Come già annunciato non più tardi di un mese fa, Soundwall sta seguendo da vicino le tappe di Abetone e Roccaraso di Jäger Dome che vedranno all’opera, oltre al resident Fimp, rispettivamente: Federico Grazzini, Romano Alfieri e Philipp & Cole nella data toscana; Ralf, Unzip Project, Pirupa e Idriss D in quella abruzzese. Vista la prossimità degli eventi, perché non scambiare quattro chiacchiere con loro?
Romano Alfieri:
Muovendoti in lungo ed in largo per tutta la penisola, sei uno degli artisti italiani più attivi della scena. Quant’è diverso per te suonare in piccoli club della provincia piuttosto che mettere al Tenax ed al Cocoricò?
La differenza varia di club in club, non per la gente che lo frequenta ma per il sound generalmente proposto nella programmazione annuale che fa il party che mi ospita. Ad esempio al Cocoricò la programmazione è prevalentemente techno e quindi posso spingermi sino a proporre un set che risalta la parte più dark della mia musica e dal beat più tech, mentre al Tenax dove la programmazione è più a 360° e impostata su un sound più da club. Lì esce fuori il mio lato musicale più trasversale e melodico. Di conseguenza queste differenze le ritrovo in piccolo nei vari club restanti in Italia, anche se, dovendo essere sincero, chi mi sente in giro difficilmente mi trova la mia proposta musicale ed il mio set totalmente diversi da un club all’altro. Fortunatamente sono riuscito a trovare uno stile che riesce ad “accontentare” un po’ tutti i gusti musicali, senza mai perdere di vista la qualità della musica e soprattutto il mio gusto personale.
Hai recentemente suonato al Time Warp a Milano. Di quale altro festival vorresti entrare a far parte? Con chi ti piacerebbe dividere il palco?
Un altro festival di cui sarei onorato di far parte è l’Awakenings ad Amsterdam e mi piacerebbe condividere la consolle con le persone con cui ho iniziato la mia carriera dieci anni fa e con le prime persone fuori dall’Italia che hanno creduto in me, vale a dire: Ilario Alicante, Karotte, Gregor Tresher, Luca Bear, Marco Effe. Una motivazione che va aldilà della musica, ma che è prettamente affettiva. Se invece dovessi scegliere un big indubbiamente vorrei suonare con Ricardo Villalobos o Loco Dice che sono gli unici due con cui non ho ancora diviso la consolle nella mia carriera.
Philipp & Cole:
Tempo fa, a domanda specifica, Alex Neri ci diceva che in voi due vede le figure ideali a cui passare il testimone della “guida” della consolle del Tenax. Cosa pensate di avere in comune con un grande artista come lui? Quali pensate siano i punti di forza dei vostri dj set e dei vostri party Fragola?
Davvero Alex ha detto questo di noi?!?! Siete i primi che ce lo riferiscono! In ogni caso, a parte lo stupore ed il piacere di ricevere un complimento così grande da una delle icone dell’house music Italiana, rispondiamo alla vostra domanda dicendovi che in comune abbiamo senza dubbio la passione sia per la musica che per questo “dannato” lavoro, ed è proprio grazie a questa passione che siamo stati in grado di scovare e coltivare i nostri punti di forza, che sono la versatilità e lo spirito di festa, ovvero il simbolo eclatante dei nostri dj set eclettici e dei nostri coloratissimi party!
Abbiamo notato che ultimamente vi capita sempre più spesso di suonare separati. Tutto ciò è figlio di una vostra nuova esigenza o rappresenta un bisogno che avreste sempre voluto soddisfare per esprimervi al meglio?
Noi siamo come la notte ed il giorno, ci inseguiamo da sempre, e ci incontriamo solo all’alba ed al tramonto! La cosa bella però è che insieme formiamo un’intera giornata e quindi nonostante le nostre diversità, riusciamo perfettamente a completarci l’un l’altro. Siamo molto legati e nonostante coltiviamo la stessa passione, abbiamo gusti musicali diversi che da sempre amiamo esprimere distintamente nei nostri dj set. L’ideale per esprimere a pieno il nostro gusto musicale, sarebbe quello di esibirsi con degli “extended set”, prima singolarmente e poi in back to back, naturalmente però questo non è sempre possibile, quindi abbiamo imparato ad adattarci ad ogni evenienza, cercando comunque di dare il meglio in ogni situazione!
Nei locali gli alcolici giocano un ruolo fondamentale… come mai in molte foto avete sempre uno shot di Jäger in mano?
Uno shot di Jäger al giorno, leva la tristezza di torno!
Pirupa:
Sei passato da nuovo nome della scena italiana a vera e propria realtà del panorama europeo e il successo di “Party Non Stop” ne è la conferma. Quanto l’uscire su Desolat ti sta cambiando la vita? Quali sono i prossimi appuntamenti più importanti del Pirupa dj e producer?
Party Non Stop è stato il disco della mia consacrazione dopo sei anni di duro lavoro in studio. Nel 2009 ho iniziato a fare le prime gigs internazionali e i primi tour in Nord e Sud America. Nel 2012 con l’uscita su Desolat si sono triplicate le richieste lavorative e posso dire che questa track mi ha cambiato un po’ la vita! Di sicuro non mi aspettavo tutto questo grande successo, ma dopo lo scorso WMC sentivo già l’odore di quello che sarebbe successo dal supporto di tutti i djs underground. Poi con la ristampa su Defected è arrivata la consacrazione ad Ibiza e in tutto il mondo. Vincere il Dj Award come “Track Of The Season” al Pacha è stato emozionante, soprattutto essere li insieme a tutti i Big del mondo Dance! A Gennaio sarò al BPM Festival a Playa Del Carmen Messico e dal 26 inizierò la mia residenza al Ministry Of Sound di Londra (ogni tre mesi). A Febbraio inizierò il Tour con Amnesia Ibiza in giro per l’Europa poi Marzo di nuovo al WMC dove con Leon & NiCe7 faremo il party della nostra nuova label D-Foor.
Siamo a conoscenza del fatto che nel 2013 tu e tuo fratello Leon lancerete D-Floor, la vostra nuova label. Cosa puoi anticiparci? Cosa vi ha spinti a questa nuova avventura?
Si lanceremo D-Floor insieme ai nostri amici abruzzesi NiCe7. Abbiamo deciso di fare questo progetto oltre un anno fa ma poi, per cause varie, ci siamo sempre ritrovati a rimandare il tutto. Dopo tanti anni di lavoro con labels e artisti di grande profilo abbiamo deciso di creare qualcosa di nostro, un nostro mondo fatto di tre nomi musicalmente diversi ma con le radici nella stessa terra. A fine Gennaio ci sarà la prima release di Frankie Watch con remix mio e NiCe7. Faremo entrambi i format: vinile e digitale e da subito inizieremo showcase in giro per il mondo.
Ralf:
Poche settimane fa ci raccontavi quanto per te fosse importante riuscire ad effettuare una “scrematura” dei locali in cui esibirti. Sei praticamente da sempre resident del Cocoricò: quanto ha significato – e quanto significa tutt’ora – tutto questo?
Dire che significhi tanto credo sia riduttivo. Ritengo che il Cocoricò faccia parte integrante di me, come dj e come uomo, così come io penso di far parte di esso e della sua storia. Ci suono dal 1990 e ci ho passato e ci passo momenti indimenticabili. Ancora adesso, dopo tutto questo tempo, è, in assoluto, uno dei posti dove più mi piace suonare.
Viste le centinaia di volte in cui hai suonato in Piramide avrai certamente molti aneddoti a cui sei legato da raccontarci. Quale sceglieresti per noi?
Ne ho davvero a decine. Potrei parlarvi dell’emozione che mi procurò suonarci per la prima volta, io che avevo sempre suonato al Titilla che, alla fine era un club piuttosto intimo dove la gente la guardavi in faccia e dove ci si conosceva tutti. Potrei parlavi della soddisfazione del successo della mia serata mensile di qualche anno fa, che si chiamava Magnificent Nox e che di fatto aprì la strada all’house nella Piramide che, storicamente, a parte brevi parentesi, era orientata maggiormente alla progressive, alla trance e alla techno più radicale. Scelgo invece di raccontarvi di quella volta in cui uno mi parlò di quanto l’avevo fatto sognare il Capodanno precedente, dilungandosi in dettagliati particolari riguardanti il set. Peccato che il precedente Capodanno fossi a Milano!
Idriss D:
In Idriss D convivono due figure: quella del manager e quella del dj. Per quale ruolo pensi di essere maggiormente tagliato? Un domani dove ti vedi?
Provo a fare del mio meglio per essere competente sui due lati. Sicuramente nasco come dj per poi sviluppare il mio percorso a traverso vinilmarket, Memento ed infine db artists.
Gli artisti sono spesso e volentieri soggetti ad una vita molto dinamica, tant’è vero che recentemente ti sei trasferito a Berlino. A cosa è dovuta questa scelta? Quale aspetto della tua vita ne ha tratto maggiormente beneficio?
Ho deciso di traferirmi a Berlino per il motivo principale: la musica, a Mantova mi ritrovavo a vivere un loop: sveglia presto, caffè, ufficio, casa. Berlino, invece, mi permette di stare vicino ai mie amici, ai negozi di dischi e avere il coraggio di staccare tre ore al giorno dal lavoro. Il beneficio principale? Stare sereno di testa e questo mi da la forza di crescere ancora.
Unzip Project:
Lo scorso anno siete passati da resident della piramide del Cocoricò a padroni di casa della scurissima Morphine. Musicalmente tutto questo quanto ha significato? Quale degli artisti con cui vi siete esibiti ha avuto un feeling particolare con voi?
Beh ha significato moltissimo per noi. Essere liberi di esprimere il proprio gusto in un dj set più lungo e più slegato dalle aspettative della Piramide ci ha permesso di tirare fuori tutto il nostro stile personale. Suonare in piramide da sicuramente delle emozioni molto forti lo abbiamo fatto volentieri per quattro anni ma molte volte davanti a cinquemila persone puoi osare solo quando è veramente possibile senza poter forzare la mano. Spesso devi adattarti al dj guest che segue, mentre invece il Morphine è casa nostra e per questo possiamo tornare ad esprimere tutta la nostra ricerca musicale in piena libertà. E’ molto stimolante e un ritorno alle nostre origini quando quindici anni fa suonavamo in un sushi bar a Bologna e facevamo scatenare duecento persone senza l’esigenza di dover dimostrare nulla ma con la passione il piacere del suonare e la missione di condividere con chi ti viene a sentire la nostra. Oggi come allora questa energia e libertà ci permette di essere molto più apprezzati perché esci dalle logiche di chart e hit del momento e ritorni a fare musica. Anche gli ospiti che si sono succeduti hanno apprezzato perché spesso nel Morphine arrivano le guest più underground, se ancora si puo’ usare questo termine, ossia coloro che fanno della ricerca un must. Il morphine è molto più internazionale di tanti altri spazi in italia non è un caso che due sabati fa, mentre in Piramide c’era un mostro sacro come Loco Dice, il direttore artistico del Berghain sia stato quasi tutta la serata a ballare con noi. Abbiamo avuto un ottimo rapporto sia umano che musicale con molti guest passati dal Morphine, si parte dalla cena si condivide lo stesso hotel a volte si viaggia in macchina per l’areoporto di bologna insieme, quindi ci si esibisce nella la stessa consolle e si parla di musica tantissimo. Fra i tanti mi piace ricordare un duetto con Mathew Jonson alla fine del suo live abbiamo iniziato a mettere a tempo una cassa e abbiamo duettato improvvisato per altri venti minuti. E’ stato davvero divertente, come con Sonja Moonear, DeWalta, Morphosis, Dbridge, Hoppner…giusto per fare qualche nome ma davvero siamo stati bene con tutti.
Quando è nata l’idea di introdurre queste nuove sonorità all’interno del Cocoricò vi aspettavate di ottenere i risultati raggiunti? Qual’è stata la risposta del pubblico?
Ovvio che nessuno poteva aspettarsi un tale successo ma in fondo in fondo ci credevamo. Molti colleghi ci davano per matti lasciare la Piramide davanti a migliaia di persone per ficcarsi in una sala da duecento tutti i sabati. Sembrava una scelta folle ma facciamo i dj da quasi un ventennio e a noi le sfide sono sempre piaciute e soprattutto la possibilità di sperimentare non ha prezzo. Di questo vorrei ringraziare Blerina Pilkati e Fabrizio De Meis che hanno creduto tantissimo nel progetto e nel fatto che noi potessimo diventare i “leggittimi propietari” di quella consolle. Così, giusto per raccontare un aneddoto, in un party storico con Marco Carola di estate ci siamo ritrovati ad improvvisare una consolle nel parcheggio del Cocorico e all’improvviso duecento scatenati ci hanno circondato e se non venivano a staccarci la musica probabilmente sarebbero rimasti li con noi fino alla fine. Ecco crediamo che lì sia nato mentalmente il Morphine. Il Morphine e’ una sala di passaggio collegata la Piramide, da un lato, e il corridoio che porta al Titilla, dall’altro, per cui non è facile “tenere” lì la gente. Incredibile ma vero, la gente viene al Cocorico anche per ballare in questa piccola sala: si è creato molto hype ed il Morphine è diventato sinonimo di ricerca e garanzia di qualità musicale, per cui la gente ci viene. Ma non è una moda, sono le persone giuste, quelle appassionate, quelle che non segue le mode ma le “creano” e non è un caso che dopo diversi anni siamo anche tornati a suonare con i vinili. Già loro sono davvero tornati protagonisti nel Morphine, fantastico vero?
Federico Grazzini
Zoo Project, Tenax, Fiesta Privada ed ora anche Cocoricò, di cui ti è stata affidata la consolle del Titilla una volta al mese. Sei sostanzialmente il dj italiano con più residency “di livello”. Quanto cambia Federico muovendosi tra una consolle e l’altra? Dove e perché ti senti maggiormente a tuo agio?
La scelta di avere queste residenze è dettata proprio dall’eterogeneità delle situazioni stesse, tutte di livello, ma tutte con caratteristiche molto marcate. Zooproject è una festa diurna, estiva, ibizenca; il Tenax è un club che trasuda musica dai muri; Fiesta Privada è un’evento itinerante; mentre il Titilla è il contenitore house di un superclub come il Cocoricò. Questo mi consente di esprimere a 360° quello che è il mio concetto di musica. Ho sempre creduto che la “lettura” della pista sia una caratteristica fondamentale per un dj e trovarsi costantemente a stretto contatto con queste situazioni è molto stimolante, sia dal punto di vista professionale che umano. Detto questo, mi sento a mio agio proprio nella varietà degli eventi, e devo dire che in ognuno di questi c’è una squadra importante che fà si che io possa esprimermi al meglio.
Sappiamo che hai recemente assunto maggiori responsabilità all’interno di Tenax Recordings. Cosa ci attende, in questo 2013 che deve necessariamente essere l’anno del definitivo rilancio? C’è qualcosa a tua firma in uscita nei prossimi mesi? E’ qualche tempo che ti stai facendo desiderare.
C’è sempre un momento dove una label che ha uno storico deve fermarsi, guardarsi e rigenerarsi. Per noi questo momento è iniziato circa due anni fa, quando abbiamo sospeso le release per poi ripartire l’estate scorsa con un nuovo ciclo. Posso dire che abbiamo lavorato in team su un prodotto globale, che non comprende soltanto la label, ma anche il club, il web, il merchandising, il tour mondiale e anche una mostra itinerante sulla nightlife in collaborazione con IED che inizia proprio sabato prossimo (domani, ndr) da Firenze. Per questo abbiamo deciso di focalizzare inizialmente l’attenzione sui nostri artisti, come in questa settimana dove è in uscita il primo EP di Philipp sul nostro imprint. Questa è una scelta che ho condiviso anche come produttore, rallentando le uscite, lavorando sulla ricerca e rinfrescando lo studio, anche se a dire il vero questo è avvenuto alla rovescia, ovvero tornado indietro verso un setup decisamente più analogico. Adesso ci siamo, nei prossimi mesi sono già programmate uscite e remix su varie etichette, collaborazioni con altri artisti, e proprio in questi giorni sono al lavoro sul mio EP su Tenax…è vero, ho aspettato un po’, ma credo che questo sia un lavoro al quale và dedicata tutta l’energia necessaria; in un mercato saturo di release, non c’è di certo bisogno di cose fatte senza amore.
Fimp:
Sei un giovane artista che ha mosso i primi passi da dj nel basso Lazio per poi trasferirsi a Roma. Da qualche tempo, infine, sei “migrato” dalle parti Riccione. Cosa ti ha spinto a compiere questo passo? Hai in mente altri colpi di coda o hai trovato la tua dimensione?
Giovane oramai non più, il tempo passa e sembra ieri aver cominciato! Comunque in quel di Riccione mi son trovato molto bene, mi son ambientato e ho fatto nuove amicizie e conoscenze. La mia migrazione è dovuta alla volontà di cambiare aria e di provare da solo a fare strada, credendo nella meritocrazia e nel mio sogno che pian piano si sta realizzando. In Italia c’è il Cocoricò e tutti sognerebbero di farne parte; io per ora sono in panchina, ma spero di entrare presto in squadra!
Nei locali gli alcolici giocano un ruolo fondamentale… come mai scegliere uno shot di Jäger?
Perché “Jäger” oramai è un linguaggio internazionale, è la nuova moda in discoteca! Le gioie che mi ha regalato mi riconducono a momenti idimenticabili. Di questa passione, forse, son un precursore: sono anni che colleziono bottiglie e merchandising.