Google ha rilasciato di recente, nell’ambito dei suoi ormai famosi progetti di ricerca, una visualizzazione interattiva che permette di esplorare la popolarità su Play Music di generi musicali e artisti dal 1950 ad oggi.
Anche se alla musica elettronica viene dato relativamente poco spazio, più che altro per ovvie questioni temporali, c’è modo di ricavare un discreto numero di informazioni piuttosto interessanti, come ad esempio che l’intera scena jungle/dnb sembra essere un fenomeno molto più contenuto, almeno secondo gli utenti di Play Music, di quello che avremmo detto, o che, come immaginavamo, negli ultimi anni la coda lunga ha preso il sopravvento ed è praticamente impossibile trovare fenomeni davvero globali, ma è la pluralità di infinite nicchie a farla da padrone. Certo, un set di dati costruito solo partendo dagli ascolti degli utenti non tiene conto di alcune dinamiche (ad esempio: di tutto il dubstep non c’è alcuna traccia, ma quanta della musica degli ultimi anni ha un pesante debito nei suoi confronti in termini di ispirazione?) ed è evidentemente falsato dal supporto (siamo così sicuri che “RAM” sia l’album più di successo dei Daft Punk, oppure è solo che chi a suo tempo aveva comprato “Homework” e “Discovery” e ha i cd a casa non li riascolta su Play Music?), oltre a una serie di altre imprecisioni e inesattezze già evidenziate dal Guardian su generi su cui è sicuramente più autorevole di noi, ma è comunque un gran bel giochino su cui perdere un po’ di tempo, oltre che l’ennesima dimostrazione di cosa si può fare avendo a disposizione molti dati e alcuni sviluppatori di talento.