Se mi chiedessero il nome di una label figa, direi senz’ombra di dubbio Uncanny Valley. Inutile mettersi qui a fare la conta dei pregi dell’etichetta di Dresden, nata non molto tempo fa ma già da parecchio sulla cresta dell’onda; quello che sconvolge è però la meticolosità e la passione che traspare da qualsiasi ambito la si voglia osservare, che sia quello grafico (Paul Waak è davvero un maestro dell’illustrazione) o quello della comunicazione o quello, forse a noi più aderente, delle tracce prodotte.
“Uncanny Valley #15” nasce sotto la stella della prosperità ed arriva forse nel momento di massimo splendore e successo mediatico dell’etichetta, protagonista non solo nei feed e nei dj set degli artisti di mezza europa che conta, ma anche “fisicamente” con una serie di podcast (mezzo di comuncazione preferito dall’etichetta, si veda la serie pubblicata proprio sul loro sito internet) e di show tra i quali spicca sicuramente quello, emozionantissimo, di Jacob Korn per Boiler Room. C’è certificato migliore di un live, tenuto dalla prima donna della label (reduce tra l’altro da un album incredibile, “You & Me”, che vi consiglio davvero), per lo show in diretta streaming piu in voga del momento? Apoteosi. Ritorniamo però su “Uncanny Valley #15”, various artist di quattro tracce che, in una sorta di autoredatto panegirico, riunisce al suo interno sia lo “zoccolo duro” dell’etichetta, sia alcune delle “giovani leve”, presentandosi come un EP per club bangers.
Partiamo, come sempre, dal principio. L’A side si apre con il remix di “Varsovie”, produzione pop della star polacca Brodka, firmato dal giovane talento, anch’esso polacco, Eltron John – passato tralaltro recentemente, con il suo live, anche da Milano (per l’Elita Festival). L’antefatto racconta dell’incrocio dei due artisti nel live stage della tappa polacca della RedBull Music Academy: il risultato è un lavoro ottimo dalle sonorità calde e avvolgenti che mette in mostra, oltre alla splendida voce di Brodka, le qualità tecniche del nostro giovane beniamino, protagonista anche nella parte vocale. A completare il lato A, quasi a far da contraltare al connubbio polacco, ecco presentarsi la coppia teutonica Alex Ketzer – Sandrow M, con quest’ultimo che remixa “Falling Off”, successo borderline tra dub ed electro. Sandrow mantiene intatte le atmosfere dell’originale (invia, pensate, in cassetta proprio dallo stesso Alex) aggiungendo però quel tocco di groove tipico del suo stile, in una sorta di rivisitazione dance che sicuramente avremo modo si sentire molto spesso quest’estate in moltissimi dj set.
Come abbiamo visto, il lato A è composto da artisti giovani, frizzanti, desiderosi di mettersi in mostra e far ballare. Chissà come sarà, a questo punto è giusto chiederselo, la risposta della vecchia guardia di Uncanny Valley. La risposta nel B side, affidata a due degli artisti piu proficui e in vista della scena di Dresden, è forse la migliore che ci si possa aspettare. “Splenda Baby”, ennesimo successo firmato Cuthead (moniker di Robert Arnold), rappresenta la prosecuzione del percorso di crescita esponenziale, iniziato con l’EP “Brother”, che l’artista made in Dresden ha intrapreso assieme ad Uncanny Valley: beatmaker di fama europea e membro del collettivo Kunst:stoff Breaks, oggi ci presenta una traccia house possente, forte, dai connotati ruvidi, che unisce l’acidità dei suoni tipici della roland 303 ad un synth chord fenomenale. Il beat “as funky as possible” rigidamente inquadrato dal kick enorme, è la ciliegina sulla torta: usare ed abusare, djs in ascolto, questa è una bomba da dancefloor!
Chiude l’EP, infine, il prode Jacob Stoy, firma eccellente dell’etichetta già presente in altri various ancor prima che con un EP monografico (“Redenswart EP”, numero dodici del catalogo). Con il suo stile unico vagamente tech-tribaleggiante, la traccia “Inspektor”, costruita mirabilmente sul gioco creato dal basso pulsante in junction con la melodia di capane che s’arrampica e s’evolve per tutta la lunghezza della traccia, chiude placidamente l’intera uscita consegnanoci un lavoro, come sempre, ben fatto e davvero dal piacevole ascolto. Non ci sono dubbi, i ragazzacci di Dresden l’hanno fatto ancora. Avanti cosi! Ah dimenticavo, nel sopracitato live al Boiler Room, organizzato c’è gente che la sa davvero lunga, Jacob Korn scaldava la pista ad un certo Sven Vath. Vorrà pur significare qualcosa questo, no?