Un po’ come essere tornato indietro di venti, venticinque anni: quando il territorio dei campionamenti era ancora una prateria dove valeva un po’ tutto (all’inizio) e dove all’improvviso gli avvocati entravano pesantemente in azione con ghigno satanico (dopo). Da un certo punto in avanti si è però raggiunto un discreto equilibrio: chi campionava era ben attento a dichiarare i sample più visibili, chi era campionato si accontentava del giusto in fatto di royalties, e poi basta, tutti contenti. C’erano giusto ogni tanto le notizie da circo, come Al Bano che che citava in giudizio Michael Jackson (causa che poi si rivelò un boomerang per il nostro connazionale: vincente in primo grado, venne sconfitto al secondo a condannato a pagare le spese processuali, tié, perché si stabilì che sai lui che Jacko avevano attinto da un brano tradizionale indiano).
Ad ogni modo: questa notizia pare provenire dalla preistoria della musica contemporanea. Ma fa sensazione, in primis per la caratura degli artisti coinvolti. La caratura sia del denunciato (Otis Jackson Jr. alias Madlib) sia del denunciante (Bob James). Il primo, lo saprete, è il vate dell’hip hop underground più gustoso ed irregolare, quello legato ai meglio sapori degli anni ’90 ma con un tocco di fumatissima follia in più; il secondo magari bisogna avere qualche anno in più per conoscerlo, ma per lunghi anni è stato un re del jazz più commerciale e pop – senza che questo abbia un’accezione negativa, perché comunque ha prodotto moltissima musica di gran classe.
Bob James non solo ha denunciato Madlib, ma l’ha presa proprio male nei confronti della pratica del campionamento: “Uno dei problemi dei sedicenti artisti “hip hop” o “rap” è che non sono in grado di raggiungere una sufficiente abilità da strumentisti per costruire i loro lavori; ecco che quindi si trovano a dover prendere in prestito, o “campionare”, robe mie, infrangendo in questo modo completamente i miei legittimi diritti di esecuzione o composizione”. Dichiarazione proprio ufficiale. Ufficiale e stizzita: e questa stizza sinceramente sorprende, pensando a come Bob James abbia avuto proprio grazie all’hip hop rinnovata fama in mezzo a generazioni e persone che difficilmente si sarebbero filate il suo lavoro: il meraviglioso break di campana usato dai Run DMC per “Peter Piper” e dai Beastie Boys per “Hold It Now, Hit It” arriva da “Take Me To The Mardi Gras” di Bob James.
Ma non è l’unico caso: negli anni anche Slick Rick, Main Source, Public Enemy, Eric B & Rakim, Ghostface Killah, Dj Cam e mille altri hanno usato roba sua, nello specifico quel capolavoro totale che è “Nautilus”; e proprio “Nautilus” è il motivo della causa con Madlib, che sotto l’alias Quasimoto avrebbe usato a scrocco estesi estratti del pezzo per dare vita a “Sparkdala” (ascoltatele qui e qui). Ora: è vero che Madlib si fuma cento canne e forse alla Stones Throw sono dei classici nerd musicali allegramente fricchettoni quindi hanno preso la cosa un po’ alla leggera dimenticandosi di “liberare” il sample, ma il signor James potrebbe reagire in modo meno rancoroso. Sembra veramente provenire dall’oltretomba di oltre un ventennio fa, come polemica.