“Vent’anni di stile, classe, buone vibrazioni. Vent’anni, sì. A cui ne seguiranno altri venti. E altri venti ancora. Con l’energia del giorno uno”. Diceva così il nostro Damir Ivic introducendo l’importante ricorrenza per uno dei nomi imprescindibili della dance italiana, i Pastaboys, che hanno portato lo stile italiano sulla ribalta internazionale. Dino Angioletti, Uovo e Rame hanno intrecciato le loro carriere negli house club di Bologna nel lontano 1995. Dalle prime produzioni a cavallo tra soul, funk e disco su Irma Records, fino alla consacrazione sulla compilation Fabric di Carl Craig, il collettivo ha forgiato il suono club italiano, esportandolo in tutto il mondo, guadagnandosi l’incondizionato rispetto di artisti come Satoshi Tomiie e Pete Tong e collaborando con nomi di culto quali Âme e Onsulade. Sabato saranno al Tenax di Firenze per spegnere le loro venti, meritatissime, candeline e festeggiare i sedici anni di Nobody’s Perfect assieme ai resident Supernova. Ne abbiamo approfittato per una veloce chiacchierata a quattro voci.
Venti anni di carriera non sono uno scherzo, soprattutto in un mondo fugace e in accelerazione continua come quello del clubbing. Quali sono, oggi, le ragioni che vi fanno ancora venire voglia di indossare le cuffie, scegliere la musica e sudare in consolle?
Un forte senso di appartenenza a quella che viene chiamata club culture. E poi l’esigenza individuale di comunicare attraverso la musica, la voglia di mettersi in gioco sempre e a qualsiasi livello.
Avete attraversato tutte le fasi e le scene della cultura da club italiana. A che punto della sua storia credete che sia? Cosa vi piace e cosa non vi piace per niente di questa scena?
C’è l’universo intero dentro questa domanda. La scena italiana probabilmente non è mai esistita così come la vediamo in altri paesi. Da noi c’è sempre stato molto egoismo, la cura del proprio orticello come priorità. Così abbiamo finito per vivere sulla gloria del singolo, riuscendo a costruire pochissimo. In questo quadro non ci è mai piaciuto il poco spazio che in Italia è stato lasciato ai giovani, anche quando i giovani eravamo noi. Oggi le cose stanno cambiando ed è proprio su di loro che possiamo contare per avere network, identità e rispetto. Abbiamo tantissimi talenti. È solo questione di tempo e di opportunità. Noi vogliamo contribuire a questa crescita, con l’atteggiamento giusto, la maturità e l’esperienza che ci caratterizzano.
Se guardiamo le cose in una prospettiva storica e vogliamo provare a trovare il nocciolo duro della vostra storia musicale, possiamo dire che questo stia nella vostra passione per l’essenza black della house music?
Assolutamente sì. Quelle sono le nostre radici ma non ci siamo mai fissati troppo su questo. Il nocciolo della nostra storia musicale sta nella ricerca e nella determinazione a guardare oltre gli stili.
A detta di molti ‘Rej’ di Âme è uno dei dischi più belli degli ultimi anni e voi avete avuto il merito di lavorarci. Discograficamente parlando, quale altre pensiate siano le pietre miliari della vostra carriera?
In assoluto ‘Soul Heaven’ per tanti motivi diversi. Poi ci sono lavori che, magari, hanno avuto meno riscontro, come il retro di ‘Body Resonance’, ‘Eightyone’, a cui siamo molto legati. ‘Limit’ è il disco perfetto e ‘Tribute’ quello che ha avuto un successo clamoroso e per il quale, in realtà, non ci saremmo mai aspettato troppo clamore.
Siete usciti su label come Defected Records e Irma prima di lanciarvi in vari progetti discografici come Instinctual Inside Grooves, Pastaboys Records e Manocalda Records. Quest’ultima è la label sulla quale avete lanciato alcuni dei talenti italiani più cristallini. Qual è la lettura che date dell’attuale panorama discografico e come vedete il futuro della vostra label.
Viviamo in un periodo storico in cui fare musica non è un grande affare. Siamo bombardati di informazioni e consigli per gli acquisti ed è diventato tutto molto autoreferenziale. In pratica se non fai un disco non fai il deejay. Noi crediamo che non lo si debba fare per forza e che il lavoro in studio arrivi per desiderio. Quando abbiamo delle idee ci confrontiamo: se scatta la scintilla si passa ai fatti. Il futuro della label è legato a questo concetto.
Il singolo ‘Deep Music’ con Onsulade risulta la vostra ultima uscita ufficiale. Avete altre collaborazioni o uscite in vista?
Sì, abbiamo diverse collaborazioni e progetti, sia individualmente che con il gruppo. Presto potremmo regalarci nuove soddisfazioni.