“Senti, vorrei farti mettere in contatto con una persona che conosco”: quando uno come Lucretio degli Analogue Cops ti dice così, persona integerrima e perfino radicale nel suo essere tale, sai che qualcosa di interessante sta per accadere. E in effetti, così è stato. La persone in questione è un volto famigliare per l’imprenditoria dell’intrattenimento, della cultura e della ristorazione in zone venete, con un lungo CV alle spalle. Ma soprattutto: è anche uno di quelli che – roba da servizi sui telegiornali o richiamo in home sui portali d’informazione – ha deciso di organizzare nel proprio locale (non un club, ovviamente, ma un punto di ristoro) eventi che iniziano alle 5 del mattino, di modo da “dribblare” le restrizioni del DPCM.
C’è chi considera queste persone dei criminali, dei “furbetti”, i rappresentanti della peggiore “Italietta”; e spesso difficilmente, in molti organi d’informazione e post social fumantini, abbiamo visto rappresentata l’altra faccia della medaglia, ovvero una risposta ragionata a queste critiche. Tutte cose che invece, nella lunga lettera che abbiamo ricevuto, ci sono.
Chiaro: la situazione pandemica e i relativi provvedimenti, con coprifuoco a partire dalle 22 su base nazionale, ha cambiato ulteriormente le carte in tavola, con giro di vite conseguente (…ed impossibilità di bivacchi notturni). Ma visto che non è che passeremo dal lockdown al “Liberi tutti!” in una botta sola, e visto che col Coronavirus potremmo dover convivere ancora per un bel po’ (almeno per tutto l’inverno, ad occhio), bisogna ragionare bene sui “gradi intermedi” di libera circolazione e libera attività. Una lettera così, di sicuro pone questioni importanti.
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Organizzo eventi da una quindicina d’anni nel Veneto: diciamo che al culmine della mia carriera da organizzatore avevo aperto il Loco Club di Padova, fondato l’Eventech Festival, fondato una label, creato una serie di format con quali giravo in svariate discoteche della zona ma… tutto questo è passato: perché il presente è disegnato settimanalmente da nuovi DPCM.
A maggio di quest’anno, non appena usciti dal lockdown, quando era già chiaro che non avrei avuto la possibilità di riaprire il Loco Club, mi è capitata l’occasione di prendere in gestione un pub/ristorante che si trova in un parco pubblico a Marghera, vicinissimo a Venezia, locale con enorme plateatico immerso nel verde in un edificio a dir poco futuristico. Si tratta del Bread & Butter al Nuovo Parco Catene. Locale che in passato ha avuto dei piccoli momenti di gloria, ma in declino evidente nel ultimo periodo.
Da giugno a ottobre, sfruttando gli spazi all’aperto, abbiamo organizzato concerti live, dj set, presentazioni di dischi, workshop e corsi di musica, karaoke e perfino una mini-fiera della musica: in tutto ciò aggiornandoci continuamente con quelle che erano le restrizioni legate al contenimento della diffusione del CoVid19.
In quattro mesi di continua attività culturale siamo naturalmente diventati un punto di riferimento per i giovani di tutta la città, che in mancanza di un tessuto culturale urbano venivano numerosi quotidianamente al parco e al Bread & Butter, in quanto sapevano che “…al Bread c’è sempre qualcosa“.
Quando due settimane fa hanno introdotto la prima restrizione sugli orari di chiusura dei ristoranti e bar portandolo a mezzanotte, sono stato testimone di una cosa che mi ha stupito letteralmente: alle 23:50 del sabato sera nel locale erano circa in 30/40 persone, tutti con le mascherine e seduti ognuno al suo tavolo e ben distanziati tra loro. Gente che in ottemperanza al DPCM in vigore ho dovuto accompagnare fuori a mezzanotte in punto. Tempo di qualche minuto sono stato testimone di una vera invasione negli spazi antistanti… a mio avviso alle 00:30 al parco c’erano circa 150 giovani, tutti o in gran parte senza le mascherine: era gente che è stata mandata via dai locali a mezzanotte che, come soluzione per continuare la serata, ha trovato il parco ed il plateatico del Bread & Butter. Per spiegarmi meglio, erano varie compagnie sparse un può qua e là in giro…
Da quel giorno questa scena si ripete quasi quotidianamente, i ragazzi in assenza di luoghi per lo svago finiscono nei parchi. Nel nostro caso il plateatico è un posto relativamente sicuro in quanto illuminato e video sorvegliato… ma vogliamo parlarne di cosa può accadere in posti meno sicuri del nostro?
Non sono un negazionista o complottista ma mi rendo conto che la gestione del problema come viene fatto ad oggi non è fatta nel migliore dei modi. Ovvero, togliendo il rischio del contagio nei locali porta la gente per strada, nei parchi o in chissà che posti finiscono i ragazzi per passare il tempo dalle 18 in poi (il nuovo DPCM ha anticipato le chiusure alle 18). In ogni caso ho notato che i giovani continuano a trovarsi sul plateatico del Bread & Butter tutte le sere, rimanendoci spesso fino quasi al mattino.
E da quest’ultima considerazione in sovrapposizione con gli orari imposti ai locali dal ultimo DPCM nasce l’idea di fare un evento domenica 1 novembre, aprendo il ristorante alle 5:00.
Se penso che l’Halloween è una delle feste più sentite tra i giovani negli ultimi anni, è la festa durante quale quasi tutti i club e le discoteche facevano sold out facile, mi rendo conto che ci aspetta una notte da passare fuori casa per un sacco di giovani in ogni caso!
Apriamo alle 5:00 con un evento chiamato Colazione al Bread in cui è prevista una vasta offerta di cibo e bevande calde, ma non mancherà nemmeno la musica. L’idea era di fare una specie di Jam Session dove il locale mette a disposizione la console e l’attrezzatura e chi vuole può suonare liberamente. Bene: vi dico solo che in cinque ore abbiamo raccolto una quarantina di adesioni di dj interessati a partecipare. Non c’è una line up e non sarà il nome in cartellone a fare da protagonista!
Vogliamo continuare a vivere, a trovarci tra amici e conoscenti anche in una situazione di crisi! Non vogliamo fare un evento con la folla pazza sotto cassa, ma condividere dei momenti di convivialità in massima sicurezza, distanziati e con le mascherine, per far vedere che un post CoVid può esistere anche per chi fa il turno di notte!
C’è un intera categoria merceologica che viene trascurata e lasciata allo sbaraglio della precarietà. Bene: facendone parte, voglio che almeno se ne parli! Per quanto riguarda le misure anti-COVID siamo già a norma! Tavoli da 4, gel igienizzante ovunque, segnaletica a norma, mascherine gratis ai sprovveduti, no pista da ballo, personale istruito su come gestire alimenti e bevande. Queste le basi su cui operare.
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L’evento poi dell’1 novembre è andato molto bene, parola del gestore. Presenze sì, niente assembramenti, situazione sotto controllo. Cosa succederà adesso, è da vedere. Il nuovo DPCM in arrivo ad oggi 4 novembre tornerà a cambiare dinamiche ed equilibri, con la divisione dell’Italia in diverse zone con diverse misure restrittive (alcune davvero drastiche), ci porrà insomma di fronte a situazioni in cui uscire a bersi qualcosa (che siano le 5 del mattino, le 17, le 23) non sarà nemmeno più un’opzione. Sia come sia, in un frangente di questo tipo è molto importante, anzi, è necessario rispettare i provvedimenti, davvero necessario: l’alternativa è il caos, l’anarchia, e questa è una cosa che sinceramente faremmo fatica a permettere, avrebbe un prezzo troppo alto da pagare, in una fase di grossa difficoltà non solo sanitaria ma anche economica in cui nulla andrebbe sprecato. Questo però non significa smettere di discutere, ragionare, capire, ipotizzare scenari futuri “ibridi”. La vita non si ferma. Si possono fermare le attività produttive (e, in un mondo ideale, si dovrebbe pensare a come tutelarle, quelle fermate per legge); ma la vita non si ferma, e la voglia di riprendere a vivere pienamente, non dietro ad uno schermo, neppure. No?
Intanto, ecco il post appena fatto uscire dal Bread & Butter: l’autore della lettera che abbiamo riportato ci mette la faccia