Quelle notizie che non si vorrebbe scrivere mai. Anche perché cinquantaquattro anni, accidenti, sono davvero pochi per morire. Lo sono in assoluto, lo sono quando sei un artista che molto ha dato ma molto poteva avere ancora da dare. Perché sì, chiunque abbia mai visto i De La Soul dal vivo ha sempre assaporato il miglior sapore dell’hip hop: senza effetti speciali, senza scenografie particolari o fuochi d’artificio, con la sola forza di tre microfoni, due giradischi ed un mixer si creava la magia. La magia vera.
È vero che proprio alcuni live erano stati un campanello d’allarme: era successo che da tre – three is the magic number! – i De La in qualche caso fossero in due, proprio perché David Jalicoeur alias Trugoy The Dove aveva già manifestato dei problemi al cuore che gli avevano imposto calma e tranquillità, facendogli saltare qualche data dal vivo. Ma probabilmente nessuno pensava che sarebbe arrivata una notizia così brutale, così assurda, come quella che ci ha raggiunto poche ore fa. Una notizia che parla di una vita che si interrompe. Tanto più che tutt’e tre i De La Soul erano in queste settimane impegnati in un serratissimo tour di interviste coi media per celebrare lo sbarco di tutto il loro materiale sui servizi di streaming, previsto per il prossimo 3 marzo (già: per tutto questo tempo, in primis probabilmente per problemi sui diritti e su un po’ di questioni di sample clearance, non era possibile sentire il fenomenale hip hop dei tre sui vari canali di streaming ufficiali e consolidati).
Ora cosa succederà? Non lo sappiamo. Ciascuno reagisce a suo modo. Di sicuro è un lutto tremendo. Lutto che già i Beastie Boys hanno sperimentato sulla loro pelle, a proposito di terzetti che hanno fatto la storia del rap e della musica in generale. E che hanno reso le nostre vite assolutamente migliori.