Immaginarlo con camice verde e bisturi in uno studio odontoiatrico, dopo aver ascoltato le sue tracce, è alquanto strano. Eppure Rodolfo Wehbba, o più semplicemente Dj Wehbba, prima di intraprendere la carriera musicale era proprio un dentista. Oggi è uno dei maggiori esponenti della musica elettronica in Brasile. Il suo stile passa da un’essenza più dura, agli esordi, ad una più groovosa. Quello che lo contraddistingue è il calore della sua cassa e del suo basso, sempre di grandissimo impatto sul dancefloor. Il suo esordio, su Tronic nel 2010, riscuote subito grandi apprezzamenti e attenzioni. E’ così che approda su label come Toolroom, Bedrock, Great Stuff e remixa, in collaborazione con Christian Smith, gente come Laurent Garnier e Bushwacka. Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del suo secondo album “Square Two”, su Tronic. Un LP che vogliamo farci raccontare da lui, perchè ha proprio l’aria di essere un capolavoro.
Prima di diventare un dj e produttore, eri un dentista e lottatore di Ju Jitsu. Come è nata la tua passione per la musica?
È una cosa che risale all’adolescenza, ho sempre fatto parte di qualche band e una volta che mi sono stancato di suonare nei gruppi sono passato a fare il dj invece di fare qualcos’altro. La musica quindi è sempre stata una parte importante della mia vita, solo ora lo faccio a tempo pieno.
Come è avvenuto il tuo passaggio dall’essere un semplice clubber a dj producer affermato? Ci sei riuscito da solo?
Nessuno può riuscirci da solo, ti capita di incontrare persone durante il cammino e tutte ti aiutano in un modo o nell’altro. Io ho incontrato parecchie persone fantastiche da quando ho iniziato ad andare ai rave o nei club underground, circa 15 anni fa e alcuni di loro adesso sono come una famiglia per me. L’unica cosa è che ci riesci soltanto se ci metti il 100% di te stesso, cosa che ho fatto e che continuo a fare.
Sei di origine brasiliana, ma viaggi molto quindi hai conosciuto differenti culture musicali. Quali sono le differenze tra la scena brasiliana e quella europea? Quale preferisci?
Wow, troppe per elencarle tutte! Penso che la cultura musicale elettronica sia più avanzata e radicata in Europa, noi siamo un paio di decenni indietro sotto questo aspetto. Quando suono in Europa sento di essere più libero di fare tutto ciò che voglio e di provare cose diverse, mentre in Brasile non è così facile farlo dappertutto. Mi sento spesso un pò intrappolato e obbligato a fare, suonare determinate cose; probabilmente ciò è dovuto ai modelli commerciali più limitati che abbiamo qui, visto che non abbiamo ancora una tale percezione musicale stabile e radicata.
Esibizione live e produzione in studio: quale prediligi? Spiegaci che laptop usi per le tue performance live.
Mi piacciono entrambi. Mi piace pensare che siano due diversi tipi di sfide da affrontare ogni giorno e ogni settimana. Ho iniziato come dj ma sono diventato produttore molto presto nella mia carriera, perciò ho sviluppato le due abilità allo stesso modo col tempo. Ho smesso di usare il laptop sul palco da circa 2 anni, prima mi affidavo al mio MacBook, che non mi ha mai dato problemi; trovo semplicemente più interessante suonare senza l’aiuto di uno schermo e avere a che fare con tutti quei cavi e connessioni, come facevo durante i bei vecchi tempi del vinile.
Ai tuoi esordi il tuo stile era più duro, una sorta di techno più “cattiva”. Ora le tue produzioni propongono sonorità più tech-house e alle volte anche house. Come è avvenuta questa tua ricerca musicale?
Faccio ancora tracce techno, ma in modo più raffinato. Quando ho iniziato a fare musica, sfortunatamente, era musica fatta ancora prima della mia carriera, che non mi diceva più nulla. Quando guardo indietro e penso a cosa ho raggiunto negli ultimi 5 anni, comparato ai primi 5 anni della mia carriera quando facevo e suonavo quella sorta di techno da “bad guys”, pare una cosa così lontana che quasi mi sembra che sia successo a un’altra persona. Ho iniziato proprio come dj house, quindi una volta tornato alle origini le cose hanno iniziato a svilupparsi ancora meglio. Penso che il mix tra house e techno è la ricetta per tenermi attivo e ispirato per molti altri anni.
Qual è la cosa più difficile della produzione musicale? Come nascono le produzioni di Wehbba? Spendi molto tempo in studio?
La cosa più difficile è superare la “pressione” di fare hits, pezzi da primi in classifica e provare a essere originali e fedeli a se stessi. Lavoro alla musica solo quando mi sento ispirato, ma non è sempre stato così, facevo una traccia al giorno e ne realizzavo ancora di più, ma una volta abbandonata quella filosofia la mia carriera è decollata e sono molto più felice della mia produzione. Non ho smesso di suonare nessuna delle tracce che ho fatto finora, non considero superata nessuna di esse, concetto che spiego nel mio libro. Di solito spendo in media 15 ore a traccia, dalla composizione al missaggio.
Il 20 Maggio è uscito su Tronic il tuo secondo album “Square Two”. Un album che a detta di molti è un capolavoro, ha infatti già ricevuto feedback positivi da molti top djs. Quali sono state le influenze per questo album?
Sicuramente ne vado fiero e credo sia più completo rispetto al mio primo album, ripensandoci, che è più focalizzato a far conoscere al mondo il “Wehbba sound”. Ora che la gente aveva avuto modo di conoscermi meglio durante gli ultimi 3 anni, mi sono sentito libero di spaziare un pò di più e credo che il risultato sia in qualche modo più raffinato.
Il 2013 sembra essere l’anno della tua consacrazione. Ci sono altri progetti in cantiere oltre al nuovo album?
Ne ho molti, in realtà. Ho finalmente fatto alcune collaborazioni con Christian Smith, finora avevamo lavorato insieme solo su remix, così abbiamo deciso di creare delle tracce originali e, ad essere onesti, sono alcune delle migliori che abbia fatto. Abbiamo anche avuto la possibilità di creare un singolo in collaborazione con John Digweed e Nick Muir (due dei miei preferiti di sempre) e ne vado davvero fiero. Ho anche inventato uno pseudonimo per il mio lavoro più orientato sull’house, chiamato Rosco Sledge, su 20:20Vision. La prima registrazione è uscita ad aprile e ne seguiranno molte altre nei prossimi mesi.
Hai collaborato e collabori tutt’ora con Christian Smith. Ricordiamo i vostri stupendi remixes per alcuni mostri sacri come Laurent Garnier e Bushwacka. Com’è il vostro rapporto in studio?
Siamo spaventosamente veloci! Sono abituato a lavorare molto rapidamente essendo un ingegnere, Christian è incredibilmente abile negli arrangiamenti e siamo entrambi molto aperti di mente nel processo creativo, quindi quando uniamo le forze riusciamo a creare anche 5 tracce in una giornata di lavoro. Ovviamente, questo non è il nostro obiettivo abituale, ma lo abbiamo fatto in passato.
Cosa ne pensi dell’Italia e dei club italiani?
Sfortunatamente non ho ancora suonato in Italia ma spero di poter dire il contrario molto presto!
English Version:
It is quite difficult to imagine him at the dentist’s in white coat and with a scalpel in his hand. Though Rodolfo Wehbba, or Dj Wehbba, was exactly a dentist before starting music career. Nowadays he’s one of the major exponents of the electronic music in Brasil; his musical style has become more groovy, but in the beginning it was heavier. What distinguishes him from other producers is the warmth of his kick and bass, consistently impressive for the dancefloor. His debut, on Tronic in 2010, is collecting much appreciation and attention, so that he lands on labels like Toolroom, Bedrock, Great Stuff and remixes with the collaboration of Christian Smith, sacred monsters like Laurent Garnier and Bushwacka. We interviewed him for the release of his second album “Square Two” on Tronic; an LP that we want him to recount us, because it looks like a masterpiece.
Before becoming a dj producer, you were a dentist and a Ju Jitsu fighter. How did you discover your passion for music?
It’s something that came in my teenage years, I’d been in bands since I can remember and once I got tired of dealing with bands I moved on to djing, while still doing everything else, so music has always been a major part of my life, only now it’s full time.
How did you make the jump from being a simple clubber to becoming a famous dj producer? Did you make it alone?
No one can ever make it alone, we meet people along the way, and all of them help you, in some way or another. I’ve met many great people ever since I started going to raves or underground clubs some 15 years ago and some of them are like family to me now. The only thing is that you can only make it happen if you put 100% of yourself into it, which I’ve done and keep doing.
You come from Brazil, but you travel a lot so you have known different musical cultures. What are the differences between the Brazilian and the European scene?
Wow, too many to even mention! I think the electronic music culture is way more developed and established in Europe, we are a couple of decades behind in that aspect. When I’m playing in Europe I feel I have more freedom to do whatever I want, and to try different things, while in Brazil it is not as easy to do it everywhere. I often feel a little trapped and obligated to do certain things and play certain things, maybe due to the more limited “business oriented” model we have here, as we don’t have such an established, stable musical perception and focus, yet.
DJing and producing: which one do you enjoy the most? Tell us what kind of laptop you use for performing live?
I enjoy both – I like to think of it as 2 different kinds of challenge to face every day and every week. I’ve started out as a dj but got into production very early on in my career, so I’ve developed both skills equally through time. I’ve stopped using a laptop on stage for about 2 years now, I used to rely on my MacBook, and never had any problems with it, I just find it more interesting to play without the aid of a screen and having to deal with all those cables and connections, like I used to back in good old vinyl days.
At the beginning your style was stronger, a kind of techno “for bad guys”. Now your productions are rather tech-house and sometimes house. How did you research your music style?
I still like and make techno tracks, just in a more refined manner. When I started releasing music, unfortunately, it had been music done even earlier in my career that wasn’t really speaking to me anymore. But when I look back on it, what I’ve accomplished over the past 5 years, compared to the first 5 years of my career, when I was releasing/playing that sort of “bad guys” techno, it feels so far away that it almost seems to me like it happened to a different person. I’ve started out as a house music dj, so once I went back to my roots things started to developed much better. I believe the mix between house and techno music is my recipe for keeping myself relevant and inspired for many years to come.
What is the most difficult aspect of music production? How do you produce you tracks? Do you spend much time in studio?
The most difficult thing is getting past the “pressure” to make hits, to make top charting tunes, and trying to be original and true to yourself. I only work on music when I feel inspired, it wasn’t always like that, I used to make a track per day, and release much more, but once I dropped that philosophy my career really took off, and I’m much happier with my output, and I haven’t stopped playing any of the tracks I’ve done since, none of them sound dated to me, and that’s the proof of this concept in my book. I normally spend an average of about 15 hours per track, from composing to mixing.
On 20th May Tronic released your second album called “Square Two”. So many people and top djs say that this album is your masterpiece. Do you think it is?
It certainly is something I’m proud of, and I think it’s more complete than my first album, in retrospect, which was more focused on showcasing the “Wehbba sound” to the world. Now that people have got to know me better over the past 3 years, I felt more comfortable to branch out a little more, and I think the result is somewhat more refined.
2013 looks like the year of your consecration. Do you have other projects besides the album?
I do, many, actually. I finally did a few collaborations with Christian Smith, we’d only worked on remixes together up until now, so we decided to make a few original tracks, and to be honest, they are some of the best ones I’ve ever done. We even had the chance to make a track in collaboration with John Digweed and Nick Muir (two of my all time favorites) and I’m super proud of that. I’ve also created an alias for my house-oriented work, called Rosco Sledge, on 20:20Vision. The first record was out in April, and there are many more tunes to come over the next months.
You collaborated with Christian Smith and you keep doing it. We remember your amazing remixes for some sacred monsters like Laurent Garnier and Bushwacka. How is your collaboration in the studio?
We are scary fast in studio! I’m used to working really fast as an engineer, Christian has amazing arrangement skills, and we are both very open-minded when it comes to the creative process, so when we join forces we can make like 5 tracks in the course of a day’s work. Of course, that’s not our normal goal, but we’ve done it in the past.
What do you think about Italy and Italian clubs?
Unfortunately I haven’t played in Italy yet, and that’s something I hope will change very soon!