Le stelle sono tante, milioni di milioni, ma di Vaghe Stelle ce n’è una sola: Daniele Mana. Musicista e produttore torinese, un trentenne come molti altri che si arrabatta fra i problemi quotidiani di tutti, che passa il suo tempo libero contemplando muri bianchi. Sarà da queste tele intonse che prende vita la sua Weltanschauung? Non è dato sapere. Ciò che è certo è che Daniele ha vinto la RBMA nel 2005, probabilmente il momento che ha dato lo slancio propulsivo alla sua carriera. Prolifico, potrebbe essere un buon aggettivo per definire il suo lavoro in studio: moltissimi sono gli EP che arricchiscono il suo CV, ma attenzione: non è questo il caso in cui la quantità sostituisce la qualità. Il suo talento lo ha portato fino a “Sweet Sixteen”, il suo primo album, uscito ad inizio di quest’anno per Astro.Dynamics. E’ da un po’ di tempo a questa parte che ritroviamo Vaghe Stelle fra i nomi in line up dei più importanti festival italiani come roBOt Festival e Alfa Romeo Mito Club To Club. Un percorso in piena ascesa quindi, dove non è importante parlare di sé ma è molto meglio esprimersi tramite la propria arte. E così sia.
Vaghe stelle: è un riferimento alle Ricordanze di Leopardi o è più un Luchino Visconti? E perché questa scelta?
Si vero, anche se è una domanda a cui non mi piace più rispondere.
Se è il cinema quindi una tua passione, hai una colonna sonora che preferisci? E se dovessi lavorare con un regista o curare tu il soundtrack di qualche film già uscito, quale sceglieresti?
Si il cinema mi ha sempre influenzato molto… sono tante le soundtrack che mi hanno influenzato, ma posso dirti quella di Ghost In The Shell. Mi piacerebbe averla composta io ma non potrei mai pensare di sostituirla con un mio lavoro, è assolutamente perfetta secondo me.
Come hai iniziato? Che background musicale hai? Anche a livello tecnico, sei autodidatta o hai studiato?
Ho iniziato giocando con i software che trovavo quando ero un imberbe quattordicenne, poi chiaramente ho studiato sia da solo che in quelle scuole in cui insegnano come si mettono le note di fila una dietro l’altra e come fare suonare bene quelle note.
Tu pensi di far parte dell’intelligent dance music? Come ti collocheresti (sempre che tu voglia collocarti)? Come ti definiresti con qualcuno che non ti conosce?
Penso che intelligent e music insieme non vadano molto d’accordo… non saprei come e dove collocare la musica che faccio, non ci penso e non ci voglio pensare.
Quali sono le problematiche a cui va incontro un giovane dj/producer come te?
La maggior parte dei miei problemi sono relativi a soldi, bollette, donne come tutte le persone… Poi ovviamente bisogna trovare un agente per il booking, un manager e un label che faccia uscire i dischi… ma quello fa parte del divertimento del giovane dj/producer…
Quanto sono importanti i visual in un live di musica elettronica? Quanto un ‘accompagnamento visivo’ completa la musica?
Conosciamo tutti le problematiche degli act elettronici, non è mai divertente per il pubblico stare a guardare un tizio fare cose strane dietro un laptop… video e luci sono importanti per lo show, piacciono al pubblico e rendono lo uno show più completo.
Quando capisci che un brano che stai producendo è pronto per ‘il resto del mondo’?
Credo di non averlo ancora capito.
Synth Synth Synth tutto intorno a te. Ma quali preferisci? Che suono vai cercando?
In questo momento sto facendo il suono che sto cercando con la bocca ma non so come scriverlo.
Quanta Torino c’è nella tua musica?
Non credo sia il posto in cui vivo a influenzare quello faccio, lo è molto di più l’internet.
Torino rimanda anche al Club To Club Festival. Pensi che manifestazioni di questo tipo, come anche il roBOt Festival o Elita Milano, ci stiano rendendo competitivi a livello europeo o ci manca ancora qualcosa? E’ un problema degli addetti ai lavori, o anche del pubblico?
Secondo me sono perfettamente allineati ai festival europei… se c’è qualcosa che manca in Italia è un giornalismo musicale serio e non schierato.
Come passi il tuo tempo libero?
Generalmente se non lavoro fisso un muro bianco.
Qual è un pezzo che metteresti per caricare la pista? E un pezzo da una chiusura ad effetto?
Probabilmente inizierei per scaldare la gente con Tom Jones “It’s not unusual” e una bella chiusura a effetto con “Grazie Roma” di Venditti. Sicuramente un entrata e un uscita di scena ad effetto.
Nel 2005 hai vinto la RBMA. In che modo e quanto questa esperienza è stata di slancio alla tua carriera?
RBMA mi ha aiutato tantissimo, ero giovane e completamente fuori dal mondo della musica. L’Academy mi ha catapultato in quello che era un sogno, musicisti di altissimo livello e una professionalità che rivisto solo anni dopo.
Tra tutte le cose che hai fatto, le soddisfazioni che hai raggiunto, i festival a cui hai partecipato quale tra queste ti ha emozionato di più? Quando hai capito che la musica poteva essere davvero la tua strada lavorativa?
Ritorno alla domanda di prima proprio perché credo di aver capito a Seattle che forse potevo farcela a fare qualcosa con la musica…
Tanti EP poi ad inizio di quest’anno è uscito il tuo primo album, “Sweet Sixteen”. Nome ironico ma contenuti serissimi; si distinguono le moltissime influenze e il risultato è un godibilissimo crocevia di suoni. Questo album è una sintesi di Vaghe Stelle? Come possiamo collocare questo lavoro nella tua carriera? Un punto di arrivo, un giro di boa o una ripartenza, verso l’infinito e oltre?
“Sweet Sexteen” è la sintesi di un momento di vita e di ricerca musicale… posso dire di non averlo pensato ma che sia semplicemente successo. Luke di Astro.Dynamics quasi 3 anni fa mi chiese della musica per una release e gli mandai quelle tracce che secondo me erano coerenti tra di loro e legate a un momento particolare della mia vita. Non riesco a vederlo come un punto di arrivo, giro di boa o altro… è stato più che altro un ottimo modo per far arrivare a più persone il mio modo di vivere la musica.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Possibili collaborazioni?
Progetti tantissimi di cui quasi nessuno realizzabile. Ho prodotto il disco di una band italiana (DYD) che tra poco uscirà su Gang of Ducks, entro l’anno se non ci saranno ulteriori ritardi con la label uscirà un mio EP di due tracce e dopo un altro album.