information. I am all for experimentation but at the end of the day your job is to make people dance not showcase your talent for pushing a lot of buttons really fast with all of the effects and loops and channels blazing. If you can’t find two awesome tracks to play together then maybe you should rethink your musical selection. It’s easy to get lost in the possibilities and sometimes less is more.
Let’s speak about Items & Things, the label you developed with Magda and Marc Houle. What are the fundamental idea/ concept at its root and the future projects?
The label started when we were still at Minus and then as it is now the goal was to release music that the three of us found interesting. It’s getting harder but our concept for the future still has this idea at it’s root, to find great music that clicks with all of us. Get ready for new stuff from Madato!!
After more or less 4 years, Louderbach came back to business with a remix on Get the Curse Music, a remix from a well-known producer for Items & Things, who is none other than Thomas More. What can you tell us about the rebirth of this project?
Gibby and I work on music occasionally but he’s super busy in L.A. so it’s hard for us to really get anything 100% finished. When Tomas asked me if I might be interested in doing a remix for him I listened to the track, heard the vocals and immediately thought about doing a Louderbach cover/remix. Tomas liked the idea and we sort of took it from there. I worked on a few versions of the track in Berlin and sent them to Gibby to record the vocals in L.A. We ended up doing the final arrangements and mix down together at our little home studio when I got back to Los Angeles. We really got excited by the finished track and it sort of gave us a renewed enthusiasm in the project.
There are rumours about the upcoming creation of a new label, again by Magda, Marc Houle and you. Could you give us an early and brief overview of the project?
Very brief… 100% not true.
Let’s have a quick jump in the past. What is your best memory of your Minus experience? What are the main learnings of this experience in your opinion?
Wow, I have so many! We went to some many crazy places over the years and did some many cool gigs, projects and collaborations. The first Sonar I played at with Magda was amazing (my mom was on stage also). All of the Contakt shows were insane and the two bus tours were intense yet enjoyable. My first records came out on Minus and I can remember seeing them in shops and being so happy and proud. I have learned a lot from Rich over the years, he taught me how important it is to play well all of the time. I still don’t think I have it down 100% but I do my best to find the perfect tune for each moment. It sounds a little cheesy but one of the biggest lessons I learned from Rich (and Katrin, my booker at the time) was that the show must go on. Sick, missed your flight, tired, hungover… tough, figure it out. You have an obligation to fans and a responsibility to the promoters who booked you to do everything in your power to make your show. Perfect example, I was in Lima in October, the last show of our Items & Things tour in South America and I had eaten lunch with Marc. Afterwards we had a super chill day, taking it easy in the hotel room. Later that night as we were going for dinner I started to feel a little sick but I thought it would pass… Sooooooo wrong. as the dinner progressed I got more and more ill. (ceviche at lunch was the culprit I think) I was lucky enough to get some medicine for my stomach and went back to the hotel, I rested for like two hours and then went to play. I still felt awful but I wasn’t throwing up anymore. When we got to the venue it was insane, a near riot outside with people trying to get it… total chaos. Inside was just as out of control (in a good way). I put on my game face and played the best I could for two hours. I don’t think that most dj’s would have played. It would have been so easy, and valid actually to say “sorry, I am really sick”. Not that I am some sort of exceptional human being but I was taught to push through and go on with the show. The thousands of people that paid to hear me play would have never gotten the true story… dodgy ceviche. They would have just seen a guy not show up, which would have been seen as a lame dj. So thanks to Rich and Katrin for that!
What do you consider being the most interesting in the current musical panorama?
I feel really attracted lately to non dance music Raime, Silent Servant, Yves De Mey, Tropic of Cancer, Streetwalker. These are some of the most interesting artists to me at the moment.[/tab]
[/tabgroup]