“The Classic Remixes” è una prova a tinte varie. Utima uscita di casa Dessous, la label di Steve Bug, si offre al pubblico come una raccolta di diciassette remix di qualità in cui il ruolo del mattatore spetta al bookatissimo Phonique (eh si ragazzi, provate a farvi un viaggetto a Berlino: troverete il suo nome stampato su miriadi di volantini di locali diversi), con cinque tracce all’attivo. Ma ci sono altre firme importanti come quelle di Anja Schneider, Tiefschwarz e Tanzmann, tutti e tre nella parte del remixer.
Inizio scoppiettante con “Just For This”, idea di Ryo Murakami ridisegnata da un Clarke che non è Dave e che pure di musica deve capirci abbastanza, dato che il tutto suona bello fresco, dritto e piuttosto coinvolgente. Ma è pur sempre house, capito Dave? “Perfect Day” è un inno latino riarrangiato all’europea, uno di quei pezzi da cinque del mattino e dita al soffitto, uno di quei pezzi pieni di marachas e shakers e un mucchio d’aria tribale, che fanno capolino in questa traccia di David Durango e Matthias Meyer così, senza un vero perché. Non è male, ma alla fine non decolla mai. Amaro in bocca e dita al cielo, sarà per la prossima volta. Il disco prosegue su una serie di onde diverse. “Omelette” e “Bang” non hanno molto a che vedere con lo spartito del disco, fondamentalmente housy, ma ci stanno. Danno quel tocco sperimentale a un disco che altrimenti sarebbe un film già visto, rivisto e rimasterizzato. Che poi non si tratti di due capolavori, beh, questo conta poco ai fini dell’onore.
Ma perché comprare una raccolta del genere? Uno: per la qualità del suono. Il lavoro di mastering è impressionante, i pezzi suonano perfettamente, anche in cuffia. Mai una sbavatura. Due: per una serie di nomi che meritano rispetto (alcuni già citati all’inizio della recensione). Tre: per la musica di “Worked it Out” e “The Red Dress”, certo, ma soprattutto per “Rothschild’s Violin”, la canzone di Alison Marks remixata da Anja Schneider, pezzo con la P maiuscola, traccia dove tocchi d’argento e fumo grigio si mischiano a marcette, sorrisi e controtempi. Una perla, un pugno di sospiri e vene rosso fuoco, determinata come solo l’arte sa essere in certi frangenti della vita, come quando apri gli occhi e sei solo, la camera è buia e fuori il sole batte forte ma tu non lo vuoi vedere. Non ora, non ancora.