La Mental Asylum festeggia un anno di attività rilasciando una compilation che raccoglie i migliori edit delle sue prime diciassette uscite, mixata dal suo “papà” Indecent Noise. Un buon modo per celebrare i primi successi, fare il punto della situazione e mettere nero su bianco che da qui in avanti, non si scherza, ammesso che finora lo si fosse fatto. Il “manicomio” (un nome, un programma) ha suscitato interesse, fra addetti ai lavori e non, fin dai primi giorni della sua apertura grazie a release di qualità caratterizzate da scelte sonore ben definite, spesso sorprendenti e mai scontate, che accettano di buon grado influenze dubstep, strizzano l’occhio ai groove tech e psy, rimanendo fedeli alla sfera trance più scura e up-tempo.
Fili conduttori della compilation, neanche a dirlo, sono i 140 bpm, le potenti bassline acide, i suoni sporchi e taglienti nelle ripartenze, e qualche break qua e la, con lead arpeggiati, appoggiati su grossi pad: uno stile che o ti piace o non ti piace, e c’è poco da fare.
Si parte con l’intro mix di “Phobia”, proprio del padrone di casa Indecent Noise, quasi a voler rispettare l’ordine cronologico delle uscite; casse dritte e rolling bass fanno da nastri trasportatori attraverso “Dropkick” di John Newall – presente sia nell’original mix che nel remix di Sneijder, leggermente più acido – e “Operator Bandit” di Peter Plaznik, entrambe arricchite, nei break, da parlati probabilmente tratti da film (che però non so riconoscere, per deficit personali in termini di cultura cinematografica), che si sposano molto bene con questo stile, come Bryan Kearney insegna. Immancabie, una delle tracce di maggior successo pubblicate dalla label, “Rollercoaster” di Eddie Bitar, che è anche una delle mie preferite, e non solo all’interno della compilation: nel primo break in particolare, i giochi di pan, e i filtri che si aprono e chiudono sembrano proprio seguire l’andamento delle montagne russe, mai titolo fu più azzeccato, bravo Eddie! Il venticinquenne, originario di Beirut ma Londinese di adozione, è presente con altre due tracce, “Juggernaut” e l’inedita “Kaboom”, che sarà rilasciata a settembre, e in cui sono ancora più palesi le influenze dubstep che personalizzano il suo sound. Da segnalare anche due pezzi di un altro talento inglese, Jase Thirlwall (fresco fresco di debutto in Italia, come lo stesso Bitar): “Freaked”, dal suono particolarmente big room, e “Gobstopper”, remixato da Jordan Suckley. Una gabbia di pazzi del genere è sicuramente il posto migliore ia cui affidare un giovane promettente come Matt Bowdidge, presente sia da solista che in coppia con Phil Taylor, che con ben quattro release all’attivo sulla label – tutte incluse nella compilation – ne rappresenta più che degnamente il lato più uplifting e meno dark. Un esempio? “Still By Your Side”. Se siete tra i sopra citati a cui il genere piace, dunque, ce n’è per tutti i gusti!
Già da queste prime uscite, insomma, la Mental Asylum si guadagna un posto in pole position nella corsa alla up tempo, che pare proprio essere tornata prepotentemente in auge nel variegato e spesso discusso panorama trance, e sicuramente avrà il vantaggio, come poche altre, di giocare in un campo che le appartiene, e di non dover mutare il proprio dna per adattarsi alla tendenza del momento.