Quale momento migliore di questa estate 2014 per celebrare l’incontro fra le ritmiche vibrazioni cerebrali dei Liars e il guru del new-folk americano Devendra Banhart? Se, infatti, l’eclettico trio di Brooklyn ha con il recente “Mess” portato all’estremo quell’inclinazione a costruire fitti tappeti sonori pronti ora a deflagrare nella potenza di una techno mai banale, anche il barbuto cantautore ha sperimentato, attraverso l’ultima e sorprendente uscita “Mala”, un’inedita propensione verso un’estetica musicale parzialmente influenzata da atmosfere elettroniche, per lo più riconducibili all’ambiente berlinese (vedi la chiusura, rigorosamente in tedesco, di “Your Fine Petting Duck”). Così, tra le sapienti mani dei “bugiardi” interpreti della scena no-wave del nuovo millennio, il young man on a dancefloor protagonista di “Golden Girls” raggiunge quella meta tanto ansimata, ritrovandosi finalmente circondato dal luccichio dorato della disco.
Loris Lerro
Nella mia vita la musica rappresenta l’origine di qualunque forma di passione. La continua tensione che nutro nei suoi confronti è quella che mi spinge verso ogni altro desiderio, ma nella sua variante più pura. È fra i suoi mille volti che ho imparato anche la lingua muta dei contatti. Perciò, se un giorno smettessimo di fare musica, di pensare musica e, qui, di scriverne, un attimo dopo cesserebbe il senso stesso del piacere. E l'umanità scomparirebbe lentamente da questo mondo, nel silenzio che merita.
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