I due produttori tedeschi Hendrik Weber e Stephan Abry non hanno bisogno di molte presentazioni: il primo, attraverso il moniker più noto ovvero Pantha Du Prince ha dato alle stampe in tempi recenti un trittico di album (“Diamond Daze”, “This Bliss” e “Black Noise”) dove le ritmiche da ballo incontrano la minimal techno e – soprattutto – la melodia; il secondo, è stato un membro dei Workshop, gruppo sperimentale che nel corso degli anni ’90 ha indagato molti generi diversi tra i quali il rock d’avanguardia, l’elettronica ed il jazz. Insieme hanno già collaborato per alcune tracce dell’ultimo album di Pantha Du Prince ma questa volta il risultato è assai diverso: Ursprung è un viaggio ambientale con echi krauti su manipolazioni sonore d’ogni sorta, dove a farla da padrone è… la chitarra acustica!
“Ursprung” in tedesco vuol dire “Origine”: rappresenta quindi un punto di partenza oppure è dove ci si vuole spingere attraverso il vostro suono?
Stephan: Non è facile tradurre la parola Ursprung. Non vuol dire solo origine, diciamo che la sua prima accezione è legata a qualcosa di astratto, come l’origine di un’idea. E’ anche un termine non proprio di uso comune e abbiamo pensato potesse piacere anche ai non germofoni.
Hendrik: Può essere considerato anche l’origine di tutte le cose quindi una sorta di collegamento con l’alba dei tempi. Ci tenevo a far capire che l’approccio alla musica ed al suono fosse, come dire, primordiale.
La chitarra acustica è presente nella maggioranza dei brani, seppur inserita in un flusso elettronico di loop e riverberazioni. Non ditemi che non vi sentite un po’ come i neu! ad eseguire l’album!
Stephan: Tra l’altro noi siamo in due, altro parallelo da tenere in considerazione. Eppure nella nostra musica non c’è tutta la purezza e la linearità che avevano i neu!. Abbiamo utilizzato tecniche digitali di produzione molto di più di quanto fatto da loro.
Hendrik: Non ne farei una questione sul rapporto acustico/non acustico, lo studio di registrazione ha influito molto nella manipolazione del suono digitale. Con Ursprung non ci siamo posti limiti. L’aspetto rock non ci interessa, siamo attratti dalla possibilità di utilizzare la chitarra basso e la chitarra acustica come interfacce per controllare meglio l’elaborazione elettronica. Naturalmente amiamo il lavoro fatto dai neu!
Sono parecchi i riferenti “ancestrali” contenuti nel disco, ovviamente l’architettura dei suoni prodotti ma anche l’artwork del lavoro nonché le immagini che circolano di voi due con maschere antiche (africane?) persi nei ghiacci. Cosa vi sentite di aggiungere?
Stephan: No, non c’è nulla da aggiungere… spetta all’ascoltatore/spettatore dare dei significati alle nostre composizioni, è il vantaggio di proporre musica strumentale.
Hendrik: Si tratta di composizioni suonate in modo abbastanza diretto, ad interagire metaforicamente con l’origine delle cose. Naturalmente c’è una componente di ironia, è stato divertente indossare maschere africane al largo del circolo artico russo in occasione del video di Exodus Now. Probabilmente rappresenta anche una sorta di descrizione della nostra musica, il Gabon che incontra la Norvegia, un modo intuitivo vi visualizzare il concetto di “Ursprung“.
Non è la prima volta che collaborate insieme, anche se con “Ursprung” il risultato dell’impasto sonoro risulta inedito. Quali influenze vi hanno spinto a produrre un disco di questo tipo oggi?
Questa musica non è stata registrata per essere pubblicata ma per noi stessi, per vedere dove saremmo andati a finire combinando I nostri talenti. Dopo un anno abbiamo deciso di voler proseguire su questa strada e abbiamo programmato sessioni di registrazione vere e proprie, terminate in un piccolo atelier sul Mare del Nord.
Ascoltando il disco, il tempo reale si dilata e la musica prende il sopravvento. Come in certa musica “cosmica” sembra parlare anche allo spirito oltre che al cervello. Siete d’accordo?
Effettivamente c’è una bizzarra percezione del tempo in questo lavoro, come se si facesse un balzo al di fuori mondo fisico reale attraverso I suoi battiti, penetrando una zona dove l’immateriale la fa da padrone.
Cinque dischi a testa che vi sentite di consigliare agli amanti della buona musica (di ogni genere).
Stephan:
David Lewiston – Tantras Of Gyütö: Sangwa Düpa / Mahakala;
Herb Alpert – Rise;
Le Mystere Jazz De Tombouctou;
Mahler – Lieder / Fischer-Dieskau:
Mahler – Lieder eines fahrenden Gesellen.
Hendrik:
Günter Schickert – Überfällig;
NSI – Plays Non Standards;
John Roberts – The Sophisticated Funk Orchestra;
The Hilliard Ensemble sings Thomas Tallin;
Roberto de Simone – Africa.
Porterete il disco in tournee dalle nostre parti?
Stiamo ancora lavorando alla definizione della performance dal vivo, la data italiana è ancora in forse.
Come suonerà dal vivo?
Prevederà improvvisazione musicale con qualche ospite a sorpresa, dei pezzi estratti dall’album e l’esecuzione di nuovi brani più adatti ad esibizioni live.
Una curiosità prima di salutarci: suonerete anche dei pezzi non vostri duranti i live, ovvero vi piace l’idea di proporre delle cover dal vivo?
No, le cover ci annoiano!
English Version:
The two German producers Hendrik Weber and Stephan Abry don’t need much forewords: the first, best known with moniker Pantha Du Prince has published a trio of albums (“Diamond Daze”, “This Bliss” and “Black Noise”) where dance rhythm meets minimal techno and – above all – melody, the second, was a member of Workshop, the experimental group than in the 90s has investigated many different genres including avant-garde rock, electronic and jazz. Together they have also collaborated for some tracks of the last Pantha Du Prince’s album, but this time the result is quite different: Ursprung is an ambient journey with krautrock echoes and sound manipulations of all sorts, where the main component is… the acoustic guitar!
“Ursprung” in German means “Origin”: it represents a starting point or is it where you want to reach through your sound?
Stephan: It is difficult to translate Ursprung, it means more than simply origin, it is used more for abstract terms for example the origin of an idea. It is also a little bit old-fashioned and we thought it sounds great for foreigners as well.
Hendrik: It means also the core of things, so it is a link to a creation before it exists. For me it was important to quote that there is a more basic approach to music and sound.
The acoustic guitar is nearby in most of the songs, even if inserted in a flow of electronic loops and reverberations. Don’t tell me you do not feel a bit like neu! performing the album! Isn’t it?
Stephan: As we are only 2 persons as well there might be some parallels, but I think we never wanted that pureness and straightness neu! had. We also involved the digital studio production techniques more than they did.
Hendrik: I think you can’t compare it in the sense of acoustic or not, we use the studio environment a lot also digital sound processing. All kinds of music is allowed to happen within Ursprung. We are not interested in the rock aspect, we are more interested in using the bass guitar and the acoustic guitar as an interface to better control the electronic processing. Of course we love the neu! Records!
Several referral agents in the disc get “ancestral”: of course the architecture of sounds but also the artwork and some public images of you two with antique masks (African?) lost in the ice. What do you feel to add?
Stephan: No, there is nothing to add… it’s up to the listener/viewer to make his own story, that’s the advantage of instrumental music…
Hendrik: I think it is a pretty clear playing and interacting with metaphors of the origins of things. It is of course a bit of an irony, it was funny to clash African masks with the arctic circle in north Russia. relating to the video of exodus now. Probably this is also a prescription to read the music, Gabon meets north Norway, it is a very intuitive way of finding a visual side to the concept “Ursprung”.
It’s not the first time that you collaborate together, but with “Ursprung” the broad sound-output results almost unheard. What influences prompted you to produce a record like this today?
This music was not recorded to be published, it was just done for ourselves, to see where we would end up combining our talents. After one year we thought it would be good to continue and planned more précised, ending up with a “real” recording session for one week in a small atelier at the North Sea to finish the recordings…
Listening Ursprung, the real-time dilates and the music takes over. As in some “cosmic” music it seems to speak to the spirit as well as to the brain. Do you agree?
There is a weird time perception with this release, as if you step out of the normal physical world with it’s patterns, you can enter a zone that is of course related to a non material surrounding.
Five discs each that you two feel to recommend to good music lovers.
Stephan:
David Lewiston – Tantras Of Gyütö: Sangwa Düpa / Mahakala;
Herb Alpert – Rise;
Le Mystere Jazz De Tombouctou;
Mahler – Lieder / Fischer-Dieskau:
Mahler – Lieder eines fahrenden Gesellen.
Hendrik:
Günter Schickert – Überfällig;
NSI – Plays Non Standards;
John Roberts – The Sophisticated Funk Orchestra;
The Hilliard Ensemble sings Thomas Tallin;
Roberto de Simone – Africa.
Will you come to our country – Italy – performing Ursprung?
We are still working on the setting of a live performance, not sure for Italy yet.
How will sound this work live?
It will be improvised music with one or two guest musicians, some referring to tapes from the album some new ideas more suitable for concerts…
Just a curiosity: during your lives will you also play some music by other artists, I mean, do you like to propose live-covers during your exhibitions?
Oh, no, that’s boring!