Ciao Alex, dopo aver letto un po’ di informazioni su di te la prima cosa che mi viene in mente di chiederti, sperando sia un buon argomento da trattare, è: ma l’Italia non ti vuole bene? Ho letto che hai suonato nei migliori club di tutto il mondo ma sul territorio nazionale veramente poco… Come spieghi questa cosa?
Guarda questa cosa non me la so spiegare neanche io, sicuramente fino ad oggi ho lavorato poco in Italia forse perchè il mio sound in passato era più internazionale e poco riconosciuto qui.
La campagna ciociara, dove sei nato e vivi, ti ha portato a conoscere Santos. Come è nato il vostro rapporto? Ci racconti il primo giorno che vi siete incontrarti e la vostra relazione in studio…
Il modo con cui ci siamo conosciuti è buffo, avevamo un amico in comune e lui gli diceva sempre “guarda c’è un ragazzo che suona e produce musica interessante”, cosi un giorno ci siamo incontrati in un negozio di vinili, ci siamo conosciuti…presi bene… e un giorno sono andato nel suo studio e ci sentiamo un pò di musica, da li è iniziato un rapporto di amicizia e di lavoro che dura tutt’ora; è stato tra l’altro un mio grande maestro di vita, devo tutto a lui che mi è stato sempre vicino sopratutto nei momenti piu duri della mia vita.
Alessandro Salvatori aka Alex Dolby. Ci sveli questo “mistero”?
Il nome è nato per caso un pomeriggio nello studio di Santos, avevamo la mia prima release e serviva un nome artistico un pò più interessante quindi guardando le marche di strumenti, ecc… Sante mi disse: “Dolby è da paura!!!” quindi da li è nato Alex Dolby.
Un importante brano di successo nella tua carriera, sto parlando di “Hazy Way”, un remix per il gruppo australiano “infusion” che raggiunge la vetta della uk buzz chart, un album sulla storica etichetta inglese “Global Underground”, cos’altro hai in serbo di importante per il futuro?
Sono molto ottimista per il futuro, questo 2010 è stato positivissimo, tante le relase su diverse etichette come Rockets&Ponies, Monique Musique, Bedrock, Rawthentic; diverse apparizioni su importanti compilation come quella di Carl Cox, Timo Maas, John Digweed e molte altre. Il 2011 partirà subito con una release su Viva Music e Rockets&Ponies, e sicuramente ci sarà il mio secondo album entro la fine del 2011.
Sei passato dalla progressive house a suoni più tech house, cosa ti ha spinto a fare questo cambiamento?
Io penso che nella musica per andare avanti ci vogliano degli input, la progressive house era scesa troppo nel banale invece le sonorità piu house e tech mi trasmettevano un’emozione nuova fresca da li il cambiamento è stato naturale.
Santos, Alex Dolby, Timo Maas e il primo Mutant Clan. Siamo tutte orecchie: da chi nasce l’idea e come si è sviluppata?
Il progetto Mutant Clan è composto da Timo e Santos nel quale ogni tanto viene invitata a partecipare qualche persona esterna. La mia collaborazione con Mutant Clan è nata un pomeriggio trovandomi in studio con i due, ci siamo sentiti un’idea che stavo facendo da lì lo sviluppo è stato immediato ed è nata “Kenesai”, traccia strasuonata da tutti i top!
Alex Dolby e Timo Maas, sappiamo che siete grandi amici e che collaborate insieme in tanti progetti di studio. Come è nata la vostra amicizia? Ci racconti di cosa parlate e cosa fate quando state insieme in studio…
La nostra amicizia è nata in un club romano, poi lui ha iniziato a produrre con Santos, realizzando il primo Mutant Clan insieme ed è stato normale che siamo diventati amici. Timo è una persona che stimo molto musicalmente e personalmente, uno dei pochi dj che nei set osa mettere qualcosa di nuovo e non ha mai paura di rischiare, inoltre ha il merito di aver scoperto Loco Dice uno dei fenomeni più interessanti di questi ultimi anni.
Quando siamo in studio parliamo sopratutto di musica, del fututo, della vita in generale; mi coinvolge molto nell’ascolto dei promo che gli mandano le etichette e per me è uno stimolo importantissimo, poi sentiamo le tracce che sto facendo da lì si capisce dove si può fare meglio.