Sulla carta è veramente una collaborazione fra due giganti: da un lato Brian Eno, vate a trecentosessanta gradi, avanguardista, sperimentatore, scopritore di talenti (vedi ad esempio il filone No Wave newyorkese), produttore fra i più prestigiosi (U2, Talking Heads, Coldplay…), teorico e pioniere dell’ambient (“Music For Films”, “Music For Airports”…), creatore di performance multimediali contese dai più prestigiosi istituti d’arte al mondo, più molto altro ancora. Dall’altro invece Karl Hyde, il frontman degli Underworld (e anche dei Freur, per chi ha la memoria più lunga). I due hanno deciso di unire idee e sforzi creativi. Il frutto di tutto ciò lo sentiremo a partire dal 6 maggio, su una label senza bisogno di presentazioni come la Warp, e il titolo dell’album sarà “Someday World”.
Cosa dobbiamo aspettarci? I due parlano di tracce che sono più “costruzioni” che canzoni vere e proprie, di musica che sarà “irregolare”, di un amore comune per “…l’afrobeat e in generale tutta la musica iterativa, ipnotica suonata live”. Siamo in fiduciosa attesa. Poi talora accade che le collaborazioni fra giganti siano collaborazioni fra dinosauri, o comunque fra persone che lavorano col pilota automatico magari pure un po’ sconnesse dal suono del qui&ora; ma Eno e Hyde hanno entrambi le carte, e la sensibilità musicale, per fare bene. Vedremo.