E’ dura lì fuori, è dura per tutti. Mentre molti giornali festeggiano, un po’ superficialmente, la rinascita del vinile (che in effetti c’è) come se fosse la rinascita della musica tutta dal punto di vista industriale – e no, le cose non stanno così – gente che ha fatto la storia della musica stessa, in questo caso del genere techno, da questa rinascita del vinile sta avendo essenzialmente guai. Stiamo parlando della galassia Underground Resistance (attorno a cui ruotano realtà come Submerge, Somewhere In Detroit, Red Planet, eccetera eccetera).
Poche ore fa è apparso un accorato messaggio da parte di Mad Mike in persona, lo potete leggere qui. In sintesi: ci si sono messe delle sfighe personali – la malattia della sorella Bridgette, che da ormai venticinque anni cura personalmente le spedizioni – e una volta che si uniscono ad esse le crescenti difficoltà per farsi stampare dei vinili da parte delle piccole etichette, il risultato è l’andare in tilt. Non riuscire a rispettare i tempi di consegna, andando veramente lunghi (in un periodo poi dedicato ai regali come il Natale, la cosa diventa ancora più frustrante e dannosa).
Mad Mike non lo nasconde: ok la sfortuna dell’indisposizione della sorella, ma il dato di fatto è che oggi come oggi se sei un’etichetta piccola, beh, prima di tutto stai in coda (in coda rispetto a chi ha ordinato un semplice re-pressing, in coda rispetto alla grossa etichetta che piazza ordini molto più robusti dei tuoi); ma secondo di tutto devi anche scontrarti con dei tempi di pagamento dei distributori che si sono gonfiati a dismisura, arrivando a moltiplicarsi. Il risultato concreto? Possono passare nove mesi tra investimento nella produzione di un disco e i primi ritorni economici: un’enormità di più rispetto ai 30/60/90 giorni che erano il tempo ragionevole per questo processo nei decenni precedenti. Una situazione che finanziariamente diventa insostenibile per molte etichette piccole e/o artigianali. E tutto quello che ruota attorno Underground Resistance è, da sempre, artigianale. Nel bene e nel male.
Quindi: blocco degli ordini sui supporti “fisici”, sul vinile quindi. Gli ordini già piazzati verranno evasi, sì, ma senza nessuna garanzia precisa sui tempi; mentre di nuovi non ne saranno accettati. Stop. Fino a tempo indeterminato. C’è tuttavia una novità positiva: UR e Red Planet sbarcano su Bandcamp. Il materiale che verrà caricato ha subito un lifting a livello di masterizzazione, a cura da Dj Skurge, e Mad Mike nota giustamente che al momento tutto il materiale Underground Resistance & dintorni che si trova in rete è di qualità non eccelsa, rippato com’è più o meno alla buona, mentre ora finalmente ci si può approvvigionare alla fonte con una presumibile garanzia di resa sonora ottimale rispetto all’idea musicale originaria.
Insomma: c’è chi fa fatica. Molta fatica. Anche se si è fra i più grandi ed importanti di sempre. Lo diciamo come constatazione asciutta, non vogliamo una “chiamata alle armi” emotiva: operiamo ci piaccia o no in un regime di mercato, ed il mercato sa essere senza cuore e senza memoria – ma siamo noi a farlo tale, ricordiamocelo. E siamo noi, coi nostri acquisti, a trasformare la “rinascita del vinile” non (solo) in una riscossa del piccolo artigianato musicale ma in un altro terreno dove far aumentare il fatturato ai pesci grossi. E’ un “noi” generale e generico, ovvio. Non significa che le cose stanno così per tutti, sempre staranno così e ci sta bene stiano così. Qui, da queste parti, intanto abbiamo voluto dare risalto a questo “grido di dolore” di Mad Mike, fatto peraltro con la solita fierezza e con la solita quasi disarmante sincerità.