Lo dicevamo ieri: tanti festival in Italia quest’anno, e molti sono davvero belli, ben pensati. Ma tanti, tanti. Con la paura che siano troppi. Se però incontri un festival che è semplicemente fuori categoria rispetto a tutto e tutti, che nasce proprio con un DNA particolarissimo e seguendo delle strade organizzative e contenutistiche inusuali, beh, il concetto di “troppo” viene forse a cadere: perché capisci che Limbo Festival è davvero “fuori categoria”. Notevolmente, incredibilmente “fuori categoria”.
E lo è nonostante dal punto di vista musicale sia tutto in ordine (e di indubbia, notevole qualità): se andiamo a guardare i nomi forti in line up abbiamo Gerd Janson (un fuoriclasse), Roman Flügel (un maestro), Gold Panda (da anni musicalmente uno dei più affascinanti live elettronici sulla piazza), Daniele Baldelli (fuoriclasse pure lui, e per meriti presenti, non solo per quelli passati). E ci stiamo fermando solo ai noti. Ah sì, poi c’è’ anche il “padrone di casa”: Luca Bacchetti. Ed è qua che bisogna iniziare a spendere delle parole in più.
Chi lo segue sui social, sa che Bacchetti – oltre ad essere da anni un dj di primissima categoria – è una delle persone più lucide ed incisive nel commentare la scena attuale, e nel mettere la musica e le esperienze più profondo al primo posto invece delle cazzate e delle soluzioni “facili”. Limbo per certi versi è il coronamento coraggioso ai limiti della follia di questa visione: tutti oggi usano a destra e manca la parola “festival”, e nel farlo aggiungono “esperienza”, anzi, “experience”; ma per come è stato costruito, oggi l’esperienza/experience in Italia più radicale e cercata è proprio quella del festival che si tiene, anche quest’anno, nella vasta tenuta (600 ettari) del Ciocco.
Per capirlo, basta andare alla sezione Ambassadors del sito ufficiale di Limbo. Qui non ci sono musicisti, ma questi “ambassadors” saranno tutti presenti al festival, sono parte integrante dell’esperienza: esperte di yoga, di “human design” (potenzialmente un concetto molto interessante), danzatrici che aiutano a riscoprire la potenza del corpo, chef di vaglia attentissimi all’etica ed alle materie prime. Tutto questo, lo ripetiamo, è parte integrante del “format Limbo” così come è stato pensato e costruito; e capite subito che qua si va molto, molto, molto al di là dell’infornata di gran bei nomi in line up (che peraltro ci sono, come raccontato sopra). È davvero un tentativo di un passo in più, di un livello superiore. Come dimostra il programma. O come ha notato chi ha parlato di inedita “connessione tra uomo e natura“.
Il prossimo weekend, al Ciocco, nell’entroterra toscano non lontano da Lucca e Pisa, si svolgerà insomma uno dei festival più particolari dell’anno. Potrete viverlo nella sola giornata/notte del sabato, che è quella che concentra il grosso dell’offerta musicale; potrete viverlo invece tutt’e tre i giorni – 7, 8 e 9 luglio – per “immergervi” davvero in una dimensione parallela, distesa, una piccola utopia. Una utopia dove suonano Gerd Janson, Roman Flügel, Gold Panda. Ma se sono i nomi dei dj/producer a vendere i biglietti (ed è così), potrebbe essere la diversità dell’esperienza a farvi sentire appagati come non mai. E come potete vedere qui sotto gente che c’era l’anno scorso, tipo tra gli altri un signore di nome di Prins Thomas, è rimasta piuttosto soddisfatta.