Pare abbastanza assurdo: ancora due giorni fa postava, sulla sua pagina Facebook, la notizia della release 301 del catalogo della sua Editions Mego. Eppure ora ci dobbiamo confrontare con la bruttissima notizia che Peter Rehberg, uno dei più illuminati, curiosi e competenti esploratori della musica elettronica più di confine e ricerca (ma non per questo meno comunicativa), non c’è più. Ne ha dato notizia il musicista Kassel Jäger, con questo post su Instagram:
Nato in Inghilterra ma poi spostatosi a Vienna, nella terra d’origine paterna, Rehberg inizia la sua carriera artistica col moniker Pita attorno a metà anni ’90. Passo dopo passo, e release interessante dopo release interessante, il suo profilo è cresciuto – anche grazie a progetti collaborativi come quello con Stephen O’Malley (KTL) o quello con Nik Void dei Factory Floor (NPVR). La Mego è diventata la sua casa d’elezione, come label, e ben presto è entrato proprio con un ruolo da protagonista nella direzione artistica. L’avventura è diventata ancora più profonda quando c’è stata la transizione da Mego ad Editions Mego, una creatura a questo punto al 100% sua e che ha pubblicato negli anni – e valga questo a far capire lo spessore della label – artisti come Oneohtrix Point Never, Mark Fell, Oren Ambarchi. Non solo esplorazioni, ma anche riscoperte e riattualizzazioni come quella operata sul corpus sonoro del GRM (Groupe de Recherches Musicales), il collettivo capitanato dal leggendario Pierre Schaeffer.
Rehberg aveva la stima umana ed artistica di praticamente tutti i protagonisti della musica elettronica più coraggiosa e “libera”, davvero raro incontrare qualcuno così benvoluto ed apprezzato: le manifestazioni di cordoglio si stanno succedendo in queste ore e sono veramente intense.
Una perdita durissima, inaspettata, bruttissima.