Accolto con i giusti onori l’esordio coi fiocchi di Mario Basanov – se vi fosse sfuggito recuperatelo senza perdere altro tempo, si intitola “Journey” ed è uscito per Needwant nel 2012 – eccoci a parlare di quello del suo socio di sempre, Vidmantas Cepkauskas in arte Vidis. Acchiappato dalla sempre attenta Get Physical, il lituano firma con “Silence Please!” qualcosa che sta a metà fra mix e artist album. Le tracce sono mixate una nell’altra, vero, e i nomi diversi di fianco ai rispettivi titoli rendono il tutto tecnicamente una compilation. Ma in dieci episodi su quindici c’è lo zampino di Vidis stesso, e pur presentando qualche nome noto internazionale (Fink, Jazzanova, dOP, Richard Davis) o qualche vicino di casa (i russi Pompeya, i tedeschi Barbarossa, lo svedese Ernesto), la caratterizzazione locale è fortissima, ed è il vero filo conduttore della faccenda. Ogni pezzo è prodotto o remixato – o entrambe le cose – da appartenenti alla nuova generazione di produttori di Vilnius, insomma, e pare di stare a un europeo di basket: Algirdas Miescionaitis e Mindaugas Lapinskis (Downtown Party Network), Linas Strockis (Few Nolder), Darius Vaikas, Markas Palubenka. Più Marijus Adomaitis (Mario Basanov) e Vidis stesso, naturalmente. Manca solo Arvydas Sabonis.
Ne esce una fotografia molto nitida, e molto interessante, di quello che sta succedendo da qualche tempo in Lituania. In un luogo fuori dalle rotte tradizionali del clubbing e della musica relativa, ma che si sta ritagliando uno spazio sempre più significativo grazie alla qualità messa in campo dalla suddetta generazione. Tutta, a quanto pare, impegnata in una interpretazione originale dei canoni house, che riesce a combinare benissimo fruibilità pop e credibilità underground, cantati da tramonto in spiaggia e tiro da pista, con un tocco di nuova disco per gradire. Succede nel disco di Basanov, come detto, e succede anche qui. Fin dall’inizio, con le splendide vibrazioni baleariche di “Kill Me”, Palubenka remixato da Few Nolder, e con gli scuri toni techno-funk di “Machinarium”, Basanov remixato da Vaikas. Un’alternanza che si ripropone, con la delicatezza estrema di “Re: Stacks” (Mario & Vidis e i Barbarossa, remixati dai dOP), della cover di “When Doves Cry” (di nuovo Mario & Vidis e i Barbarossa) o dei volteggi nordici di “The Sailors” (MMPSUF remixati da Vaikas) da un lato, e la pimpante sequenza centrale – “Warung” (Mario & Vidis), “I Human” (Jazzanova rivisti da Mario & Vidis), “Crazy Cow Bell” (Downtown Party Network editati da Vidis) – dall’altro. Tutto orchestrato da un padrone di casa e cicerone che meglio non poteva presentare sè e i suoi amici al mondo.