Una delle nuove scene locali più interessanti che hanno iniziato a fiorire nel 2012 è senza dubbio la “nuova” scena di Brooklyn: suoni a cavallo tra deep house e nu disco e produttori influenzati sia direttamente dalla grande storia della house di NYC che, “di rimbalzo”, dalla musica dance europea degli anni ’90, sembrano in grado di riportare la musica house negli States che, pur avendola di fatto inventata, sembravano aver un pò perso la passione. Di tutti i nuovi artisti emersi sulle sponde dell’Hudson river nell’anno appena finito, Sam Walker e Gavin Royce sono tra quelli che hanno il sound più “europeo” e globale, tant’è che le loro produzioni e i loro remix sono stati rilasciati anche da etichette di questo lato dell’Atlantico, come la Crosstown Rebels di Damian Lazarus sempre attenta a fenomeni nuovi a cavallo tra dance e pop. Inoltre, hanno dimostrato di sapersi destreggiare più che degnamente anche come catalizzatori del movimento locale, dato che la Nurvous Records, gestita proprio da Gavin, è uno dei cardini della scena di Brooklyn e raccoglie produzioni di molti dei produttori locali più interessanti e, come se non bastasse, sono tra i dj più quotati nei party della grande mela. Purtroppo non sono ancora mai venuti a suonare in Europa, ma dovrebbe essere solo questione di (poco) tempo prima che riusciamo a goderceli anche qui.
Leggendo la vostra bio noto che vi conoscete da dieci anni e siete parte del music business da almeno altrettanti, anche se noi qui in Europa vi conosciamo solo da un anno o poco più: vi va di raccontarci cosa ci siamo persi di voi in questi anni?
Sam: in questi anni ho fondamentalmente imparato tutto ciò che stiamo mettendo in pratica ora sulla produzione audio. Oltre ad andare ai party a NYC, ho passato un sacco di tempo a casa davanti al computer, facendo tutti gli errori possibili! All’epoca l’audio era solo un hobby per me e non avevo l’approccio diretto alla produzione che invece abbiamo ora. In sostanza, ero a ‘scuola’.
Gavin: ho fatto un sacco il dj e ho collezionato dischi disco.
Il vostro sound ha qualcosa di distintamente “nuyorican”, soprattutto nei vocals e in alcune influenze disco, ma allo stesso tempo è diverso da quello che generalmente tendiamo ad associare alla Grande Mela (quello del Body & Soul per intenderci), più cupo: ci raccontate quali sono stati gli artisti, newyorkesi e non, e le esperienze che hanno reso il vostro sound quello che è oggi?
Sam: ovviamente sono un graaaaaan bel po’. E quello che davvero funziona di me e Gavin che produciamo assieme è che arriviamo da traiettorie diverse alla house. Abbiamo parlato di questo e anche se ci sono artisti su cui siamo assolutamente d’accordo, comei Daft Punk, i Deep Dish o i Metro Area, ce ne sono altri su cui invece assolutamente no! Io sono cresciuto fuori NYC, nel New Jersey. Le prime volte che venivo ai club in cittá, i dj arrivavano tutti dall’Europa. E io mi sono immediatamente innamorato di quel sound, all’epoca il nuovo suono progressive. Poco dopo, alcuni miei amici si sono appassionati alla deep house più sexy, quella non-techy, e questo mi ha reso più aperto a una visione molto più soulful della dance. Quindi, parlando di influenze più importanti, oltre a quelle citate sopra, ci sono stati i The Chemical Brothers, Sasha, Digweed, Damian Lazarus, i M.A.N.D.Y., i Booka Shade, Miguel Migs, i Tiefschwarz e Pier Bucci giusto per nominarne alcuni.
Gavin: ho iniziato a fare il dj dopo aver visto un set di sei ore di Doc Martin a un rave circa nel 1998. Mi ha fatto impazzire, era molto funky e deep. In quel momento ascoltavo già musica dance da anni, ma quella volta mi ha davvero fatto venire voglia di fare il dj. La mia famiglia è del nord dell’Inghilterra e i miei cugini mi procuravano cassettine di rave acid house e jungle fin dal 1989-90, e anche al liceo ascoltavo molto i Daft Punk e Dee Lite. Il trasferimento a Brooklyn ha influito molto sui miei gusti, poi. I Metro area e gli LCD Soundsystem, assieme ai dj leggendari di NYC come Francois Kevorkian e Danny Krivit, mi hanno fatto rendere conto che unire i puntini tra i diversi generi di dance era possibile. Inoltre, NYC è un mercato molto grande per la musica dance, così ho avuto la possibilità di vedere tutti i dj che guidavano la moda, vengono sempre qui. In generale i dj hanno sempre fatto un ottimo lavoro nel promuovere suoni nuovi senza mai dimenticare il passato, ed è molto difficile, quindi mi sento fortunato ad aver avuto la possibilità di imparare da loro.
Sempre stando alla bio, sembrerebbe di capire che Sam dei due è il più animale da studio, mentre Gavin è più dj: è così? Come riuscite a integrare l’attitudine del produttore e quella del dj, sia in studio che nei club? Il vostro è un dj set B2B “tradizionale” oppure l’anima da sound engineer di Sam si fa sentire anche nei club?
Sam: Esatto; anche se in tutto questo tempo ho fatto il dj anch’io (ho comprato la mia prima coppia di piatti 14 anni fa), quando si parla di produzioni sono io quello che “guida”, per così dire, mentre Gavin si occupa più di fornire una guida ad alto livello sul sound. Quando ti trovi a confrontarti con le sconfinate opzioni della produzione di oggi, devi assolutamente avere una direzione specifica da seguire. Non sarebbe assolutamente possibile arrivare al nostro sound se noi due non ci avessimo lavorato insieme. Gavin ha idee che a me semplicemente non verrebbero, soprattutto per quanto riguarda gli arrangiamenti, e credo che questo gli arrivi dal fatto che NON è quello che si occupa dei dettagli più sporchi e di basso livello. Ora come ora, tutte le nostre produzioni sono orientate a un teorico dancefloor: Non è sempre lo stesso, ma è sempre con quell’idea in mente. Quando suoniamo in giro, ora come ora ci troviamo meglio a suonare tre, due, o anche un disco solo a testa anzichè andare avanti da soli per periodi più lunghi perchè funzioniamo davvero bene in combinazione, e quando i tempi saranno maturi per avere un live set in cui possiamo distruggere e ricostruire le tracce e remixare le cose al volo, sarà comunque una cosa a cui entrambi prenderemo parte simultaneamente.
Gavin: Sam ha risposto esattamente come avrei risposto io. Dal punto di vista della produzione lui riesce a sviluppare una traccia molto più velocemente di quanto farei io, ma è anche vero che lui non produceva musica da solo e nemmeno io. La nostra sinergia funziona davvero bene ed entrambi abbiamo idee che funzionano. Per quanto riguarda il djing, ci piace suonare alternandoci; entrambi possiamo suonare per un periodo più lungo, in caso, ma ora ci piace molto suonare B2B.
Parlateci di più della Nurvous Records: innanzitutto come ne descrivereste il sound, ma anche che ruolo avete voi all’interno dell’etichetta e qual’è il suo (e il vostro) rapporto con l’etichetta madre, la Nurvous Records.
Sam: qui lascio rispondere Gavin, perchè l’etichetta è effettivamente partita da lui.
Gavin: mi sono presentato a Nurvous records con un’idea per una compilation di vecchi classici remixati dalla nuova schiera di produttori che sono stati influenzati dal suono degli anni ’90 (come Eli Escobar, Runaway, House of house etc…). Dopo qualche settimana ho iniziato a portare anche tracce originali, e questo ha dato il via all’idea di una sub-label e da lì è nata la Nurvous. All’inizio non ero soddisfatto del nome perchè pensavo potesse confondere la gente, ma era un gioco di parole sul termine “nu disco”. Andrew Salsono (head A&R) e io abbiamo iniziato a portare della musica davvero valida. Ora abbiamo un gran seguito e sono davvero orgoglioso di farne parte. Tracce come Volta Bureau “Alley Cat” e Michael & Mattis “Holy Moly” avranno sempre un posto speciale nel mio cuore.
Nel 2012 un buon numero di produttori di NYC e di Brooklyn hanno ottenuto un buon successo in Europa, e la sensazione da questo lato dell’oceano è che ci sia una nuova scena newyorkese pronta ad esplodere (penso alla “vostra” Nurvous, che nel 2012 ha rilasciato un sacco di perle, ma anche a party come Mister Saturday Night/Mister Sunday): è così? Vi sentite parte di una scena oppure preferite andare per la vostra strada indipendentemente dagli altri?
Sam: Sì, abbiamo davvero un sacco di amici che organizzano party. Il nostro traguardo definitivo è formare una famiglia di produttori e dj con una visione simile del partying. Inoltre, vogliamo davvero far risorgere NYC come uno dei centri della musica dance com’era una volta. Ciononostante, il nostro sound segue completamente il nostro senso estetico, per cui se dovessimo divergere e andare per la nostra strada sarebbe comunque ok.
Gavin: C’è sicuramente una tempesta in corso a Brooklyn/NYC. Quest’anno vedrà l’apertura di un po’ di nuovi club e la conoscenza della house crescerà ancora. Ciononostante, credo che NYC possa essere un po’ una bolla a volte, e che la gente tenda a restare sulle proprie idee. Credo che le cose stiano migliorando, ma noi comunque seguiamo la nostra strada. Abbiamo molti amici e ci supportiamo a vicenda, ma alla fine ognuno vuole la stessa cosa e ci troviamo a essere molto competitivi. Comunque fa piacere sentire che la gente se ne accorge perchè è giusto che lo facciano. Il talento qui è sconfinato, ora stiamo giusto riuscendo a convincere le folle a seguirlo.
Vista dall’Europa, la scena newyorkese sembra costituita di party openair, come i già citati Body & Soul e Mister Sunday, e di club dall’atmosfera molto intima, come il Cielo, dove suonerete assieme a Danny Krivit e Todd Terje per il decimo compleanno del club il 31 gennaio: quale di queste situazioni preferite, open air o piccolo club?
Sam: “Sì.” hahaha….davvero, qualunque party può essere fantastico – abbiamo avuto esperienze magnifiche ed esperienze merdose in qualunque contesto. Dato che si tratta principalmente del momento giusto e di vibe, è difficile centrare appieno la formula perfetta. La situazione migliore è quella in cui la gente è lì per divertirsi e non si prende troppo sul serio su nulla.
Gavin: Sam ha ragione, dipende dal party per noi. Se il club è pieno ma nessuno “ci arriva” allora hai un problema. Allo stesso tempo abbiamo suonato per pubblici davvero piccoli ma se il party giusto e funziona perfettamente.
Cercando vostre date in giro per la rete, mi sembra di capire che non siete mai venuti a suonare in Europa, giusto? Qual’è la percezione che avete del clubbing e della musica elettronica nel Vecchio Continente (e in particolare in Italia) da oltreoceano?
Sam: Sì, e rimediamo a questo immediatamente. Per noi, l’Europa è semplicemente la “casa” della musica dance: perchè la pensiamo così…ne abbiamo parlato varie volte tra di noi, ed è così, indipendentemente da tutto. Indipendentemente da ciò che emerge dagli Stati Uniti, sembra davvero che trovi il suo reale sviluppo in Europa, forse con giusto qualche eccezione. Dato che sono stato solo a Berlino un paio di volte di recente, posso parlarti solo di lì: l’ho adorata, e non vedo l’ora di tornarci. Comunque, speriamo anche di venire in Italia presto dato che abbiamo un remix in uscita su un’etichetta italiana, Mothlab, nei prossimi mesi!
Gavin: Vogliamo venire e verremo. L’idea di quest’anno è di andare in giro!!
A proposito, riusciremo a vedervi in Italia prossimamente?
Gavin: Suoneremo in qualche posto figo a NYC e saremo a Miami per la WMC. Seguiteci su Facebook e Twitter, annunceremo le date appena saranno confermate.
Sam: (Vedi sopra)
Infine, sempre parlando di “prossimamente”: cosa dobbiamo aspettarci da Walker & Royce per il 2013?
Sam: Un sacco di musica, e di vederci suonare in una città vicino a dove vi trovate!
Gavin: Releases e date in giro è quello che facciamo ora come ora. Abbiamo fatto molti sforzi per essere notati nel 2012 e abbiamo semplicemente intenzione di continuare.
English Version:
One of the most interesting local scenes that began to flourish in 2012 is undoubtedly the “new” Brooklyn scene: sounds on the thin line between deep house and nu disco and producers influenced both by the historical NYC house scene and, bouncing back, by European ’90s dance music seem to be able to restore the sleeping love for house music in the States, which although having actually invented it didn’t seem to care much about it lately. Of all the artists coming from around the Hudson river in the last year, Sam Walker and Gavin Royce are among the ones that sound more “European” and global, so their productions and their remixes have been relesed also by labels from this side of the Atlantic, like the ever alert to crossover dance-pop acts Crosstown Rebels. Besides, they showed they can perfectly act as catalysts for the local movement, since Gavin’s Nurvous records is one of the mainstands of the Brooklyn scene and gathers productions by many of the most interesting local producers, and as if this wasn’t enough they also are among the highest rated djs of the Big Apple. Unfortunately they haven’t played in Europe yet, but it should just be a matter of time before we are able to enjoy them here as well.
Reading your bio, i noticed you’ve known each other for ten years and have been part of the music scene for at least as much time, even if here in Europe we got to know you only in 2012. What did we miss about you in these years?
Sam: Well during this time I was basically learning all the audio production that we’re putting into practice now. Besides going to the local joints in NYC at the time, I was sitting at home for hours on my computer, making all the mistakes! At this point audio was more of a hobby and I hadn’t taken such a direct approach to production that we have now. So for me it was “school”.
Gavin: I was djing a lot and collecting Disco Records.
Your sound has something distinctly “nuyorican”, particularly in the use of vocals and in some disco influences, but at the same time it’s different from what we traditionally tend to associate with the Big Apple (that is, the “Body & Soul” sound), it’s somehow darker: tell us what artists, from NYC and from elsewhere, and what experiences made your sound what it is today.
Sam: well obviously it’s going to be a whoooole lot. And what works about Gavin & I producing together is that we come from different angles on house. We’ve had discussions about this and while there are artists we’re in total agreement about, like Daft Punk, Deep Dish, or Metro Area, there are others who, at the time, we were definitely not haha!! I grew up outside NYC, in New Jersey. When I first came to clubs in the city, the djs were all coming from Europe. And I immediately fell in love with that sound, the new progressive sound as it was. However very soon after, some friends of mine got into sexy deep house, the un-techy kind, that really opened me up to a much more soulful take on dance too. So in terms of biggest early influences, other than those mentioned above, it has been The Chemical Brothers, Sasha, John Digweed, Damian Lazarus, M.A.N.D.Y., Booka Shade, Miguel Migs, Tiefschwarz, Pier Bucci just to name a few.
Gavin: I started djing after seeing Doc Martin do a 6 hour set at a rave in DC around 1998. It blew my mind, was very funky and deep to me. At that point I had been listening to Dance music for years, but that made me want to really dj. My family is from Northern England and I would get “rave tapes” of Acid House and Jungle off my cousins during summer vacations starting in 1989-90, and even in High School I was very into Daft Punk and Dee Lite. Moving to Brooklyn really changed my taste as well. Metro Area, LCD Soundsystem, accompanied with NYC Legendary dj’s like Francios K and Danny Krivit made me realize that connecting the dots between genres was possible. Also NYC is a huge market and I was able to see any dj that was making waves in dance music, they always come here. Dj’s have always done a good job of pushing sounds forward while never fogetting the past, thats a hard thing to do and I feel blessed to be able to learn from that.
Again from your bio, it looks like Sam is more the producer of the duo, while Gavin is the dj: is that right? And how do you balance the two different attitudes, towards the studio and towards the dancefloor? Do you play “traditional” B2B dj sets or does Sam’s studio engineer nature come out when you play live?
Sam: Correct; although I’ve been djing the entire time as well (got my turntables 14 years ago) But yeah whereas in production I’m the one “driving”, so to speak, Gavin is more of a global guidance on sound direction. When you’re confronted with the limitless options of production nowadays, you really need to have a specific direction. There’s no way any of our sound would have happened if it weren’t for the two of us working together on it. Gavin will have ideas that simply won’t occur to me, especially in arrangements. And I actually think that comes from NOT being the one dealing with the nitty-gritty details. But as of right now, all production is directly geared toward some theoretical dance floor. It’s not always the same one, but it’s always with that in mind. When we dj, right now we feel that it works best when we go 3/3 or 2/2 or even 1/1 rather than going for longer periods because we really work off each other. and when the time comes for us to get into a live set where we can break out tracks and remix things on the fly, it will be the two of us working simultaneously.
Gavin: Sam answered this as well as I would. Production wise he can engineer a track way quicker then I would be able to, but also he wasn’t making this music by himself and niether was I. Our synergy works really well together and we both have ideas that work. As for djing we like to play off each other so we get in a good groove. We can both go for long stretches if need be but we are really enjoying playing B2B these days.
Tell us something about Nurvous records: first of all, how would you describe its characteristic sound? What is your role inside the label, and what’s its (and yours) relation with the mother label, Nurvous Records?
Sam: I’ll let Gavin answer this since the sublabel really started with him.
Gavin: I came to Nurvous with and idea for a comp of old classic tracks remxed by the new crop of producers that were heavily influenced by the 90’s sound (like Eli Escobar, Runaway, House of House etc..). A few weeks in I started bringing in original tracks from people as well, this started a discussion about a sub-label and Nurvous was born. At first I was unhappy about the name as I thought it would confuse people but it was a joke on the term “nu disco”. Andrew Salsono (Head A&R ) and I both started bringing in some really cool music. Now we have a huge fanbase and I am very proud to be part of it all. Tracks like Volta Bureau “Alley Cat” and Michael & Mattis “Holy Moly” will always have a special place for me.
In 2012 a good number of producers from NYC and Brooklyn have had some success here in Europe, and the feeling we have from this side of the ocean is that there is a new NYC-based scene ready to explode (i’m thinking of “your” Nurvous crew, but also of parties like Mister Saturday Night/Mister Sunday): is that true? Do you feel like you are part of a scene or do you just follow your own path regardless of others?
Sam: Yes, we definitely have a ton of friends doing parties. Our ultimate goal is to form a family of producers and djs with similar vision for partying. We also really want to help resurrect NYC as a hotspot for dance music that it once was. However, our sound is driven purely by our own aesthetics and if it begins to take its own path then so be it.
Gavin: There is a storm brewing in Brooklyn/NYC for sure. This year will see a few clubs open and the awareness of house music will grow. However I think NYC can be sort of a bubble sometimes and people tend to stand their own ground. I do think it’s getting better, but we are on our own path. We have a lot of friends and people support each other but at the end of the day everyone wants the same thing and its very competitive. But it is nice to hear that people are taking notice because they should. The talent here is endless, we are now just getting the crowds to follow.
Judging from Europe, the NYC club scene seems to be made of open air parties and small, very intimate clubs, like Cielo, where you will play on Jan. 31st with Danny Krivit and Todd Terje for the club’s tenth anniversary: what kind of situation do you prefer, open air parties or small clubs?
Sam: “Yes.” haha… really, any party can be great- we’ve had amazing and shitty experiences in any setting. since it’s all about timing and vibe, it’s tough to nail down what the perfect formula is. The best situation is when people are there to have fun and not be too serious about anything.
Gavin: Sam is right, depends on the party for us. If the club is full but no one “gets it” then you are in trouble. At the same time we have played to small crowds but the party is just right and it goes off.
Looking around the net for your gigs, i noticed you have never played in Europe, right? What’s the opinion you have about clubbing and electronic music in Europe, and particularly, in Italy?
Sam: Yes, and remedying that immediately to us, Europe is simply “home” to dance music; why that is… we’ve had repeated discussions about; regardless, it’s just a fact. Regardless of what emerges from the US, it only seems to really develop in Europe, with only a few exceptions. Since I’ve only personally been to Berlin a few times recently, I can only tell you about that place: I fucking loved it and can’t wait to go back. However, we do hope to be visiting Italy soon since we will be releasing a remix on an Italian label, Mothlab, in the next few months!
Gavin: We want to come and we will. This year is all about us getting out and about!
By the way, are we going to see you around here in the following months?
Gavin: We will be playing some cool NYC gigs and will be in Miami for WMC. Follow us on facebook or twitter tho, we will announce things as they are confirmed.
Sam: (see above)
Finally, still speaking about the following months: what should we expect from Walker & Royce in 2013?
Sam: Expect a ton more music, and us playing in a city near you!
Gavin: Releases and gigs is the name of the game right now. We pushed hard to get noticed in 2012 and are just going to continue.